E’ spuntato fuori uno studio specifico del 2011, fatto dal Collegio dentistico di Tokyo, nel quale si sosteneva che “quattordici giorni” di masticazione di gomma americana “possono aumentare il livello di ansia, umore ed errore”. E che quattro settimane di quest’esercizio hanno un impatto assolutamente trascurabile. Quindi: non serve assolutamente a niente, e può risultare soltanto dannoso.
Altri studi danno esiti controversi. Alcuni tendono a dimostrare che il chewing-gum riduce lo stress, altri che promuove un pensiero chiaro, ma solo se lo fai al momento giusto. Come una ricerca sempre del 2011 della St. Lawrence University di New York, dal quale si evince che i test degli studenti-cavia sono migliorati col chewing-gum, ma solo se usato prima e non durante l’esame. Eppure, nei ricordi di tutti noi, ci sono Michael Jordan e Shaquille O’Neal con la loro bella gomma da masticare sempre in bocca, e Joe Parent, mental coach del fenomeno del golf, Vijay Singh, ne ha lodato i benefici anti-stress. Proprio per il movimento stesso della mandibola che, muovendosi, svia la tensione.
O forse no, forse è solo un effetto-placebo, che funziona perché l’atleta crede e quindi vuole che funzioni, ma è pronto ad abbandonarlo se le cose dovessero andare male. O se trovasse un altro sistema. A meno che non diventi una moda, una consuetudine irrinunciabile, come quella dei giocatori di baseball, sempre a masticare tabacco fino a ieri l’altro. Peccato che, a San Francisco, i Giants siano rientrati nella mega-campagna anti-fumo, “Tobacco-Free Kids”. Sembra che ora i giocatori facciano la fila dagli ipnotizzatori per togliersi il vizio. Anche perché, diciamolo, oltre a masticare, sono famosi perché sputano continuamente per terra. Che un bellissimo gesto atletico e messaggio per i giovani non è.
Vincenzo Martucci