La pandemia. Lo scoppio della pandemia ha modificato “drasticamente” gli stili di vita di tutti noi, basti pensare all’assenza di attività fisica e sportiva che sta influendo negativamente sulla forma fisica e sulla salute mentale.
Tutto chiuso!
La chiusura delle palestre, dei campi da calcio, delle piscine, dei parchi, dei centri di danza e di fitness, impedisce a molti/e di dedicarsi alle abituali attività fisico-sportive, individuali o di gruppo, al di fuori delle proprie case.
Le conseguenze
Le conseguenze sono diverse:
- si tende a essere meno attivi fisicamente;
- si perde il tono e il volume muscolare;
- si perde in coordinazione, equilibrio ed elasticità;
- si abbassa la capacità polmonare;
- si è spesso svogliati, abulici, poco attenti;
- ci si isola nella propria “bolla” a casa e in questo modo ci si sente sicuri e invincibili;
- si perdono le amicizie;
- il sonno diventa irregolare;
- non si segue un’alimentazione corretta e bilanciata;
- l’alimentazione è spesso sbagliata (dolci in primis) e conseguentemente si aumenta di peso.
In questo periodo di pandemia, senza una regolare “routine” motoria e sportiva, la salute fisica e la salute mentale sono messe continuamente a dura prova:
- il sistema immunitario ha meno difese;
- insorgono disturbi e patologie correlate allo stile di vita sedentario, che possono anche cronicizzarsi;
- si aggravano lo stress e l’ansia di fronte all’isolamento dalla normale vita sociale;
- crescono le difficoltà future da affrontare: “Come saremo dopo?”, “Tutto ritornerà come prima?”, “Come faremo?”;
- cresce l’idea di ammalarsi o che il virus colpisca un famigliare (e i giornali e la TV accrescono a dismisura questo turbamento: basta con i bollettini di guerra!).
Questi stati apprensivi, che spesso trovano sfogo benefico in una camminata, in una corsa all’aria aperta, in una nuotata in piscina, in un’uscita in bicicletta, ora sono vietate e negate!
Le contraddizioni
Tutto vietato, tutto chiuso, però si può andare al Supermercato (uno solo per famiglia!), non si può andare a scuola in presenza, lo sport professionistico può giocare, pure lo sport di contatto a livello giovanile può iniziare i campionati dopo il 6 aprile p.v. e i bambini, invece, possono solo praticare un’attività sportiva individuale in palestra e collettiva all’aperto!
Chi soffre maggiormente di questa situazione?
A soffrire di questa condizione di clausura e di isolamento, senza movimento e sport, dettata dalla pandemia, sono soprattutto i bambini e i giovani, che solitamente trovano nelle attività fuori casa una forma di socialità e condivisione tra coetanei.
Non possono più giocare, non possono più confrontarsi con gli altri in partite o tornei, le competizioni per i più grandi sono senza pubblico, l’ambiente è asettico e non crea tensione!
Conclusioni
Cari Governanti, non servono i “ristori” e neppure i “sostegni” (adesso vanno di moda!) per i bambini e per i giovani, bisogna riaprire le palestre, le piscine, i parchi-gioco, con tutti gli accorgimenti possibili e in sicurezza, bisogna cercare di ritornare alla vita normale il più presto possibile.
E ricordatevi che l’attività fisica e sportiva non è solo benessere, non è solo salute mentale, ma è anche agonismo, confronto e imparare a vincere e a perdere ……. ingredienti basilari nella vita dei bambini e dei giovani!
Prof. Maurizio Mondoni