Si sono appena concluse le NBA Finals, il meglio che lo sport mondiale sia in grado di offrire. I Toronto Raptors sono riusciti a vincere il primo titolo NBA della loro storia, superando la resistenza dei mai domi Golden State Warriors. La cavalcata dei Raptors è stata a dir poco incredibile e dopo aver concluso la stagione regolare con il secondo miglior record della Lega, la squadra allenata da Nick Nurse si approcciava a questi playoff con la consapevolezza di potersela giocare alla pari con chiunque. Se è vero che in pochi avevano immaginato che questi Raptors potessero davvero riuscire ad avere la meglio anche dei fortissimi Warriors, è altrettanto vero che, alla fine, Toronto è giunta alla vittoria con pieno merito.
La cavalcata trionfale dei Raptors
I Raptors si presentavano ai nastri di partenza di questa stagione con delle ambizioni importanti. In estate la dirigenza aveva deciso di separare la coppia Lowry-DeRozan che negli ultimi anni aveva garantito alla franchigia canadese degli ottimi risultati in Regular Season, salvo poi crollare sistematicamente nei primi turni dei playoff. DeRozan era stato sacrificato per arrivare a Kawhi Leonard che, in rotta con i suoi San Antonio Spurs, aveva saltato tutta l’ultima stagione per un infortunio muscolare. Sin da subito, i Raptors avevano lasciato intendere di essere una squadra molto più solida e quadrata rispetto a quella che nelle stagioni passate aveva viaggiato a corrente alternata ed i risultati non sono tardati ad arrivare. Come ricordato anche da La Gazzetta dello Sport, dopo aver chiuso la stagione regolare con il secondo miglior record della Lega, Toronto è arrivata a questi playoff con l’ambizione minima di vincere la Eastern Conference per la prima volta nella propria storia. Dopo aver superato ai quarti gli Orlando Magic con un netto 4-1, alle semifinali di Conference i Raptors hanno dovuto vedersela con i Philadelphia 76’ers del trio Butler, Embiid, Simmons. Proprio contro i 76’ers, i canadesi hanno vissuto gli attimi più difficili di questi playoff, giungendo ad un secondo, dicasi uno, dall’eliminazione, e riuscendo a passare il turno solo grazie ad una tripla sulla sirena di Leonard che ha permesso ai Raptors di vincere la serie 4-3. In finale Toronto ha così dovuto affrontare i sorprendenti Milwaukee Bucks che, trascinati da un Giannīs Antetokounmpo dominante, punta di diamante della Grecia che al 17 di giugno, secondo le scommesse sportive Betway, a quota 1,40, ai prossimi mondiali è la favorita assoluta per la vittoria del proprio girone, avevano chiuso la stagione con il miglior record dell’intera Lega. Le prime due partite giocate a Milwaukee sono state senza storia e sono state vinte dai padroni di casa in modo netto e pesante. Poi, però, qualcosa è cambiato: Leonard ha iniziato a giocare da MVP ed insieme a lui hanno alzato il proprio livello di gioco Ibaka, Gasol, Siakam, Lowry e VanVleet. Quattro vittorie di fila, serie vinta per 4-2 e prima finale di Conference nella storia della franchigia. In finale NBA i Raptors hanno quindi incontrato i Golden State Warriors, reduci dalla vittoria di due titoli consecutivi ed alla ricerca dal tanto agognato Three-peat.
Una serie finale ricca di colpi di scena
Inutile negarlo, nonostante abbiano meritato la vittoria del titolo, i Raptors hanno fronteggiato dei Warriors in grandissima difficoltà. Le prime partite della serie, giocate con Durant ai box, Thompson tormentato da gravi problemi fisici, Iguodala a mezzo servizio e Cousins lontano parente del giocatore che incantava a Sacramento, sono state inevitabilmente condizionate dagli infortuni. Infortuni che sono stati il filo conduttore di tutta la serie e che nell’arco di quattro giorni hanno dapprima colpito nuovamente Kevin Durant, che ha subito la rottura del tendine di achille, e poi, Thompson, vittima della rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro. La fortuna e la sfortuna, tuttavia, sono parte integrante del gioco e se negli anni passati la Dea bendata aveva sorriso ai Warriors in più di un’occasione, quest’anno ha deciso di voltare loro le spalle. Gli infortuni, ad ogni buon conto, nulla tolgono a quanto di buono fatto dai Raptors, sia nel corso di tutta la stagione che nel corso di questi playoff. Nonostante fossero alla loro prima finale Nba, i ragazzi di coach Nurse non hanno mai accusato la pressione ma, anzi, in più di un’occasione si sono dimostrati più pronti e determinati dei Warriors. Dopo sei partite epiche, in cui la lotta per ogni possesso è stata selvaggia, a trionfare sono stati proprio i Raptors che così, per la prima volta, portano alla vittoria del titolo NBA una franchigia non statunitense. L’uomo simbolo del trionfo di Toronto è senza ombra di dubbio Kawhi Leonard, MVP indiscusso delle finali, al suo secondo titolo NBA da protagonista. Leonard, dopo Lebron James e Kareem Abdul-Jabbar, è il terzo cestista nella storia del gioco a riuscire a vincere anello e titolo di MVP delle Finals con due squadre diverse. La sensazione, tuttavia, è che ben presto Kawhi proverà a diventare il primo a riuscirci con tre maglie diverse. Si fanno sempre più insistenti le voci che lo vedono come prossimo giocatore dei Los Angeles Clippers, rivali storici dei Lakers in cui LeBron James sta cercando di fare nuovamente la storia.
Leonard era giunto a Toronto con un unico obiettivo: portare a Toronto il primo titolo della storia della franchigia. C’è riuscito al primo colpo, nonostante lo scetticismo di molti e nonostante i Raptors partissero con tutti i favori del pronostico contro. Quella dei Raptors è una fantastica storia di sport che ci insegna come anche nello sport odierno, con programmazione, intelligenza e coraggio, Davide può ancora riuscire a sconfiggere Golia.