Esordisce in Nazionale Paolo Rossi, giovane attaccante del Vicenza di appena 21 anni con alle spalle appena 17 gare di Serie A. Quella che Enzo Bearzot schiera a Liegi contro il Belgio è una squadra sperimentale in vista dei Mondiali d’Argentina. In porta c’è il debuttante Conti, terzini sono Gentile (13 presenze) e Maldera (3), stopper Manfredonia (2), libero Scirea (6), a centrocampo Patrizio Sala (3), Tardelli (16) e Antognoni (capitano con 26 presenze), sull’ala destra Claudio Sala (3), in attacco Rossi, all’esordio appunto, e Pulici (16).
L’Italia vince la partita 1-0 grazie alla rete di Antognoni al 28′ della ripresa; tutti i giocatori scesi in campo a Liegi, aeccezione di Paolino Pulici, saranno convocati da Bearzot per i Mondiali d’Argentina e cinque di loro (Gentile, Scirea, Tardelli, Antognoni e Rossi) formeranno l’ossatura della squadra Campione del Mondo 4 anni dopo a Madrid.
La vita di Paolo Rossi sembra un romanzo: nato a Prato il 23 settembre 1956, subisce tre operazioni al menisco prima di compiere 19 anni. Allodi, impareggiabile general manager della Juventus, lo scova in una squadra di dilettanti alla periferia di Firenze e lo acquista per una dozzina di milioni. Alla Juventus però non ci credono tanto e così va in prestito al Como. L’esile attaccante dalle ginocchia fragili finisce in B al Vicenza di Giovanbattista Fabbri che lo trasforma da ala in centravanti; Rossi trascina i veneti in A e l’anno dopo a uno storico secondo posto vincendo la classifica dei cannonieri con 24 centri in 30 gare. In Nazionale soffia a Graziani la maglia numero 9 di titolare. In Argentina va a segno tre volte: contro Francia, Ungheria e Austria diventando “Pablito”.
Dopo il Mondiale diventa l’affare del secolo e il suo cartellino finisce alle buste per risolvere la comproprietà tra Vicenza e Juventus. Boniperti offre 800 milioni di lire, Farina lo sorprende con 2 miliardi e 600 milioni. L’anno dopo è da dimenticare, segna 15 gol ma il Vicenza retrocede. Si apre la pista Perugia che lo porterà nella triste tenaglia del calcio scommesse rimediando una squalifica per due anni. L’inferno dura fino a tre gare di Campionato dal Mondiale, quando con la maglia della Juventus gioca e segna contro l’Udinese convincendo Bearzot, che ha già perduto Bettega per infortunio, a portarlo in Spagna.
Nella fredda Vigo è il peggiore in assoluto, poi a Barcellona si scalda con la fantastica tripletta al Brasile, con la doppietta alla Polonia e con il gol che apre le marcature della finale. Così Pablito diventa “PaoloRossi”, veicolo planetario del calcio italiano nel mondo. Pallone d’Oro 1982, Rossi ha vinto in carriera con la Juventus due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Campioni, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Nell’estate del 1985 passa al Milan, viene convocato per i Mondiali del 1986 ma non scende mai in campo e l’anno dopo lascia il calcio con la maglia del Verona. In Nazionale, con 20 reti in 48 gare, è tra i migliori marcatori di tutti i tempi, il primo ai Mondiali con 9 centri, come un certo Roberto Baggio.
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