Bloooog!
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Proprio non riesco a capire come si possano pagare 70/80 milioni per prendersi Sandro Tonali – per prendere Haaland dal Borussia Dortmund il Manchester City ne pagò 60 più altri circa altri 40 di quote a manager vari – e darne 8/10 a lui all’anno, ma ho imparato anche che esiste qualcuno – anzi, pure tanti, visto il tornaconto… – che va alla pizzeria di Briatore per prendersi una margherita a 25 euro. Che più o meno è la stessa cosa.
Con la scusa che non è la pizza in sé che compri e mangi, ma “un’esperienza”, alla fine evidentemente anche portarsi al Newcastle un centrocampista un po’ più che normale deve essere “un’esperienza”. L’unica maniera che abbiamo oggi di comprendere e spiegarci il calciomercato, è non tentare assolutamente di comprenderlo e spiegarcelo, ma affrontarlo così abbastanza inconsciamente. E soprattutto spericolatamente.
La grande salvaguardia è che i soldi non sono i nostri e dunque a un certo punto “chissenefrega” e “affari loro”. Anche se poi non posso fare a meno di chiedermi quanto dovresti spendere per un centravanti da 15-20 e anche più gol a stagione. E’ presto detto, Aurelio De Laurentiis ha subito fatto salire la quotazione di Osimhen a 180 milioni. Cifra del tutto coerente appunto con gli 80 milioni che saranno spesi dal Newcastle per Tonali. Se qualcuno glieli offre, con relativo superingaggione per lui, non c’è nemmeno da chiederselo: il pacco è presto fatto.
Per adesso in Italia si vende più che si compra, si mira cioè a fare dell’attivo di bilancio al calciomercato. Chiunque si tratti: dalla Juve, al Milan, all’ Inter e via così.
Il modello è quello del Napoli, si smontano dei pezzi della squadra, li si vendono al miglior offerente e si inserisce qualche giocatore nuovo, sperando poi di fare il colpo gli anni successivi dopo apposita esposizione del pulcino centrocampista o centravanti che sia nell’incubatrice di Spalletti (ora Garcia), Sarri, Pioli, Allegri, Inzaghi e così via .
E’ vero che se hai dirigenti capaci – non a caso la Juve sta aspettando Cristiano Giuntoli, separato in casa De Laurentiis, o meglio separato a Capri… – tutto è, teoricamente, possibile. Possiamo anche pensare che il Moneyball sia una scienza esatta e garantita, che esistano calciatori il cui rendimento sia perfettamente identificato e quantificato da un algoritmo o dall’Intelligenza Artificiale, ma è anche vero che sempre dalle parti della roulette o dell’investimento sulle azioni della Caesars Entertanment Corporation (il mitico Ceasars Palace di Las Vegas) siamo. In due parole: ci provi.
Ben vengano i milioni facili dell’Arabia Saudita, nuovo El Dorado mediorientale, e dalla Premier League, praticamente il Fort Knox del calcio europeo, ma non mi illuderei sulla possibilità di produrre con una parte del ricavato campioni come se fosse un allevamento di bovini pregiati. Se ci fate caso siti e giornali sportivi ci riempiono dei destini di infiniti Frattesi o Vicario, torme di centrocampisti e portieri, difensori. Uomini gol veri non se ne vedono, e a livello internazionale sono pochissimi, praticamente divinità cadute in terra.
Trovare dei gran centravanti a prezzo umano è come andare a pescare perle a Rimini. Doveste trovarle sul serio non ditelo a nessuno…
Articolo e foto ripresi da www.bloooog.it