A Lake Placid, durante i Giochi Olimpici, si disputa la più importante partita di hockey su ghiaccio della storia tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. In piena Guerra Fredda e a pochi giorni di distanza dall’annuncio ufficiale di Jimmy Carter, presidente americano, di boicottare i Giochi Olimpici di Mosca, per protesta all’invasione sovietica dell’Afghanistan.
In palio, tra le due superpotenze mondiali, la supremazia nel girone all’italiana che assegna le medaglie senza una vera e propria finale.
L’Unione Sovietica, vittoriosa ai Giochi del 1964, 1968, 1972 e 1976, è avanti prima 2-1 e poi 3-2 e sembra avviata a una facile vittoria. Ma nel terzo tempo Mark Johnson segna la rete del pareggio e due minuti dopo, Mike Eruzione, il capitano, esce dalla panchina, segue l’azione, raccoglie il passaggio di Pavelich e al volo spara un missile imparabile verso la porta di Myshkin: il risultato finale è 4-3 per gli Usa che vincono l’oro battendo poi nell’ultimo match del girone la Finlandia.
La partita di Lake Placid passa alla storia come il “Miracolo sul ghiaccio” poiché, una decina di giorni prima, le due squadre si erano incontrate in una amichevole preparatoria ai Giochi e l’Urss aveva stracciato gli Usa 10-3.
Nel girone eliminatorio gli Stati Uniti sorpresero molti osservatori con il loro gioco fisico e ben coordinato che consentì ai padroni di casa di vincere un match molto importante contro la fortissima Cecoslovacchia, piegata 7-3.
Con quattro vittorie e un pareggio, gli Usa si qualificarono per la poule finale che assegnava le medaglie. Nell’altro girone i Sovietici passeggiarono contro Giappone (16-0), Olanda (17-4) e Polonia (8-1).
Le due formazioni si preparano alla sfida con metodi differenti: l’allenatore dei Sovietici, Viktor Tikhonov, fece riposare i suoi giocatori migliori lasciandoli svagare, quello americano,invece, Herb Brooks, continuò con due sessioni giornaliere di allenamenti per non lasciare nulla d’intentato.
Curiosità: Mike Eruzione è il cugino di primo grado di Connie Eruzione, prima moglie di Giorgio Chinaglia, con cui ha avuto tre figli.