Quando si dice le motivazioni. Sue Barker, ex pro brit ormai affermata anchor-woman Bbc, alla vigilia del primo turno da incubo al Queen’s contro Nick Kyrgios, gira ad Andy Murray la stessa domanda che avremmo voluto porgli tutti: che cosa lo spinge, a 31 anni, a rimettersi in gioco, dopo aver vinto tutto ma proprio tutto per diventare immortale nello sport britannico? Che obiettivo può ancora avere dopo essere diventato il primo suddito di sua maestà a rivincere uno Slam, a rivincere Wimbledon, a vincere la coppa Davis, a vincere l’Olimpiade (peraltro a Wimbledon) e a salire al numero 1 del mondo? La risposta del campione reduce da uno stop di 342 giorni dopo l’operazione all’anca è dolce: “Voglio mostrare alle mie figlie come gioco a tennis”. Ora la prima, Sophia, è nata il 16 febbraio 2016, e quindi farà probabilmente in tempo a capire le qualità di papà, ma la seconda, Edie/Eadie, nata a novembre, ci riuscirà? Nel senso, come farà Andy con la schiena e le anche martoriate dal tennis moderno a reggere altri due-tre anni?
Si sa, la realtà scompare davanti ai sogni. Evidentemente, la priorità di Murray, dopo aver soddisfatto tutte le proprie ambizioni sportive (ed economiche) è proprio quella di far capire alle figlie da dove vengano notorietà e ricchezza, e magari anche il fascino dello sport. Del resto, questa intima necessità di spiegare ai figli che cosa si è costruito prima che arrivassero loro nella propria vita non è una novità. Forse il primo ad esternare in modo così palese questa sensazione è stato Tommy Haas, che ha prolungato la carriera, a dispetto di mille infortuni. Nel novembre 2010, felice perché la moglie, la bella modella Sara Foster gli aveva dato la prima figlia, Valentina, il tedesco, poi naturalizzato statunitense, annunciò che avrebbe giocato abbastanza perché la figlia potesse vederlo giocare. E a Miami 2013 toccò il cielo con un dito quando la bimba corse in campo ad abbracciarlo dopo il successo su Dolgopolov. Poi, nel 2015, è diventato padre anche di una seconda ragazza, Josephine, e nel 2017 si è ritirato, a 39 anni, diventando il direttore del torneo di Indian Wells.
Anche Roger Federer ha sicuramente guadagnato nuove motivazioni dall’arrivo della doppia coppia di gemelli, Myla Rose e Charlene Riva, nel luglio 2009, e Leo e Lennart, nel maggio 2014. Che vediamo spesso appollaiati in tribuna a tifare per papà, 36enne all’anagrafe, ma chiaramente senza età. Aspettiamo notizie da Rafa…
Vincenzo Martucci
(tratto da Federtennis.it)