Frankie Dettori, in sella a Star Catcher, ha conquistato ad Ascot il 18° gruppo stagionale di gruppo 1, il terzo insieme alla femmina allenata da John Gosden. A quasi 49 anni (li copie il 15 dicembre). Era arrivato a 17 nel 2001 e si era raggiunto a Parigi con Anapurna nel weekend del terzo Arc fallito a bordo di Enable. Il conto globale è di di 669 pattern, 256 di primo gruppo.
Ci sono tante date che non si dimenticano nella carriera di Lanfranco, chiamato universalmente Frankie, Dettori. Date che non potrà dimenticare lui e la sua famiglia, date che resteranno scolpite per sempre nel mondo dell’ippica, nel galoppo in particolare. Una di queste è il 28 settembre 1996; ippodromo inglese di Ascot. Un tempio, come è Wimbledon per un tennista o un Tour de France per un ciclista. Quel giorno Dettori, fantino milanese ma di origini sarde, ad Ascot, davanti alla Regina Elisabetta vince tutte e sette le gare inserite nel ricco programma di una giornata che per l’Inghilterra è sacra. Centra il Magnificent Seven. Il giorno dopo non c’è un giornale o una stazione tv al Mondo che non annunci il “miracolo di Frankie”. I tabloit inglesi hanno tutti in prima pagina la sua foto mentre urla davanti alle telecamere la sua gioia. Un urlo che sembra quasi “uscire” dalla foto e entrarti nelle orecchie, nella testa. Nel cuore.
Frankie è figlio di un grande fantino italiano, anche lui tra i migliori interpreti del galoppo mondiale, Gianfranco Dettori. Una carriera, quella di papà Gianfranco, costellata da innumerevoli successi in ogni parte del Mondo. Gianfranco crede nel suo Frankie e all’età di 15 anni il ragazzo si trasferisce in Inghilterra, a Newmarket, nella contea di Suffolk. A Newmarket si annusa sport di qualsiasi genere, qui è nato Bernie Ecclestone il “papà” della Formula 1. Si tifa calcio e tennis, ma le corse di galoppo hanno qualcosa di magico, toccano nell’animo gli abitanti di Newmarket. La corse non sono solo una gara dove si tifa, si scommette, si vince e si perde. Qui è un giorno di festa. Papà Gianfranco sa che il figlio ha talento, ma che da solo non può farcela a diventare il numero uno. Lo affida così alla saggia esperienza di Luca Cumani, un altro fantino italiano che ha fatto successo oltre la Manica. Cumani è paziente con quel ragazzo che sprizza vitalità e che sa trattare con i cavalli.
Il ragazzo è spavaldo, sicuro, simpatico, brillante. Si inventa una discesa da cavallo dopo ogni vittoria molto particolare. Braccia in alto, salto da cavallo e appoggio con i due piedi a terra. Volo d’angelo. Si piace e piace alla gente. Dichiara al Mondo che fa il tifo per l’Arsenal e per la Juventus. Come a ribadire che lui è ormai inglese ma pure italiano. Nell’ippodromo di Capannelle a Roma, ancora giovanissimo, dopo una vittoria Frankie tira fuori dalla giubba una maglia della Juventus e fa il giro di pista sventolando quel trofeo. Esporre quella maglia a Roma è tosta, ma Frankie è talmente mito, idolo, come una rock star, che il pubblico dell’ippodromo romano gli “perdona” l’affronto. Per lui ci sono solo abbracci, richieste di autografo e nessun fischio. Qualcuno gli sussurra: “vabbè però diventa della Roma, tu sei onesto, come fai a…”.
Frankie Dettori fa gola a tantissimi proprietari. Tutti vorrebbero i suoi servigi in esclusiva e tra le tante offerte la spunta quella (ricchissima) del team Godolphin, di proprietà dello sceicco degli Emirati Arabi Mohammed bin Rashid Al Maktum. Qualcuno tra verità e leggenda dice: “Lo sceicco era pazzo di Frankie e gli offrì la luna”. Il matrimonio è di quelli “…e vissero felici e contenti”. Frankie può contare sui migliori cavalli e allenatori al mondo, allo sceicco non mancano certo le possibilità per acquistare nelle più prestigiose aste, i cavalli o gli stalloni migliori. La carriera di Frankie è lanciata. Vince ovunque gareggi e ovviamente in tutte le più grandi corse di Gruppo 1, alla partenza Dettori c’è sempre. Spinge, per quanto può, con lo sceicco per farlo correre in Italia nei grandi appuntamenti romani dei Premi Parioli, Regina Elena, Presidente della Repubblica e ovviamente il Derby. In un weekend di aprile per non perdere due corse a Capannelle parte il sabato mattina da Londra, arriva alle 14 all’ippodromo di Roma, monta, vince una gara e un’ora dopo su un aereo privato dello sceicco Mohammed decolla da Fiumicino destinazione Dubai.
