Francesco Molinari ha disputato tre tornei nel 2020: il The American Express, il Farmers Insurance Open e il Genesis Invitational. In nessuno dei tre ha passato il taglio. Basterebbero questi dati per dare l’idea della crisi che sta attraversando Chicco, ma c’è di più. Nella prima competizione dell’anno ha chiuso con uno score di pari al par: il taglio era a nove colpi di distanza. Al Farmers ha segnato un +2 con il cut a -1 e al Genesis Open la porta per il weekend si apriva con un punteggio di un colpo sopra il par. Francesco è salito sull’aereo con un disastroso +8 sulla carta.
È evidente che qualcosa si sia rotto nel gioco e soprattutto nella testa del numero uno italiano e venticinque del mondo. A proposito, Francesco è uno dei nove giocatori nella top cento a non aver ancora guadagnato punti dall’inizio dell’anno solare. La crisi, giorno dopo giorno e torneo dopo torneo, sta assumendo dimensioni sempre più sconcertanti. «Mi manca fiducia – ha commentato Molinari dopo il terzo insuccesso consecutivo – e la fiducia nel golf è importante».
In una situazione così difficile, si può comunque vedere un lato positivo: l’involuzione di Molinari ha un’origine ben nota e precisa. Per ritrovarla, dobbiamo tornare alle ore 19 di domenica 14 aprile 2019. Francesco sta giocando l’ultimo giro del Masters di Augusta: è partito in ultimo flight con Tiger Woods e prima dell’inizio del round era primo. Nelle prime nove buche è pari con il par, ma al par tre della buca 12 accade qualcosa. Il suo tee-shot finisce nel Rae’s Creek, il torrente che protegge il green. Tiger, invece, piazza la palla a circa venti piedi dalla buca (che chiuderà con il par). Per Molinari è un doppio bogey dolorosissimo, che gli costerà un altro +2 tre buche più tardi, alla 15. Da quel momento, da quel torneo, per sua stessa ammissione, Chicco non è più stato Chicco.
In quattordici partenze prima del Masters 2019, Molinari aveva due vittorie sul Pga Tour, il trionfo all’Open, quattro altre top 10 e cinque match vinti su cinque in Ryder Cup. Dopo l’attraversamento dell’Hogan Bridge della buca 12 ad Augusta, in dodici tornei il torinese ha messo a referto solo due top 20. È assurdo, a pensarci bene, che un colpo possa causare questo terremoto mentale. È assurdo ma terribilmente vero.
Francesco è molto consapevole di essere in una situazione complicatissima, così sta cercando di dare una svolta: a fine anno ha deciso di separarsi professionalmente dal caddie Pello Iguaran dopo quattro anni, con il quale è arrivato sul tetto del mondo, ed ha iniziato una collaborazione con Mark Fulcher, ex storica spalla di Justin Rose.
Dopo tre tagli non superati, questa settimana diventa decisiva per il 2020 di Molinari: sarà infatti in Messico, dove si gioca il primo WGC dell’anno; è un torneo a cui tiene particolarmente e in cui l’anno scorso arrivò sedicesimo. Da quando si gioca a Chapultepec, Chicco è sempre stato nei migliori venticinque del field. Il percorso gli si addice. Può essere la settimana della svolta. Tutta l’Italia (e l’Europa, visto che quest’anno c’è la Ryder Cup…) del golf lo spera.