La vita comincia a 30 anni. Nel tennis si può. Anzi, ormai, si deve. Con tecnologia e allenamenti, con esperienza e maturazione. Questa è la morale della finale di Umago, comunque ci concluda, che avrà come vincitore morale Attila Balazs, il ragazzo di Budapest del 27 settembre 1988, numero 153 Atp nell’ottobre del 2010, semifinalista al torneo di Bucarest 2012 (battuto da Fabio Fognini…), maestro di tennis, nel 2014, dopo troppi problemi fisici, al rientro sull’Atp Tour nel 2016, operato all’anca a fine 2018 e ora protagonista, da promosso dalle qualificazioni, da appena 203 del mondo, a castigatore nel torneo principale croato di Galovic, Krajinovic, Travaglia e Djiere. Alla vigilia della sfida decisiva contro Lajovic che lo porterà comunque alla nuova classifica di 153 del mondo.
La svolta, in realtà è avvenuta prima, nel torneo di casa di aprile, quand’ha ringraziato gli organizzatori per la wild card toccando i quarti, ed accendendo gli animi con la rimonta da 0-40 sul 5-2 decisivo contro Millman. Cinque punti indimenticabili che gli hanno fato confessare al microfono in campo: “Fare il maestro era troppo noioso. Mi sono visto troppo giovane nel ruolo di allenatore e ho avvertito dentro di me le motivazioni per tornare. Ho sentito che non avevo niente da perdere e ovviamente ora sono molto felice della decisione, soprattutto vincendo a casa mia, sotto gli occhi di amici e parenti”. Un torneo favoloso, durante i primi passi del nuovo rientro alle gare, dopo sette mesi di forzato stop. “Il più sorpreso sono io, ero convinto di recuperare molto in fretta, ma non pensavo di fare bene così velocemente”.
Volere è potere. Balazs era già tornato in azione nell’agosto 2016 e, già nella prima stagionata aveva firmato dieci tornei ITF, nella collezione di 29 titoli di primo livello, cui sommare il Challenger di Palermo 2010. Passando quindi al gradino successivo, i Challenger, dove aveva sfoderato le armi migliori: servizio kick e smorzata, “colpi ideali per la terra rossa”. Accompagnando i nuovi sorrisi nel tennis a quelli familiari, con la prima figlia, Izabella, nata nel febbraio 2017, e questa formidabile occasione, senza punti Atp da difendere negli ultimi mesi dell’anno per fare un salto decisivo, ed inedito, nei primi 150 del mondo.
Oggi, Balasz dal gioco essenziale, che cerca di conquistare continuamente centimetri di spazio e poi spinge deciso dall’altra parte del campo per chiudere il punto, andando spesso a rete, è in fiducia: “Me la sono fatta nei tornei minori, ora so che posso fare bene contro questo livello di avversari. E poi è arrivata questa settimana speciale a Umago, non è che giochi tornei del primo circuito Atp tutte le settimane, e qui hai salvato sette match point nel primo turno e arriva addirittura in finale. E’ una cosa speciale”. L’esperienza gli ha dato una mano: “Questo è uno dei tornei più belli del Tour, è vicino a casa mia, ci avevo giocato un paio di tornei ITF, un paio d’anni fa avevo passato le qualificazioni e al secondi turno avevo perso contro Goffin. Mi è sempre piaciuto”. Male che vada col tennis ha una porta aperta in un’altra attività che ha praticato molto quando non poteva esprimersi con la racchetta da tennis: il biliardo: “Un giorno proverò a diventare un professionista anche su quel tavolo verde”.
*Articolo ripreso da: Supertennis.tv*