Tra tante rose però non possono mancare le spine in una vita, tra l’altro così intensa. Il 2012 è l’anno no di Dettori. Il rapporto con la scuderia Godolphin si interrompe improvvisamente e a Parigi viene trovato positivo alla cocaina. Gli viene comminata una squalifica di 6 mesi. Frankie trova conforto nell’affetto della famiglia, esce dalla vita pubblica e paga carissimo questo scivolone. Ad un tratto tutto sembra macchiato e come spesso accade, diversi di quelli che lo avevano osannato, giurando sull’amicizia eterna, gli voltano le spalle. Ma quando il buio viene lacerato dalla forza del sole Dettori riparte. Vuole riprendersi quello scettro che qualcuno troppo frettolosamente gli aveva tolto.
E lo fa alla sua maniera. Tornando il re del galoppo mondiale.
Il Prix de l’Arc de Trionphe è una corsa che si disputa dal 1920 ogni prima domenica di ottobre all’ippodromo di Longchamp in Francia. E’ con Ascot la perla del galoppo. Una classica che si corre sulla distanza di 2400 metri con un montepremi di 5 milioni di euro. L’ippodromo, rimodernato nel 2015, contiene 60 mila spettatori. Lo sponsor è il Qatar Rancing end equestrian club. Se vi viene in mente di recarvi a Longchamp per assistere all’Arc i primi biglietti disponibili sono in vendita per l’edizione del 2021. Ma affrettatevi. Dettori vincer l’Arc de Triomphe nel 1995 in sella a Lammtarra. Frankie si ripeterà per altre cinque volte, le ultime due nel 2017 e 2018 con la sua stupenda Enable. Quest’anno si è corso il 6 ottobre e c’era grande eccitazione intorno al terzo tentativo di Dettori e Enable. Sarebbe stato il primo binomio nella storia a vincere tre edizioni consecutive della corsa francese. Non ce l’hanno fatta, Dettori e Enable sono subito scappati in testa allungando su tutto il lotto dei partecipanti ma ai 200 metri Enable ha mollato. Il terreno pesante è stato fatale. Su Longchamp è calato il silenzio poi, come era giusto e naturale, si è alzato un boato per salutare il trionfo del cavallo, per lo più francese, Waldgeist. A 49 anni Dettori era stato battuto nella “sua corsa”.
Ma la sua corsa è anche, e soprattutto, il Royal Ascot l’evento ippico inglese, fondato dalla Regina Anna d’Inghilterra e inaugurato nel 1711, che si tiene per sei giorni a giugno con un programma di 18 gare. Montepremi 7 milioni e 500 mila sterline inglesi. Immancabile la presenza della Corte Reale con la Regina Elisabetta in testa. E anche al Royal Ascot Frankie Dettori è un mito. Quest’anno ha vinto 6 corse in due giornate tra le quali la Gold Cup, corsa di livello mondiale in sella a a Stradivarius. La stessa coppia vincente che aveva incantato la Regina Elisabetta e il principe William con la consorte, la duchessa Kate Middleton anche l’anno prima, il 2018. Dettori ha vinto per ben 7 volte la Gold Cup ma le sue vittorie al Royal Ascot in 32 partecipazioni sono 66. Una cosa pazzesca. Dopo la vittoria a Ascot nel 2017, Frankie fu fatto accomodare nel Palco Reale per scambiare due chiacchiere con la Regina Elisabetta. Il mondo voleva sapere cosa si erano detti. “Mi ha detto bravo, well done – dirà Dettori – e io gli ho detto che il cavalo era amazing”. Mi è sembrata contentissima. Ma quella non fu la sola volta con la Regina. “Accadde dopo una festa a casa mia, i miei cani sparirono, il giorno dopo mi chiamò la moglie del manager della Regina la quale mi disse che i cani erano da lei e che se passavo potevo incontrare anche la Regina. Presi mia figlia Elia di 10 anni e andammo. La Regina era vestita in viola con bottoni d’oro e stava bevendo un gin tonic. Ne presi uno anch’io. Arrivarono i cani che per la gioia fecero pipì. Elia cercò di coprire e la Regina sorrise. Incredibile eh”.
Frankie ha vinto corse di Gruppo 1 in Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia, Irlanda, Stati Uniti, Hong Kong, Giappone, Emirati Arabi Uniti, Canada, Singapore, Qatar, Australia e Sudafrica.
Fino a ora.