L’avevo sentito dire tante volte, ne avevo captato il senso, avevo ragionato sul fattore psicologico dell’esperienza, e mi ero detto: “Dev’essere sicuramente bello, ed emozionante, anche unico andare a doposcuola da un campione”. Non avevo però ancora vissuto la situazione e mi mancava. Così, quando è arrivato l’invito l’ho abbracciato felice: “Vengo sicuro, e volentieri”. E mi sono gustato appieno la serata al settimo piano dell’hotel Gallia, con le mille luci di Milano sotto gli occhi, i due, entusiasmanti, primi piatti dello chef Chicco Cerea, la simpatia e la gentilezza di Chiara e Francesco, ma, soprattutto, lui, Costantino Rocca. L’avevo sofferto un po’ – lo confesso – al primo incontro, tanti anni fa, avevo cominciato a capire in una chiacchierata olimpica ed ho apprezzato sempre più, negli anni, in parallelo al suo umano disgelo. In realtà era più una corazza da bergamasco buono e vulnerabile, e perciò pericolosamente vulnerabile. Rocca è il pioniere italiano nel grandissimo golf, l’eroe del secondo posto al British Open del 1995, sul mitico Old Course di St. Andrews, con l’indimenticabile colpo dalla strada sulla 71ª buca e il lunghissimo putt sulla 72ª ed ultima buca dei giri regolari che fanno dimenticare la sconfitta al play-off contro il fenomeno John Daly. Rocca è il primo italiano nella nazionale dell’Europa alla Ryder Cup, con addirittura tre presenze, la memorabile Hole in One del 1995 e la vittoria nel singolo contro Tiger Woods del 1997. Rocca è il talento puro, il golfista che s’è fatto da solo, che ha vinto quatto tornei European Tour, quello che tutti ascoltano e che tutti zittisce appena parla lui, Rocca, proprio Rocca, che ci dirige gambe, braccia e ferro mentre tiriamo al Virtual Driving Range nella stanza magica sulla terrazza nel cielo di Milano. E fa miracoli.
Il figlio Francesco, che tutti i giovedì sera dalle 19 dà la stessa lezione ai clienti dell’hotel, ai curiosi in terrazza, ai golfisti con l’Aperigolf, è bravo e disponibile. Ed avrà sicuramente successo. Sessanta euro per un bell’aperitivo in un famoso albergo di una metropoli con in più una lunga lezione di golf da un maestro dallo swing perfetto non sono tante. Anzi. L’idea del simpatico 26enne, che solo a 14 anni ha lasciato il calcio per il golf, sta già catturando molti, diventando un appuntamento fisso dei milanesi. I 250 euro per la Super Edition con Costantino Rocca sono sicuramente più impegnativi, ma quando costerebbero due-tre ore di lezione con un maestro qualsiasi, col contorno di un’ottima cena, di una vista indimenticabile, di un’atmosfera da favola. Ma, soprattutto, come resistere al fascino di Costantino? Io non ci sono riuscito, lo confesso. E neanche le altre cinque persone che erano con me il 10 ottobre e si cimentavano timidamente, sotto gli occhio di un simile campione, sul green virtuale.
“A scuola come suonavi il piffero? Come lo prendevi in mano? Ecco, fai lo stesso con il bastone. Devi avere la sensazione di sentirlo nelle mani, devi trovare la tua pressione, è personale, la presa non è molle, devi vedere due nocche, il pollice lì, il mignolo là, non serve la forza, apri la porta e poi chiudi la porta, proprio così, ed ecco lo swing. E’ un pendolo, tutto si decide dieci centimetri dietro e dieci centimetri davanti alla pallina, gli occhi devi tenerli lì sopra, il centro del movimento è lo sterno, non muovere le gambe, non essere troppo rigido di spalle, non irrigidirti, l’impatto con la palla è più leggero, guarda che palla!, è partita…dai che la mettiamo in buca”.
Rocca, Rocca, Rocca. Ci porteremo sempre dietro quelle parole, la semplicità e la dolcezza del campione, a contrasto con quell’uomo di ferro dai modi burberi, secchi, come il dialetto della sua terra. Ce le porteremo ovunque vedremo una pallina da golf e cercheremo di farla volare insieme alle fantasie che Costantino accese magistralmente dentro di noi nei suoi anni d’oro. E magari il 23 novembre faremo di nuovo capolino sulla terrazza del Gallia per vedergli rigiocare la mitica 18 a St Andrews. Sempre che ci sia posto all’affascinante show orchestrato dai fantastici figli Chiara e Francesco.
Vincenzo Martucci