Quando decidi di scendere da un pendio innevato a oltre cento chilometri orari con due aste di legno ai piedi, metti in conto di poterti far male. Basta un filo di vento proveniente dalla direzione sbagliata, un sassolino sbucato in pista, un piccolo segno sul manto bianco che ti ritrovi a impattare duramente con il terreno dopo esser volato per qualche decina di metri.
Tutto ciò Niels Hintermann lo ha messo in conto quando ha deciso di intraprendere la carriera da discesista, senza pensare mai di dover combattere con un ostacolo gigante come un tumore ai linfonodi. Un problema che è emerso a poche settimane della stagione 2024/2025 di sci alpino, un’annata importante per il 29enne svizzero, giunto all’apice di una carriera affrontata sempre controcorrente.
A differenza di colleghi come il connazionale Marco Odermatt, il francese Cyprien Sarrazin o il norvegese Aleksander Åmodt Kilde, cresciuti fra le porte larghe dello slalom gigante e pian piano si sono adattati a vedere il bianco delle curve avvicinarsi a velocità folli, Niels ha costruito la propria notorietà incarnando a tutti gli effetti lo spirito da discesista, allergico alle prove tecniche e a tutti quei pali da abbattere per arrivare in fondo.
Quasi come un salmone, Niels non ha mai smesso di seguire il proprio istinto che lo spingeva ad andare nella direzione opposta di tutti gli altri, sempre più decisi a puntare su gigante o slalom per poi trovare un modo efficace per vincere anche in velocità e alzare al cielo la Coppa del Mondo piuttosto che raffinare lo stile e superare l’attrito creato dall’aria in maniera più raffinata possibile.
Il gigante svizzero ha voluto continuare a seguire la propria strada e, insieme all’americano Bryce Bennett, diventare una specie in via d’estinzione, tanto aggraziata quando in azione nel proprio habitat naturale quanto goffa e schernita non appena si trova a dover affrontare una gara che non si tratti di una discesa.
Eppure la prima vittoria nel Circo Bianco di Niels Hintermann non è arrivata nella specialità che più preferisce, ma in una che, come la sua stirpe, è scomparsa da alcuni anni sotto i colpi dell’innovazione. Stiamo parlando della combinata alpina, una rassegna in grado di unire la tecnica dello slalom alla classe della discesa. In condizioni meteorologiche proibitive e in un contesto fuori dal comune, con la prova di speciale anteposta a quella di discesa, l’elvetico ha saputo domare una delle piste più complicate al mondo, la Lauberhorn di Wengen, vincendo la sua prima gara in Coppa del Mondo.
Com’è possibile che il 13 gennaio 2017 uno sconosciuto di ventun’anni di nome Niels Hintermann è riuscito a battere gli assi della velocità e specialisti come il francese Alexis Pinturault o il norvegese Kjetil Jansrud? Semplice, sfruttando il fondamento della discesa libera: la scorrevolezza. Confermandosi più leggero sulla neve degli avversari nei punti dove la pendenza cala ed è necessario creare velocità con i propri piedi, Niels ha sorpreso tutti sull’Alpweg, una stradina larga soli tre metri che conduce a una curva a gomito nota come Kerner-S e che porta infine a uno spettacolare passaggio sotto un ponte, attraversato dal trenino a cremagliera che porta alla nota località sciistica.
In moltissimi quel tratto non sono mai riusciti a digerirlo, eppure Niels lo ha saputo affrontare con quella sfrontatezza che solo un vero discesista sa dosare con la precisione. Poco importa se dopo la gara in molti abbiano pensato che si trattasse soltanto di un simpatico carneade all’esperienza della più bella della propria vita. Niels si è disinteressato vincendo per due volte la discesa libera di Kvitfjell e ottenendo altri quattro podi distribuiti fra Val Gardena, Bormio e Kitzbühel.
Quella spavalderia che gli ha permesso di rimanere un discesista a tutto tondo, consentendogli di prendere il coraggio con due mani e affrontare la sfida più dura della sua vita, il tumore. Un male scoperto per caso, durante la preparazione estiva in Sudamerica, e presentatosi come un innocuo gonfiore al collo.
Gli esami, la scioccante diagnosi e la scoperta di un’altra area tumorale nei pressi della clavicola non hanno gettato a terra Niels che ora dovrà sottoporsi a due cicli di chemioterapia accompagnati dalla radioterapia per un recupero stimato in sei mesi.
Dopotutto ciò che conta è l’affetto della famiglia e dei compagni di squadra, ma soprattutto che quel tumore è curabile e che il prossimo anno potremo rivedere Hintermann sugli sci a caccia di un posto all’Olimpiade di Milano-Cortina 2026. Dopotutto Niels ha sempre nuotato controcorrente, seguendo i propri ideali e costruendo così i propri successi. E perché proprio questa dovrebbe esser la volta in cui lo “svizzero volante” non riesce a vincere?