Il terzo turno fra Naomi Osaka e Coco Gauff è il più eccitante degli Australian Open. L’unico precedente, agli Us Open di settembre, è eloquente, col 6-3 6-0 per la giappo-statunitense che, a 22 anni, ha già vinto 5 titoli, tra cui due Slam, ed è salita al numero 1 del mondo, ora è n.4. Mentre la 15enne, che si candida dichiaratamente all’eredità delle sorelle Williams, di titoli Wta ne ha già vinto uno anche se può giocare pochissimo sul Wta Tour ed è appena 66 della classifica. Insieme alla 19enne Bianca Andreescu, canadese di bandiera ma di genitori romeni, che non riesce a recuperare dai suoi acciacchi, Naomi e Coco sono i prospetti giovani più credibili ed intriganti dl circuito. Hanno anche la personalità giusta. Infatti quando chiedono all’afroamericana del prossimo incrocio Cori, che si è autonominata “Coco”, risponde decisa: “Penso che stavolta sarò meno nervosa, allora era la mia prima volta sull’Ashe Stadium, ora siamo più abituate ognuna al gioco dell’altra, ora so che lei ha un gioco davvero aggressivo e io sono pronta ad esserlo ancora di più. E sicuramente avrò più fiducia, perché ho provato la sua palla. Sono favorita perché, in generale, non ho nulla da perdere. Devo solo lottare, sapendo che la settimana dopo avrò un altro match da giocare e quindi ho meno pressione di vincere. Devo soprattutto esprimere il mio miglior tennis, la vittoria dipende da quanto gioco bene”. La bimba non è un bimba. Le chiedono: “Più avanti potresti ritrovare Serena Williams, hai ancora il, supporter in cameretta? Lei risponde sicura: “Abbiamo cambiato casa, perciò non ho poster sulla parete. Sinceramente non ho guardato il tabellone e non so se Serena è dalla mia parte. So solo che devo giocare contro Naomi, e non vedo l’ora”.
Coco spingerà di dritto e da fondo, cercherà la rete, vorrà assolutamente rubare l’iniziativa all’avversaria che gioca un po’ allo specchio. Ma intanto Naomi dribbla la tensione della favorita: “Suo padre mi ricorda tanto il mio, per come parlano. E’ così positivo vedere un papà così positivo e tutta la scena di quei cambi campo con Coco”. Ma i convenevoli terminano presto: “Sia chiaro, il mio obiettivo è vincere gli Slam”. E’ chiarissimo: basta vedere il ruolino di marcia: dal quarto turno degli Us Open, ha vinto 4 partite e il titolo nella natìa Osaka, 6 partite e il titolo a Pechino, una partita al Masters prima di ritirarsi, 3 a Brisbane prima di cedere a Pliskova in semifinale, e 2 a Melbourne. “Ho provato a vincere al massimo ogni match. Perché, quando ho voglia di farlo, finisco per vincere la partita, non importa quale. Anche se sembra una dichiarazione arrogante”, commenta la reginetta a sorpresa degli Us Open 2018 quando domò una furiosa Serena Williams e poi bissò il primo Slam, subito dopo, agli Australian Open di dodici mesi fa.
Non è facile essere campioni. Dopo la bocciatura degli ultimi Us Open contro Belinda Bencic, che aveva battuto due volte l’anno scorso, Naomi ha avuto una reazione dura, con se stessa: “Ci sono momenti in cui accetto la sconfitta, ma dopo quel match ero disgustata perché sin da bambina ho sognato di potermi giocare le finali dei tornei. E così perdere nel quarto turno è patetico”. Da lì la spinta per questa ripartenza trionfale interrotta solo contro Pliskova e dopo aver fallito un match point. Con Naomi che è cresciuta trasformando una delle sue debolezze in una forza: dopo l’infortunio alla spalla del Masters a Shenzhen, ha cominciato a piazzarepiù ace del solito. “Ora ho la sensazione che ogni servizio debba contare veramente e per come sta funzionando questo modo di pensare va molto bene”. Forte anche del nuovo coach, lo stratega belga Wim Fissette, che ha portato Kim Clijsters ed Angelique Kerber a vincere Slam, e ha guidato anche Simona Halep.
Curioso, se la Gauff è la naturale erede di Serena Williams, la Osaka è la giocatrice che più si è ispirata alla regina di 23 Slam. Anche la settimana scorsa, ha postato su Instagram una foto insieme, durante l’esibizione di beneficienza per il dramma dei roghi in Australia e ha scritto: “Io e la mia mamma lol”. Come a identificarsi nel personaggio che più le somiglia dentro e fuori, nello spirito e nei comportamenti. Sentimento reciproco, diverso da quello che la mitica Serena nutre verso altre giovanissime di prima qualità: “Ho sempre avuto una forma di ammirazione per lei perché l’ho incontrata quand’era proprio piccola piccola”. Nel 2014, quando Naomi aveva 16 anni. “Ed è stato davvero bello vederla crescere da allora fino al numero 1 del mondo e a pluri-campionessa Slam. Perciò, ho pensato che la foto fosse carina, anche se non sono la sua vera mamma”. Che mazzate si tireranno Naomi e Coco per conquistarsi l’attenzione e i complimenti dell’idolo Serena Williams?
*Articolo ripreso da supertennis.tv