Non è un paese per giovani. O almeno non per giovani star, questa Davis targata-Piqué che verrà riformata ancora dopo 4 anni di critiche perché, per limitarsi a sole due tappe stagionali, è troppo concentrata in un giorno e troppo lontana dallo spirito del fattore-casa e dall’affetto dei tifosi. Chi può, chi ha importanti velleità di fine stagione, la fugge, come Carlos Alcaraz che ha ampie possibilità di riprendersi il numero 1 (da 2) e Jannik Sinner, papabile 4 (da 7), tutti e due molto più interessati agli ultimi 2 Masters 1000 dell’anno e alle ATP Finals. Mentre i grandi vecchi, dal 38enne Stan Wawrinka ai 36enni Novak Djokovic ed Andy Murray, hanno risposto felici alla chiamata della bandiera.
CONTRACCOLPI
Anche il 37enne Rafa Nadal voleva regalare alla patria un’altra stagione di Davis, dopo averne vinte 5, ma si è arreso ancora agli infortuni. E così la Spagna, senza il nuovo alfiere, il 20enne Alcaraz – provato nel fisico e nel morale dalla bocciatura agli US Open dov’era campione uscente – ha perso 3-0 contro Repubblica Ceca e Serbia nelle qualificazioni casalinghe di Valencia e salterà clamorosamente il 21-26 novembre le finali sempre sul terreno amico di Malaga. Dove peraltro 12 mesi fa, sempre senza i suoi assi, perse nei quarti con la Croazia. Come il 20enne Alcaraz, anche il 22enne Sinner, fortemente provato dall’ultimo Slam della stagione, desideroso di colmare i buchi neri del suo bagaglio per riscattarsi nei prossimi appuntamenti sul Tour, dopo aver confermato il sì a capitan Volandri, ha fatto marcia indietro, privando a Bologna la nazionale di almeno un punto sicuro in singolare. Diversa la rinuncia del 23enne Felix Auger Aliassime, protagonista assoluto della storica Davis vinta l’anno scorso col Canada, ha rinunciato dopo una stagione con le gomme sgonfie, e il “gemello” il 24enne Denis Shapovalov è a Bologna ma – ancora col problema al ginocchio – è andato in panchina a tifare per i giovani compagni Galarneau e Diallo, e il veterano Pospisil. Che, comunque, hanno battuto Italia e Svezia 3-0 e, strappando un singolare al Cile a qualificazione già in tasca, hanno concesso all’Italia di decidere il proprio destino, e quindi di garantirsi il biglietto per Malaga battendo la Svezia.
CONTROTENDENZA
Il numero del mondo, Djokovic, ha invece rispettato la promessa e, pur stanco per il 24° Slam conquistato a New York, ha posticipato le vacanze, battendo Davidovich Fokina e qualificando la sua nazione fra le magnifiche 8. Il colpo non è riuscito a Wawrinka, protagonista dell’unica storica Coppa 2014 per la piccola Svizzera, a fianco di Roger Federer: il redivivo “Stanimal” si è arreso alla Francia e Gran Bretagna di Andy Murray. Il quale, dopo aver riconquistato la Davis nel 2015 dopo addirittura 79 anni, pur di essere presente al raggruppamento di Manchester, ha disertato i funerali dell’amatissima nonna.
Pubblicato su Il Messaggero. Foto di Marta Magni