Muore nella sua Trieste il grande Nereo Rocco, figura emblematica e storica del calcio italiano del ‘900. Rocco è stato il primo in Italia a introdurre il modulo tattico del “catenaccio” e il primo allenatore italiano a vincere la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. Per oltre 30 anni, dalla metà degli anni Settanta fino al 2006, è stato l’allenatore con più partite in Serie A (787), record ceduto poi a Carletto Mazzone (795).
Nato a Trieste il 20 maggio 1912, il Nereo Rocco calciatore è una mezz’ala sinistra con il fiuto del gol: in 7 stagioni in A con la Triestina colleziona 232 presenze segnando 66 reti. Assapora anche l’azzurro in occasione della gara di qualificazione ai Mondiali del 1934 che l’Italia vince 4-0 contro la Grecia: Pozzo lo schiera a fianco del grande Meazza, ma quella rimane l’unica presenza in Nazionale. Nel 1937 lascia Trieste per andare a giocare 3 stagioni con il Napoli e poi 2 con il Padova.
Da allenatore diventa immortale adottando il “catenaccio” che privilegia l’atteggiamento difensivista per poi ripartire con rapidi contropiedi. Il primo capolavoro avviene nella stagione 1947-48 quando la modesta Triestina si piazza seconda, subito dietro l’imbattibile Torino. Rocco sa motivare i giocatori come nessun altro, è sbrigativo, spesso burbero, esplicito, diretto e tratta i giocatori come un padre padrone; da qui il soprannome di “El paron”.
Con il Padova, altra provinciale, ottiene uno storico 3° posto nel 1957-58. Ma la svolta avviene nel ’61, quando passa al Milan. Rocco vince subito lo scudetto (1962), realizzando l’impresa più significativa a Londra, il 22 maggio 1963, quando guida il Milan alla conquista della Coppa dei Campioni. Con i rossoneri conquista un altro titolo nel ’68 e un’altra coppa dei Campioni nel ’69, oltre a 3 Coppe Italia, 2 Coppe delle Coppe e la Coppa Intercontinentale del ’69. Sotto la sua ala protettrice si sono formati campioni come Rivera, Maldini, Altafini e Trapattoni.