Dopo Matteo Berrettini, anche Jannik Sinner ha messo una pietra miliare nella sua storia per qualificarsi agli ottavi di finale agli Australian Open. Peraltro inediti in questo Slam, contro il beniamino di casa, Alex De Minaur, vincendo più partite per scrollarsi di dosso il sorprendente Taro Daniel e la fama di “ammazza italiani” (dopo aver eliminato Arnaboldi, Moroni e Caruso nelle qualificazioni). A 20 anni – non dimentichiamo che ha appena 20 anni – l’altoatesino ha superato la nuova realtà di favorito Slam, ha fronteggiato le emozioni di una partenza troppo rapida (3-0), di un aggancio sul 3-3 e poi di un 6-3, anomalo, quasi che le lezioni sotto rete di John McEnroe fossero già cominciate, ha subito un 6-1 – che ricorda, ahilui, altri set persi malamente con l’interruttore spento -, ha resistito a un avversario spiritato che serviva e rischiava e teneva il campo come un top 20 e non come il numero 120 del mondo, vestito da cecchino, ha tenuto testa anche a mastro Riccardo Piatti che, in tribuna, come un qualsiasi papà non stava più nella pelle. Urlandogli di stare calmo. S’è portato il pubblico dalla sua parte e, dopo aver cambiato marcia, ha avuto finalmente qualche aiuto dall’avversario svuotato di energie. Portando per la sesta volta almeno due italiani negli ottavi degli ultimi 8 Slam; agli Australian Open era successo nel 2018 con Seppi (ko con Edmund) e Fognini (che s’arrese a Berdych) e l’anno scorso con Berrettini (ritirato prima di Tsitsipas) e Fognini (battuto da Nadal).
MATURITA’
Jannik è molto più maturo della sua età, certo, lo sappiamo, ma impressiona lo stesso. Janni fa un’analisi precisa: “E’ stata dura. Non conoscevo molto bene Daniel: io fatto qualche non forzato di troppo, lui invece non stava sbagliando tanto. Quindi ha iniziato ad alzare il livello e io nel secondo ho diminuito l’intensità. Non è stata la partita più pulita. Ma al meglio dei 5 set possono capitare momenti difficili. E suo sono andato giù un po’ in tutte le cose nel secondo set, ma anche nel primo dopo il 3-0. Stavo giocando bene, cambiando direzione di palla e attaccando la rete, poi non lo sono più riuscito a fare e lui è entrato in partita”. Jannik tranquillizza un ambiente sempre più in fibrillazione per lui, per Matteo Berrettini e per il Rinascimento azzurro: “Quello che conta è che sono passato alla seconda settimana, sono contento. Cercherò di gestire bene l’off court: quando allenarsi, come comportarsi”. Jannik non si esalta e non guarda oltre l0australiano De Minaur che ha battuto due volte su due, la prima alle Next Gen Finals di Mlano di tre anni fa quand’era ancora uno sconosciuto: “Mi è già capitato di giocare con qualcuno di casa, col pubblico contro. Sicuramente non è semplice ma proverò a essere il più pronto possibile anche perché lui davanti al suoi pubblico gioca sempre bene e so che sarà un’altra partita molto dura, ma sto giocando bene e sono pronto”. Jannik è saggio: “Diu sicuro devo imparare a tenere un livello alto per tante ore, un piccolo calo a questo livello può costare caro. So che devo migliorare, io credo di avere tanto margine in qualsiasi cosa, dunque sarà un altro test anche la prossima settimana, di sicuro dovrò alzare il livello di gioco”.
Imbattuto in Australia tra ATP Cup (singolare) e Australian Open, Jannik fa paura.