Il basket alle Olimpiadi non può che evocare i due grandi eventi che ne hanno fatto la storia: la finale di Monaco ’72 e la nascita del Dream Team USA a Barcellona ‘92.
DALL’ESORDIO DI BERLINO ’36 AL 1972
Il basket è alle Olimpiadi da Berlino ‘36. Un esordio che sembra confezionato dal più sadico regista, vista la valenza politica che ha spesso contraddistinto questo sport a livello olimpico. Ai Giochi del III Reich gli Stati Uniti si impongono, come fa Jesse Owens su un palcoscenico molto più grande e iconico (lo Stadio Olimpico, davanti a Hitler e relegando al secondo posto il tedesco Luz Long). L’Italia è presente e raggiunge un discreto settimo posto. Le edizioni successive vedono il dominio americano, contrastato solo in parte da Unione Sovietica e Jugoslavia. Fino all’incredibile finale di Monaco ‘72
MONACO DI BAVIERA ’72, URSS-USA 51-50: LA FINALE PIU’ CONTROVERSA DI SEMPRE
Nell’Olimpiade segnata dal rapimento e dall’uccisione di alcuni atleti israeliani, il torneo di basket vede l’ennesima finale tra Stati Uniti e Unione Sovietica in piena Guerra Fredda. Non è una finale come le altre, vinte con un discreto margine, e si gioca con i sovietici – otto volte di fila campioni europei – in vantaggio fino a +10, prima della reazione americana. Doug Collins, futuro protagonista NBA, mette a segno due tiri liberi: USA avanti 50-49. A quel punto, con 3 secondi alla sirena, i sovietici rimettono la palla in campo dopo che è stato concesso il time-out: niente time-out ma rimessa da rifare. Al secondo tentativo, dopo un solo secondo suona la sirena di fine gara, con i russi che avevano nel frattempo perso palla. La panchina USA, convinta della vittoria, esplode e invade il campo, ma la sirena era suonata per segnalare un errore sul tabellone segna punti. Qui avviene l’imponderabile: il segretario FIBA Renato Williams Jones stabilisce di riprendere ancora dalla rimessa sovietica, ancora una volta con tre secondi da giocare. Al terzo tentativo, la palla arriva ad Alexander Belov, omonimo della stella Sergey, che dopo uno stop al limite dei passi riesce a girarsi e realizzare il canestro finale: 51-50 per l’URSS, per la prima volta olimpionica. Gli americani rifiutano la sconfitta (la prima a cinque cerchi), disertando la premiazione e lasciando vuoto il secondo gradino del podio.
L’EPOCA D’ORO DEL BASKET AZZURRO
Dopo i due quarti posti di Roma ’60 e Monaco’72, l’Italia di Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati e Renato Villalta, allenata da Sandro Gamba, vince una grande medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca ’80. Gli azzurri si ripetono vincendo gli Europei di Nantes 1983 e alle successive Olimpiadi di Los Angeles ’84 centrano il quinto posto. Segue un periodo buio per l’Italia, che tornerà a giocare le Olimpiadi solo a Sydney 2000, dopo essersi di nuovo laureata campione d’Europa nel ’99. È la nazionale di coach Bogdan Tanjevic e di Carlton Myers, Gregor Fučka, Gianluca Basile, Denis Marconato e molti altri ottimi giocatori, che purtroppo non riesce ad andare oltre il quinto posto in Australia, sconfitta contro pronostico ai quarti dai padroni di casa.
IL DREAM TEAM USA
Dopo la clamorosa sconfitta contro l’URSS in semifinale a Seul ’88, gli americani capiscono che non basta più la selezione dei migliori giocatori dei College, così selezionano per le Olimpiadi di Barcellona ‘92 i migliori giocatori in assoluto, provenienti dall’NBA. Con leggende come Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, Charles Barkley, Karl Malone e Patrick Ewing (ma la lista continuerebbe a lungo), gli USA spazzano via tutti gli avversari, superati con un media superiore ai 40 punti di scarto. Il cammino imperioso del Dream Team prosegue quattro anni più tardi ad Atlanta ’96, mentre nel 2000 a Sydney arriva un oro molto più combattuto e sofferto, autentico preludio a quanto accade ad Atene 2004.
LA CADUTA DEGLI DEI E IL SECONDO ARGENTO AZZURRO
Alle Olimpiadi di Atene 2004, il Dream Team non va oltre il terzo posto, sconfitto in semifinale dall’Argentina di Manu Ginobili. L’Italia invece conquista la medaglia d’argento dopo una semifinale entusiasmante contro la Lituania di Macjiauskas e Zukauskas, con una prestazione gigantesca: i lituani vengono sommersi da 18 triple e da un’eccellente prova difensiva. L’Italia di Bulleri, Pozzecco, Basile, Soragna, Galanda, Marconato e Chiacig chiude sul podio, guardando dall’alto in basso il Dream Team americano, solo terzo.
