“Buongiorno, my name is Jannik”. Anche per Sascha Zverev è un ritorno al futuro. Sette anni fa, quando, da ventenne spavaldo che non deve chiedere mai, vinse proprio a Roma il primo “1000”, dominando Djokovic, non era così spiritoso come adesso che ammicca al pubblico italiano quando prende il microfono in mano dopo il sofferto 6-4 7-5 con cui doma Nicolas Jarry. “Ovviamente per me rivincere un 1000 proprio qui dove avevo cominciato rende Roma un posto speciale per me, e questa settimana lo è ancora di più”. Il potente tedesco che sfiora i 2 metri è sempre molto attaccato alla famiglia. “Papà piangeva? Un padre è sempre importante, qualcuno che è lì, nella mia carriera è super importante e abbiamo un bellissimo rapporto anche fuori del campo”. E’ sempre decisivo sull’asse servizio-rovescio: stavolta va oltre, col 95% di punti con la prima e appena 8 gratuiti. Ed è straordinario anche nelle carezze all’altro pivot, il 201 cileno, che non riesce a guardare la famiglia in tribuna senza commuoversi. “Sta giocando alla grande, si vede da chi ha battuto questa settimana (Tsitsipas e Paul). Gli ho detto che se continua avrà molte altre chances a questo livello”.
RIPARTENZA
Il sesto urrà 1000 alla finale numero 11, la prima da Madrid 2022, è il segnale più evidente che Zverev ha recuperato pienamente dal terrificante infortunio alla caviglia delle semifinali del Roland Garros 2022. Tanto da scavalcare oggi al numero 4 del mondo, Daniil Medvedev, campione 12 mesi fa al Foro, e candidarsi autorevolmente fra i favoriti dal 26 maggio a Parigi. “Prima di Roma la stagione sulla terra non era andata come speravo, è sempre questione di trovare il ritmo, sono felice di esserci riuscito proprio prima del Roland Garros. Speriamo di mantenerlo e di giocare anche lì il miglior tennis. Come a Roma dove ho giocato bene dal primo punto del primo match”. Inutile girarci attorno: “Tre semifinali, farmi male mentre stavo giocando il miglior tennis della mia vita… Parigi è segnata sul mio calendario: è il torneo che voglio vincere e che aspetto tutto l’anno. Farò tutto il possibile e vedremo che succede”.
JANNIK
La prima volta non si scorda mai. “Il titolo del 2017 fu speciale, diverso, ero giovane e estremamente fiducioso. Dopo l’infortunio, non ero sicuro se sarebbe arrivato un altro titolo 1000. Questo è speciale a modo suo perché mi dimostra che posso vincere di nuovo questo tipo di tornei. Posso sognare ancora”. Anche sulla dura terra: “E’ lo Slam più duro fisicamente, quello dove la salute è fondamentale. Nole sarà al suo meglio. Rafa giocherà molto meglio di Madrid e Roma. Sinner ed Alcaraz se sono in salute sono due dei migliori al mondo, non ci sono dubbi. Jannik ha pubblicato una foto in allenamento, quindi presumo che stia bene”. E sorride beato. Bentornato, Sascha!
(tratto dal messaggero del 20 maggio 2024) Foto di Marta Magni