Lettere, piccioni viaggiatori, telefoni fissi, cellulari, videochiamate ed ora le dirette. Non saranno tutti i passaggi della comunicazione, ma oggi, più che mai, i social ci permettono di interfacciarci con chiunque si voglia e far diventare una chiacchierata un teatro.
Molti personaggi famosi stanno usando questo nuovo mezzo per scambiarsi sorrisi e discutere di ogni argomento, con una grande innovazione: la partecipazione del pubblico (followers) che si può sentire vicino al proprio idolo.
Assistere a questi video-palcoscenici è sicuramente uno dei passatempi più in voga durante la forzata e storica quarantena di cui siamo protagonisti.
Novak Đjoković e Andy Murray, due grandi del tennis mondiale, ce ne hanno dato un assaggio. I due, oltre ad avere uno stile di gioco molto simile, da grandi difensori da fondo campo, possiedono un super rovescio a due mani e uno spiccato talento alla risposta, e sono accomunati da un particolare curioso: entrambi classe ’87, sono nati ad una settimana di distanza, lo scozzese il 15 maggio a Glasgow e il serbo il 22 a Belgrado.
In diretta Instagram, si sono raccontati e hanno ripercorso le loro carriere, ricordando anche le più grandi vittorie e delusioni.
Lo scozzese, numero 1 al mondo del 2016, ha ammetsso che avrebbe voluto godersi maggiormente i momenti passati sul campo, sconfitte comprese:” Siamo sempre concentrati al massimo, abbiamo poco tempo per sederci e pensare ad altro”.
Ora il tempo per riflettere ce l’hanno e come, infatti, hanno sparato le domande più attese – forse- quelle sui più grandi rimpianti.
Il primo a lanciarsi è stato Murray che ha confessato di aver accusato molto la sconfitta contro il serbo al Roland Garros:” La terra è sempre stata una superficie ostica per me e vincere sarebbe stato il più grande traguardo, ma anche l’Australia è stata abbastanza dolorosa, grazie a te” conclude lo scozzese passando la palla al numero uno al mondo attuale.
“Nel 2008 a Pechino, anche se ho vinto il bronzo, nella semifinale con Nadal ho perso una partita molto dura, sbagliando anche uno smash piuttosto facile su un punto importante. Poi anche nel 2016 a Rio, mi sentivo benissimo, venivo dai migliori 15 mesi della mia carriera, avevo perso al terzo turno a Wimbledon, per cui avevo avuto tutto il tempo di prepararmi, avevo vinto in Canada, e ho perso al primo turno…”.
Murray ha cercato di rincuorare il serbo ricordandogli di aver avuto un tabellone molto duro, dovendo incontrare subito Juan Martin del Potro che poi sarebbe arrivato in finale perdendo proprio con lo scozzese.
“Poi anche la semifinale di Londra 2012 contro di te – ha continuato Novak – e pure la finale degli US Open, lo stesso anno: ho sbagliato un altro smash molto facile”. Ma Murray ha di nuovo offerto una scusa: “C’era molto vento quella sera, dai…”
Amici e colleghi prima che rivali in campo, hanno dato sfogo al loro lato più nostalgico, consolandosi e scherzando sulle loro sconfitte causate, a volte, dall’altro.
Nella loro diretta hanno poi fantasticato, cercando di immaginare un ipotetico tennista perfetto, fondendo le migliori caratteristiche dei big del tennis. Queste le loro scelte:
Novak Djokovic
Servizio: Nick Kyrgios
Risposta: Andy Murray
Diritto: Juan Martin del Potro
Rovescio: Andy Murray
Volée: Roger Federer
Forza Mentale: Rafael Nadal
Preparazione fisica: David Ferrer
Andy Murray
Servizio: John Isner
Risposta: Novak Djokovic
Diritto: Rafael Nadal
Rovescio: Novak Djokovic
Volée: Roger Federer
Forza Mentale: Rafael Nadal
Preparazione fisica: Novak Djokovic (o Gael Monfils)
Hanno toccato diversi argomenti, tra cui anche la loro routine mattutina: lo scozzese chiede a Djokovic cosa faccia appena sveglio:”Gratitudine, preghiera, qualche respiro profondo, abbraccio mia moglie e sveglio i miei figli” risponde il serbo girando poi la stessa domanda a Murray. Che, ridendo, dice: “Per prima cosa faccio pipì – sorridono entrambi – vado dai miei figli e do’ da mangiare al cane”.
Un pezzo della loro giornata spiattellata davanti ai fan, perché non è da dimenticare che anche le stelle del tennis sono persone come noi, con paure e abitudini ,che lottano contro l’epidemia restando a casa.