LA REDENZIONE USA E LA SCOMPARSA ITALIANA
Dopo Atene 2004 l’Italia vive un lungo periodo buio, superato dai ragazzi di Meo Sacchetti che tornano alle Olimpiadi dopo tre edizioni di assenza a Tokyo ’20, sconfitti ai quarti di finale dalla Francia. Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, gli americani hanno ripreso a vincere con una squadra che schiera Kobe Bryant, Dwyane Wade, Carmelo Anthony, LeBron James e molti altri colossi che centrano l’oro sia a Pechino 2008 sia a Londra 2012, superando in due grandi finali l’indomita Spagna di Pau Gasol e Juan Carlos Navarro.
TEAM USA 2024
Dopo il rumoroso fallimento dei Mondiali nelle Filippine del 2023, quando Team USA schierò le terze e le quarte linee dell'”esercito NBA”, sotto il segno di Olimpia gli americani non vogliono in alcun modo fallire ancora. Coach Steve Kerr avrà a disposizione i migliori, con l’obbligo – ovvio – di vincere l’oro, che sarebbe il quinto di fila al collo dei maestri a stelle e strisce (il 17° in assoluto, su 20 partecipazioni ai Giochi).
Con gente del calibro di Stephen Curry, Kevin Durant, LeBron James e Anthony Davis, gli americani non possono che vincere, altrimenti per loro varrà il detto (per quanto molto poco olimpico): “Non hai vinto l’argento, hai perso l’oro”
Nel seguito i giocatori del Team USA:
Kawhi Leonard, Steph Curry, LeBron James, Kevin Durant, Jayson Tatum, Joel Embiid, Devin Booker, Tyrese Haliburton, Anthony Edwards, Jrue Holiday, Bam Adebayo e Anthony Davis
Se per Stephen Curry Parigi 2014 rappresenta l’esordio ai Giochi, per LeBron James è un grande ritorno, per la quarta volta olimpico dopo i due ori di Pechino 2008 e Londra 2012 e il bronzo di Atene 2004 (quando – come ci piace sempre ricordare – il secondo gradino del podio era occupato dagli azzurri di Gianluca Basile e coach Carlo Recalcati). L’altra grande stella impegnata nella quarta Olimpiade è Kevin Durant, alla ricerca del quarto oro olimpico, come non è mai riuscito nel basket a nessun altro americano.
PARIGI 2024 E L’ATROCE ASSENZA DEGLI AZZURRI
Due buoni risultati, i quarti di finale raggiunti sia ai Mondiali 2022 contro gli USA sia agli Europei 2023 contro la Francia, non bastano all’Italia per staccare il pass olimpico. Ci giochiamo tutto al torneo preolimpico di San Juan, Porto Rico. I ragazzi di coach Pozzecco, impegnati nel gruppo B con i padroni di casa e il Bahrain, vincono senza soffrire contro la modesta nazionale del Golfo Persico, ma poi la deludente sconfitta contro Porto Rico ci relega al secondo posto. Il “premio” è trovarsi davanti in semifinale la vincente del gruppo A, la Lituania di Jokubaitis e Sabonic, che ha facilmente ottenuto il primo posto nel gruppo B superando Messico e Costa d’Avorio. Il match vede il controllo quasi costante degli avversari, che vincono per 88-64, scrivendo la fine, ancora prima dell’inizio, dell’avventura olimpica azzurra. I lituani vengono a loro volta clamorosamente eliminati nella finale contro un grande Porto Rico, trascinato dal pubblico di casa e da un sontuoso Josè Alvarado. Non resta che leccarci le ferite (come i lituani) e accomodarci davanti alla TV.
IL TORNEO OLIMPICO DI PARIGI 2024
Sono dodici le squadre al via, suddivise in tre gironi da quattro: le prime due e le tre migliori terze passano alla fase a eliminazione diretta, dai quarti di finale alla finale, in programma sabato 10 agosto.
– Gruppo A: Australia, Grecia, Canada, Spagna
– Gruppo B: Francia, Germania, Giappone, Brasile
– Gruppo C: Serbia, Sud Sudan, Porto Rico, Stati Uniti
Partono strafavoriti, neanche a dirlo, gli americani (Team USA) campioni olimpici in carica, poi la Francia padrona di casa, la Germania campione del mondo e, naturalmente, l’intramontabile Serbia. Occhio particolare anche al Canada, più di una mina vagante quali sono Grecia, Spagna e Australia.