Nella lunga storia della racchetta metallica, l’indubbio primato appartiene alla racchetta metallica Wilson , la mitica T2000, la racchetta che consacrò a mito un campione, Jimmy Connors.
Nonostante gli anni e la convinzione di aver già scritto tutto sul tennis, non mancano inaspettate scoperte e storie non note , che arricchiscono questa bibbia profana.
Nel mondo del collezionismo tutto è legato alla rarità degli oggetti e alle nuove scoperte. A volte anche piccoli dettagli fanno sembrare rivoluzionario ed eccezionale un semplice ritrovamento, e quello che sto per raccontarvi, sono certo che appassionerà voi, come lo è stato per me.
A questo nuovo progetto contribuì il brevetto di Howard Norton che si dedicò a consolidare lo sviluppo dell’impugnatura in legno. Le prime racchette avevano molti difetti strutturali, che, ancora oggi, sono ben noti ai tanti collezionisti che ne sono in possesso. Infatti, la racchetta, ad ogni colpo, emetteva un suono come se si stessero suonando le Maracas. Solo qualche anno più tardi, Larned vide realizzarsi il suo sogno, quello di creare una racchetta indistruttibile che avesse una struttura realizzata totalmente in acciaio.
Purtroppo, non fece in tempo a finire il suo progetto e a brevettare con il suo nome la rivoluzionaria invenzione a causa della sua malattia, che lo costrinse tragicamente a metter fine alle sue sofferenze nell’ottobre del 1926. Due mesi dopo, il suo collaboratore Haward W. Norton registrò il brevetto col proprio nome, contraccambiando gli anni di lavoro trascorsi insieme all’ex campione, mitizzando la memoria del suo amico Williams, almeno in parte, nella denominazione del modello: Larned aveva lavorato per realizzare una racchetta che fosse indistruttibile e che durasse nel tempo, e così fu chiamata la sua invenzione “indestructo”. Il lancio avvenne nei primi mesi del 1927 sotto il marchio della Dayton Steel Racquet Company. Una racchetta inventata da uno dei più grandi campioni di tennis di quell’epoca non aveva bisogno certo di grande pubblicità, ma probabilmente, Williams Larned, prima della sua morte volle dettare egli stesso la campagna pubblicitaria che potesse maggiormente suscitare l’attenzione verso la racchetta metallica.
Gene Tunney, campione mondiale dei pesi massimi dal 1926 al 1928, fu testimonial della “indestructo”. Il più grande pugile di ogni tempo trovò in quella racchetta l’attrezzo ideale per il suo tennis, e ciò costituiva il miglior messaggio pubblicitario che si potesse ottenere per una racchetta, poiché fatto dal numero 1 dello sport più seguito degli anni Venti. Tuttavia, nonostante l’impegno della Spalding che ne divenne distributore, le aspettative di vendita della racchetta non furono quelle sperate. E così, accadde quello che poi venne ripetuto circa quarant’anni dopo tra la Lacoste e la Wilson, ovvero, il brevetto della “indestructo”, in una fase di crisi aziendale e passaggio di società, nel 1930 fu ceduto alla Wilson.
Fu così che nello stesso anno nacque la “Wilson Indestructo Steel”, la racchetta interamente di ferro che non temeva cambiamenti climatici.
Per secoli, le racchette sono state costruite di legno con tanti miglioramenti apportati al design. Ma nel 1967, quando la Wilson presentò la T-2000, già denominata RL 7 dalla LACOSTE, la racchetta metallica cambiò per sempre il tennis. Altre racchette d’acciaio erano apparse prima del 1967 e dopo che nel 1922, la racchetta di acciaio della Dayton progettata dalla Champ Open time 7 US e da William Larned, aprì una nuova era nel mondo della racchetta, altre giunsero sempre più numerose sui mercati mondiali: la mitica Spalding Smasher di Pancho Gonzales, la Tensor di Clark Grabner, la Slazenger Plus di Margaret Court, la Seamco senza fori in vista di Ken Rosewall, la Yonex T7500 di Tony Roche, la Chemold di Rod Laver, la Dunlop Volley della Goolagong, la Rawlings di John Newcombe, la Prince Classic di Pam Shriver, la Head Master resa famosa da Bobby Riggs nel 1973 in seguito alla memorabile sfida “Battle of the sexes” con Billie Jean King, la Head Professional S/L di Fibak, la Fischer Match Maker Team di Victor Pecci e ancora tante altre stranezze. In merito alle racchette metalliche la BBC dichiarò: “il cambiamento più amaro nel mondo della racchetta da tennis avvenuto nel corso degli anni è stato il passaggio iniziale dal legno all’acciaio”.
La Wilson T-2000 non fu certo la prima, ma è stata quella che seppe catturare la maggiore attenzione del pubblico e dei professionisti, ma che soprattutto rivoluzionò le scelte di mercato. Era fatta di acciaio inossidabile leggero con una piccola testa e ganci alle estremità a spirale. La leggenda del tennis Billie Jean King cominciò ad usarla e nel 1967 fu la prima giocatrice ad aver vinto uno Slam con una racchetta di metallo. Poi fu la volta di Ann Jones Haydon e, qualche anno più tardi, Jimmy Connors adottò la racchetta in acciaio e “non la lasciò più per 16 anni.” Quando la Wilson, grazie al del brevetto della Dayton, presentò la sua prima racchetta costruita interamente in acciaio nel 1930, spinse il gioco del tennis in una nuova era. I giocatori erano in grado di utilizzare telai più leggeri e resistenti, permettendo loro di avere maggiore controllo sul gioco.
Ma l’evoluzione della racchette da tennis continua ancora oggi: dopo le ProKennex con le sue evoluzioni relativamente alla “CORE 1” di fine secolo scorso, con una sottilissima anima in frassino e la “DELTA X10”, realizzata all’inizio del terzo Millennio con inserti di legno, dopo l’innovativa racchetta di legno realizzata nel 2015 dalla LACOSTE, cos’altro bisognerà aspettarsi dal futuro? Che la Lacoste abbia già tracciato la linea guida da seguire? Si ritornerà di nuovo al legno? Intanto, qualcuno ha iniziato a costruirne, ma la risposta forse si potrebbe trovare in un aforisma del Manzoni: “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.
Salvatore Sodano