E dodici l’egemonia di Recco si dilata in modo impressionate col dodicesimo scudetto della pallanuoto maschile negli ultimi dodici anni, peraltro battendo Brescia nelle ultime sei finali.
Sandro Campagna, da commissario tecnico della nazionale, come giudica questo epilogo?
“La striscia di Recco è davvero storica, l’era-Volpi ha garantito vantaggi incredibili per sostenere budget a dismisura, superiore a qualsiasi altra squadra italiana, sia come giocatori che come allenatori”.
Recco è la pallanuto italiana: in tutto sono 31 scudetti.
“Certo, e sembra che abbia nel Dna il discorso della dinastia, perché già negli anni 60-70 c’era stata l’era Pizzo con 9 titoli di fila. Quello che mi colpisce e mi piace veramente è che molti dei sostenitori di allora sono i sostenitori anche di oggi, nel segno appunto di una traduzione che è molto importante e rinsalda il senso di appartenenza. Del resto, la pallanuoto italiana è nata in Liguria, con tanti posti, come Camogli, Sori, Nervi, Bogliasco, con tanti porticcioli naturali, dove si giocava una volta, in mare, con gli spettatori a guardare seduti sugli scogli”.
Però questa dinastia tanto bella per il movimento non è.
“Il momento economico non è positivo già dal 2009-2010, quando le società hanno ridotto il budget: gli sponsor si sono defilati soprattutto negli sport dove hanno meno visibilità. Così Recco è arrivata ad avere addirittura il doppio del budget delle altre società. E, a parte Brescia, che ha giocato la sesta finale di fila, oggi, esiste davvero troppa differenza fra Recco e le altre”.
Geograficamente, però la pallanuoto di serie A maschile è abbastanza ben distribuita in tutto il paese.
“Con Torino che si salva ai playout, Siracusa che si conferma in serie A-1 già nella stagione regolare, con Firenze che può avanzare dalle A-2, con Busto e Brescia che rappresentano il nord, possiamo dire che l’Italia c’è tutta, e questa distribuzione è un fattore di crescita”.
Tecnicamente, chi si è fatto notare di più?
“Alcuni giocatori di Brescia sono in evidente crescita, da Del Lungo a Christian Presciutti, altri giovani si stanno conquistando minuti preziosi come Guerrato e Manzi. E, in generale, la Canottieri Napoli è una gran bella realtà, con tutti ragazzi cresciuti insieme dai campionati giovanili, che ora si sono qualificati ai gironi di qualificazione di Champions League, faccio un appello al presidente Ventura perché acquisti un paio di stranieri per essere competitivi per lo scudetto. E zittisca così le voci di una smobilitazione. Poter lottare per il titolo con ragazzi tutti di Napoli, della stessa società, sarebbe una motivazione in più molto importante”.
Questo campionato aiuterà la nazionale per i Mondiali di Budapest del 17-29 luglio?
“Certo che sì. Io già avevo cominciato all’Olimpiade di Rio l’opera di ringiovanimento, portando cinque ragazzi in, e tutti loro mi hanno confermato che stanno crescendo come minuteraggio e come presa di responsabilità. Mi è anche piaciuta molto l’atmosfera e l’intensità delle final 6 di Torino, dopo le 26 giornate regolari”.
La Serbia resta imprendibile, a livello mondiale.
“Serbi e croati sono avanti, noi possiamo sperare che loro scendano un po’, ma soprattutto dobbiamo crescere di nostro per migliorare la medaglia di bronzo. Dobbiamo essere umili ed “arrapati”, determinati e feroci, desiderosi di colmare il gap. Dobbiamo tenere alto il livello tecnico, fisico e di potenza in ogni partita e per tutte le partite”.
Che cosa ci manca, soprattutto?
“Un po’ più di fisicità”.
Vincenzo Martucci