Dici Fed Cup e pensi all’araba fenice, all’oasi che rigenera e rilancia verso nuove conquiste sul Tour. Dici semifinali Germania-Repubblica Ceca e Francia-Stati Uniti e pensi ai tanti protagonisti che hanno incredibilmente bisogno di una spinta importante in paradiso. E temono un’altra condanna in purgatorio.
Sulla terra rossa di Stoccarda, Julia Goerges (n. 11 del mondo) ed Angelique Kerber (12) sembrerebbero favorite dal fattore campo, ma è una questione molto relativa, al via della stagione europea sul rosso, e quindi senza punti di riferimento, e contro Karolina Pliskova (6) e Petra Kvitova (10), pericolose picchiatrici dalle leve lunghe e delicate, col pugno del ko. I precedenti dicono 4-1 di Kvitova contro Goerges, 5-5 per Kerber-Kvitova, 7-3 Kerber-Pliskova e 2-0 Pliskova-Goerges, aumentando ulteriormente l’equilibrio della vigilia del confronto che vede in campo addirittura due ex numero 1 del mondo (Kerber e Pliskova) e una ex numero 2 (Kvitova). I risultati di quest’anno danno leggermente avanti la mancina Kvitova, regina di due Wimbledon e campionessa a gennaio a Doha, che non ha brillato sul cemento americano. Come del resto la Kerber, regina di un Australian Open e un Us Open, anche lei fermata prematuramente a Indian Wells come a Miami, e costretta a uscire dalle “top ten”, aldilà di tante dichiarazioni di intenti e tanti sorrisi dopo la violenta crisi di rigetto da primato. La superficie sembrerebbe favorire la bella Julia Goerges, che è andata in finale a Charleston, pur cedendo a Kiki Bertens, ma la Pliskova, fra le big del confronto di Stoccarda, è quella che recentemente è andata più avanti di tutte al Roland Garros, raggiungendo l’anno scorso le semifinali (ce l’ha fatta anche la Kvitova ma nel 2012). Una cosa è certa: questa Fed Cup farà da spartiacque della prima parte di stagione di tutte loro. Con lo stimolo per le ceche di un’altra finale in casa. E quindi un ulteriore carico di pressione per tutte.
Anche Francia-Stati Uniti si disputa sulla terra rossa, ad Aix-en-Provence, con le padrone di casa, orfane di Garcia e Cornet, che chiedono tantissimo a Kriskina Mladenovic (n. 20 Wta), affiancata dalla veterana Pauline Parmentier (122). Le ospiti sono favorite, con Sloane Stephens (9), Madison Keys (13), Coco Vandeweghe (16) e il ritorno in doppio, dopo l’infortunio, della galvanizzatrice Bethanie Mattek. Fra l’altro, la Stephens ha ripreso coraggio col titolo di Miami riallacciando il discorso con il grande tennis interrotto col trionfo agli Us Open di settembre, ed è 2-0 in precedenti, sia pur datati 2013, contro la numero 1 di Francia. Che è sempre leonessa in nazionale e troppo spesso gattina sul Tour, ed è in svantaggio anche nei testa a testa contro la Keys (1-3) ed anche con la Vandeweghe (1-4), se alla fine capitan Rinaldi promuoverà la biondona in virtù delle passate prestazioni e delle buone condizioni di forma. Ma, anche qui, la Fed Cup è il trampolino ideale per giocatrici di prima fascia che però stentano a trovare un posto decisivo alla tavola dei grandi.
La legge della Coppa non vale solo nelle semifinali World Group, ma anche di playoff vari. Guarda Jo Konta e Naomi Osaka, chiamate all’appello da leader in Giappone-Gran Bretagna. Guarda la coppia di picchiatrici bielorusse Sabalenka e Sasnovich, protagoniste in nazionale, ma non quanto vorrebbero sul Tour, che affrontano la rediviva Schmiedlova, neo campionessa a Bogotà. Guarda Timea Bacsinszky che, dopo i problemi fisici, cerca nuova aspirazione sulla terra di Cluj contro la numero 1 del mondo, Simona Halep, a sua volta a caccia di fiducia sulla strada del nuovo assalto al Roland Garros. Guarda le australiane Barty, Gavrilova e Stosur, strafavorite contro le olandesi, ma bisognose di prove importanti in una stagione importante. E ancora e ancora, sotto la bandiera nazionale, della speranza.
di Vincenzo Martucci
(Tratto da federtennis.it)