La Juventus è una squadra al quadrato, forse addirittura al cubo. Nel senso che qualsiasi evento la riguardi, positivo o negativo che sia, viene moltiplicato più volte per se stesso. E così il 3-0 al neopromosso Como del clone guardiolesco Cesc Fabregas viene celebrato come l’alba di una nuova e ben più radiosa era. Quasi si volesse segnare ancora una volta la chiusura e il definitivo distacco dall’epoca delle tetre Juventus allegriane ormai timbrate a fuoco dal marchio del calcio egoista, speculativo e, racchiuso in due soli aggettivi, brutto e noioso. Miracolo! Finalmente lo spirito santo del gioco ha baciato Madama in fronte. Dicono…
Ora non vorrei recitare la parte del commentatore paludato, mai spericolato, che non spenzola giudizi avventati perché troppo prudente – figurati… – ma davvero le rivoluzioni si fanno assaltando la Bastiglia o il Palazzo d’Inverno, e non certo quattro difensori sorpresi a fare l’aperitivo in spiaggia. E che anzi fino a un certo punto hanno perfino resistito mandando Vlahovic ai matti, e soprattutto affidandosi al gran fondoschiena di pali presi, palloni fuori di poco e persino un fuorigioco che a un certo punto al Var hanno tirato fuori il microscopio per determinarne il pelo di ingiusto vantaggio. (Signora mia, dove andremo a finire con questo Var?).
Non so come facciano, ma in una gran massa di giocatori il cui nome a me dice poco – mica Haaland, Mbappé, Vinicius e Salah! – tanti vedono l’embrione di un calcio nuovo, radioso e forse addirittura vincente. Però intanto i tifosi che non abbiano ancora un diploma di “Match Analyst” a Coverciano e non abbiano un abbonamento professionale a Wyscout devono star lì a smanettare: chi è Mbangula? Per scoprire che è un ventenne belga raccolto fresco fresco dall’orto della Juventus Next Gen. E che Giuntoli e Motta hanno trasferito alla prima squadra, addirittura promuovendolo titolare persino a scapito di altri che il calciomercato bianconero aveva messo ben prima in pole position (Douglas Luiz). In questo non so quanto Giuntoli, già non particolarmente simpatico ai tifosi juventini, possa essere d’accordo…
E così tv, newsroom di calciomercato e gazzette dispensano adesso gran voti ai giovani bianconeri. Da Mbangula a Yildiz, si parla persino di un centrocampo arido e inerte finalmente rinato, addirittura un nuovo e rinvigorito Locatelli.
L’anticristo di Max Allegri, e cioè Thiago Motta, insomma starebbe già proficuamente addestrando una nuova generazione bianconera, facendo quello per cui è stato strappato al Bologna. Lavoro titanico, ambizioso e soprattutto più sopportabile in prospettiva futura per le spolpate casse del tapino Elkann che un certo calcio scellerato ha dovuto sovvenzionare, con 700 e passa milioni negli ultimi anni. Non che gli fregasse qualcosa, immagino, al boss della ex Fiat di quale schema si applicasse o giocasse chicchessia ma ovvio che di quel calcio lì ne avesse le scatole piene per motivi che ben si comprendono.
Detto che i migliori progetti passano anche per i peggiori tormenti (vedi ad esempio il caso Chiesa), a quelli che pensano che il calcio dei giovani sia il paradiso e non comporti rischi, dico solo che la Juve ha fatto acquisti per 200 milioni circa e che altrettanti dovrebbe ricavarne Giuntoli dalle cessioni se solo si riuscisse sempre a chiudere i conti in pari. Impresa invero ben più complicata che oggi far fare gol a Vlahovic.
Se voi dietro Juventus – Como 3-0, gol di Mbangula, Weah e Cambiaso, vedete già tutto questo giuro che vi ammiro.
***Articolo ripreso da bloooog.it,
Bloooog, il bar sport di Fabrizio Bocca