“Le partite non si vincono solo in campo ma con tutto il lavoro che facciamo prima”. Parole sante di Jannik Sinner dopo il successo a Rotterdam, che riflettono perfettamente anche il meraviglioso destino di Jasmine Paolini. La tennista toscana è l’esempio flagrante di chi, negli anni, ha saputo superare i propri limiti e costruirsi su misura un tennis sempre più solido ed efficace, sapendolo adattare con intelligenza al proprio fisico e alle proprie caratteristiche tecniche. Risultato: a 28 anni, al “Duty Free Tennis Championships” di Dubai, “Jas” accede per la prima volta alla semifinale di un Masters ‘1000’, dopo il forfait di Elena Rybakina prima di disputare i quarti a causa di un’influenza gastrointestinale.
Un percorso perfetto finora a Dubai per la pupilla di Renzo Furlan. Al primo turno ha sconfitto la n. 14 del mondo – e 11 del seeding – Beatriz Haddad Maia, superandola in rimonta al terzo set (4-6 6-4 6-0); poi ha dominato per la prima volta in quattro confronti diretti la n. 33 Leyla Fernandez (6-3 6-4), in quella che si può considerare la rivincita di Siviglia; infine, ha travolto la testa di serie n. 8 Maria Sakkari (6-4 6-2), accedendo per la seconda volta in carriera ai quarti di un ‘1000’. Con il ritiro della kazaka, giunge la prima semifinale in questa categoria e un altro importante traguardo perché l’azzurra corre veloce verso il nuovo best ranking: attualmente è n. 26 del mondo ma, da lunedì, sarà virtualmente n. 21 con uno sguardo alla top 20.
Dicevamo, un percorso che viene da lontano, da quando la “piccola” Jasmine – 1 metro e 63 centimetri – faceva ancora fatica ad adattarsi ai campi in cemento outdoor e a contrastare i ritmi forsennati delle giocatrici più alte e potenti. Poi, passo dopo passo, grazie a pazienza e fiducia, Paolini è riuscita a superare un lungo e fastidioso problema al ginocchio (nel 2022) e ad apportare al proprio tennis quei giusti accorgimenti per trovare le misure anche sulle superfici a lei meno congeniali, sfruttando al meglio la velocità di braccio – il dritto, in particolare – e la grande rapidità dei piedi. Grande merito, per questo, va anche a Renzo Furlan che la segue ormai da quasi quattro anni e che è riuscito a farle acquisire una certa continuità non solo durante le partite ma anche fuori dal campo, così come una gestione più positiva della tensione. Un allenatore rassicurante e riflessivo, ex allievo di Riccardo Piatti, che ha sempre avuto grande fiducia nel tennis femminile e nel potenziale di Jasmine e che, con la giusta calma e capacità di analisi, l’ha orientata anche verso il miglioramento delle strategie in campo.
Nel 2019 la tennista di Castelnuovo di Garfagnana ha fatto il suo debutto in Top 100, nel 2021 è entrata in Top 50, alla fine del 2023 ha scavalcato la Top 30, per poi raggiungere il suo primo best ranking alla posizione n. 24 nel gennaio 2024. Campionessa a Portorose nel 2021, ha disputato la finale a Cluj-Napoca nel 2022 e a Monastir e Palermo nel 2023. Poi, un crescendo sempre più prestigioso con il primo ottavo Slam disputato agli Australian Open quest’anno e, appunto, la prima semifinale in un Masters 1000 a Dubai. Senza dimenticare l’ottimo rendimento in doppio. Insieme a Sara Errani, Paolini ha vinto poche settimane fa il titolo a Linz, a Monastir nel 2023 e il torneo di Melbourne 1 nel 2022.
A Dubai lo “scricciolo”, come la chiama affettuosamente coach Furlan, può sognare il colpaccio della prima finale ‘1000’ in carriera. Dall’altra parte della rete ci sarà la rumena Sorana Cirstea che, di colpacci, ne sa qualcosa. Contro la campionessa di Wimbledon Marketa Vondrousova, nei quarti a Dubai è riuscita a sovvertire totalmente l’andamento dell’incontro poiché, da 6-2 5-1 sotto, ha salvato la bellezza di sei match point, ha trascinato l’avversaria al tie-break vincendolo per 7 punti a 1, per poi stordirla del tutto e imporsi al terzo con lo score di 2-6 7-6(1) 6-2 in 2 ore e 40 minuti di gioco.
Classe 1990 ed ex n. 21 del mondo (ora è n. 22), Sorana è ormai una veterana del circuito. Esplode nel 2009 giungendo ai quarti al Roland Garros ma non riesce a mantenere continuità. Giunge in finale a Toronto nel 2013 ma poi, a partire dal 2014, affronta un periodo complicato tra infortuni, stop e alti e bassi. La rinascita avviene nel 2021, in cui vince il secondo titolo della carriera a Istanbul (il primo lo aveva conquistato a Tachkent, nel 2008) e, soprattutto, disputa la prima semifinale ‘1000’ a Miami nel 2023 e, nello stesso anno, il secondo quarto Slam a New York. Contro Jasmine parte sfavorita sulla carta perché l’azzurra ha vinto i loro due precedenti, il primo sul duro a Portorose, quando vinse il torneo, e il secondo al Roland Garros l’anno scorso; entrambe le partite sono state particolarmente lottate e si sono risolte in tre set.