In una edizione particolarmente fortunata per l’Italia dei campionati Europei Under 20 a Boras in Svezia abbiamo avuto la conferma di avere in casa un talento vero. E’ veritiero il proverbio secondo cui “chi ben inizia è già a metà dell’opera”, ma non erano certo pronosticabili le vittorie sui 100 metri maschile e femminile di Lorenzo Paissan (10”44) e di Vittoria Fontana (11”40, primato italiano di categoria) ed il ben più significativo oro nei 400 di Eduardo Scotti (45”85).
Ma la conferma che tutti attendevano, anche se è ancora allieva, doveva arrivare da Larissa Iapichino nel salto in lungo, la figlia d’arte che ormai da oltre un anno spopola a livello nazionale. La conferma è arrivata e nel migliore dei modi con un balzo di 6.58, a soli 6 centimetri dal suo primato personale nella specialità. Ma contano poco i numeri, conta il modo in cui è arrivata.
Larissa, che ha festeggiato i 17 anni solo giovedì della scorsa settimana, dopo una qualificazione da protagonista, ha iniziato la finale su una pedana inzuppata di pioggia. Al primo balzo non è arrivata a 6 metri, ma poi ha cominciato a duellare alla grande con le avversarie più esperte di lei. Un anno o due di differenza sono importantissimi a questo livello, significano non solo esperienza, ma anche uno sviluppo morfologico differente. Una battaglia centimetro su centimetro, sino allo stacco vincente. I campioni sono caratterizzati dal fatto di riuscire a dare il meglio nelle occasioni che contano, il turbo del loro talento diventa l’adrenalina del grande appuntamento: c’è chi scioglie e chi si supera.
La Iapichino ha già dimostrato di appartenere alla schiera dei pochi eletti, ma siamo ancora lontani dal poterla dichiarare ufficialmente una campionessa. Anche mamma Fiona May, ritiratasi nei 2005, era una grande agonista, tanto che il suo palmares può contare su due titoli mondiali e due argenti olimpici. Ma la strada per Larissa, che da piccolina era protagonista di uno spot per una merendina insieme a mamma, è ancora lunga. Chi la vede in pedana nota che anche in gara sa sorridere, segno che si diverte, che “gioca”. E questo è un fattore importantissimo. Se saprà mantenerla, questa serenità la porterà lontano.
Ma dovremo avere pazienza, aspettarla ancora per qualche anno lasciandole il tempo di maturare. Ed in Italia non è semplice, perché quando emergi tutti ti vogliono, dal mondo pubblicitario agli studi televisivi. L’esempio migliore è Filippo Tortu: sarà già diventato ricco con un favoloso contratto pubbliciario, ma tutto l’entourage che ora si trova attorno pare avergli levato la serenità,trasformando in un vero lavoro il suo gioco. Non sorride più, gareggia poco ed ogni prova diventa troppo importante. Il suo talento è sotto una pressione che speriamo riesca a sostenere.
Larissa deve ancora completare il suo sviluppo fisico, ed è un passaggio, soprattutto per le donne, ricco di incognite. Non è brava solo nel lungo, ma anche nella corsa come dimostrato i primati personali. Brava sugli ostacoli, nei 400, forse potrebbe tentare un eptathlon. Si spera che conservi la stabilità tecnica di mamma, ma rispetto a Fiona sembra più veloce e soprattutto esplosiva, qualità fondamentale per emergere in atletica. Ma diamole tempo, Larissa Iapichino ha davvero grandi possibilità, lasciamola tranquilla, non rischiamo di trovarcela fra qualche anno nella nostra infinita galleria dei talenti sprecati.