Bloooog!
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Se un destino esiste, ebbene lo straordinario pomeriggio di domenica 18 dicembre 2022 a Doha in Qatar, è corso a pareggiare i conti. Lionel Messi, il magico Harry Potter del calcio mondiale, il dio pagano fatto calciatore, che a 35 anni rischiava di andare in pensione, senza aver vinto tutto quello che il suo genio avrebbe meritato, ebbene ha avuto finalmente ciò che gli era dovuto, il suo mondiale tutto personale. E ora, finalmente, il maghetto può legittimamente stare accanto a Diego Maradona, altro dio pagano, al cui confronto l’intero mondo aveva sempre osservato: “Eh ma un Mondiale da solo come Diego, Messi non è mai riuscire a vincerlo”.
E invece no, eccolo: un Mondiale per Maradona nel 1986, un Mondiale anche per Messi nel 2022. Un giocattolo per uno come ai bambini. Trentasei anni per urlare di nuovo Argentina. Un grande paese con forti radici italiane, una delle tante patrie del football, da sempre generatore di campioni, di talenti, di favole indimenticabili: da Pedernera a Kempes, da Passarella a Batistuta, da Di Stefano a Sivori. Fino alla staffetta più bella e simbolica di tutte: da Maradona e Messi. Nel momento più importante della sua enorme storia di calciatore Leo ha sentito il bisogno di stringere forte la madre: con lei questa storia, fatta anche di sacrifici enormi e addirittura viaggi della speranza verso l’Europa, è iniziata, con lei è giusto che la favola si compia.
Una classifica dei più grandi di sempre non è fatta solo di risultati, cifre, vittorie e certezze assolute, non è questione di prove scientifiche ma di impressioni, fatti, storie e soprattutto passioni che non hanno un’unità di misura. Il calcio si pesa in gioia e felicità e dunque stabilire chi sia più grande non è oggettivamente possibile, ma soggettivamente sicuramente sì. Per cui ognuno, tra Maradona e Messi, scelga il suo Personal Jesus e non tenti di convertire a forza il prossimo.
Una finale straordinariamente bella, intensa, dicono la più bella finale mai giocata ai Mondiali: 2-2 al 90′, 3-3 al 120′ dei supplementari, 4-2 ai rigori per l’Argentina. Mbappé e Messi si presentano per primi al tiri, poi la Francia ne sbaglia due ed è fatta. Per un’eccezionale regia occulta, manco ci fosse la buonanima di Hitchcock da qualche parte dietro la macchina da presa, nella partita più importante della sua vita – di Lionel Messi, voglio dire – la Francia prima non è scesa in campo, Kylian Mbappé che di mondiali rischiava di vincerne due senza nemmeno aver attraversato il traguardo dei 24 anni, letteralmente scomparso e annichilito, poi però, arrivato il suo turno, ha trascinato la Francia ai supplementari. Infine il regista occulto ha lasciato che la partita diventasse un regolamento di conti tra i due straordinari protagonisti, entrambi superstar del Psg franco-qatariota (non starò qui adesso a tediarvi con considerazioni geopolitiche sul calcio e i loschi traffici internazionali).
Leggi l’intero articolo su www.bloooog.it, il bar sport di Fabrizio Bocca