Dalla lotteria dei 41 anni di Pepe e dei 39 di Cristiano esce, fatale e letale, il biglietto dei 21 di Francisco Conceiçao. Un cambio, come Pedro Neto, classe 2000, il «servitore». Hranac, esausto e già firmatario dell’autogol, apparecchia la mira al figlio di Sergio. E dal momento che siamo al 92’, Portogallo 2, Repubblica Ceca 1. Perché sì, in vantaggio era andata proprio la squadra di Hasek, con un bel destro di Provod da fuori area.
E bravo Martinez: penso alle staffette, al sacrificio di Leao (un paio di petardi in avvio, poi stop), alle scelte giovani. Se un possesso del 74% non basta, e vai pure sotto, urgono colpi d’ala. O di chiappe. Non che il Portogallo abbia rubato: per carità. Resta però negli occhi quell’infinito e sfinente torello che solo Cierre, alla sua veneranda età, traduceva in fatti: due parate di Stanek (la prima, soprattutto); un gran tacco per Vitinha, murato in extremis; il palo dal quale scaturiva la rete di Diogo Jota (ennesimo panchinaro), tutto cancellato da un offside di ginocchio. Spazio al dibattito: il Marziano rappresenta sempre la soluzione o comincia a essere un problema? Sinceramente: nessuno è insostituibile, ma di alternative fragorose non ne colgo.
E’ mancata, in generale, la magia dell’ultimo passaggio, la scintilla del «dieci»: persino da parte di Bernardo Silva. Il catenaccione della Cechia (un tiro, un gol) ostruiva i valichi, e questo ha trasformato in marmellata il palleggio di Bruno Fernandes e c. Profondità, spalanca le tue braccia, io sono qua…
Morale della notte. Tutte vittoriose, le big, tranne il Belgio. I miei voti (tenendo conto dei rivali): Germania 8; Spagna 7; Francia, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Italia 6,5; Belgio 5.
** A Dortmund, Turchia-Georgia 3-1 (Muldur, Mikautadze, Arda Güler). Ammazza l’asilo turco. Arda Güler (febbraio 2005, Ancelotti) spacca la Georgia con un missile di sinistro. Kenan Yildiz (maggio 2005, Allegri) ne fa uno più «umano» – sarebbe stato il 2-0, annullato per mezzo piede – e offre dribbling alla comitiva. Partita vibrante, sempre sul filo del filo. Palo di Ayhan, golazo di Muldur, ex Sassuolo, con una volée di destro. Azioni di qua, azioni di là. Pareggia Mikautadze su fotta del portiere. Nella ripresa, «Aeroplanino» Montella sposta più al centro il bebé del Real. Mica una cattiva idea, visto cosa s’inventa. Traversa di Kochorashvili dopo un numero alla Platini (o quasi), palo di Davitashvili (più salvataggio sulla linea), cavalcata solitaria di Kerem Aktürkoglu (al 97’). E Calhanoglu? Regia bassa per un tempo, poi un po’ più alta. Ma niente di che. Come Kvara, calzettoni giù (nostalgia canaglia) e dribbling amletici, da presente nebuloso e futuro piovoso. Ricapitolando: una paccata di emozioni, complici (naturalmente) gli errori. E scarto, oggettivamente, esagerato.
di Roberto Beccantini, da Beck is Back – Il Blog di Roberto Beccantini