Sfogo di un poliziotto che controlla i varchi delle zone messe in sicurezza a Parigi alla vigilia dell’Olimpiade: “Ogni giorno riceviamo nuove istruzioni, che possono essere anche il contrario di quelle precedenti. Stiamo impazzendo. Le persone protestano con noi perché siamo noi in strada a dover impedire loro di passare, ma non sappiamo nemmeno più dare spiegazioni. Possiamo solo dire che di qui non si passa. Non sappiamo più che fare”.
In questi giorni, è possibile leggere dei disagi causati dalle limitazioni a traffico e spostamenti per il timore di attentati, ma le cronache non danno esattamente l’idea di cosa sta succedendo a Parigi: è il caos totale primordiale, soprattutto nelle zone più famose, completamente transennate e in molti casi vietate anche ai taxi, a cominciare dagli Champs-Élysée. Il problema ancora più grande è che, per garantire queste fasce di sicurezza, non sono state bloccate le strade, ma anche le stazioni della Metropolitana che vi danno accesso.
La Metro parigina ha 16 linee, che coprono un percorso totale di 245 chilometri. Inoltre, ci sono 5 linee della Rer (Réseau express régional), un vero treno che ha stazioni nel territorio di Parigi e che si intersecano con le stazioni della metropolitana. Aperta nel 1900, è una delle più antiche del mondo, preceduta solo da quella di Londra (1863), Chigago (1892), Glasgow (1896) e Budapest (1896). Insomma, questo servizio di trasporto pubblico è davvero efficiente e permette di abbandonare del tutto l’auto privata e di raggiungere comodamente qualsiasi parte di Parigi.
Ma in questi giorni, l’efficienza è andata a farsi benedire. Ben 25 stazioni della Metro e della Rer, che corrispondono ai punti delicati già detti, sono chiuse. Alcune riapriranno dopo la Cerimonia di apertura, altre solo dopo i Giochi paralimpici. In teoria, 25 stazioni chiuse sul totale di 302 della Metro e di 46 della Rer non dovrebbero sconvolgere la vita dei passeggeri. In pratica, la sconvolgono eccome!
Il problema principale non è il divieto di scendere in quelle stazioni per andare nelle zone in cui è vietato l’accesso. Il vero problema è che queste stazioni sono chiuse del tutto e che non possono essere utilizzate per le “corrispondenze” fra una linea e l’altra. Lo “scambio” di linee è il vero segreto per avere una mobilità facile ed efficace. Se salta una di queste corrispondenze, si è costretti a fare giri enormi, sempre in Metropolitana per arrivare al traguardo fissato e questo comporta perdite di tempo anche di un’ora, oltre alla fatica fisica degli spostamenti da una linea all’altra (centinaia di metri in alcuni casi) con una serie impressionante di scale da percorrere.
In proposito, piccola ma grande parentesi. La maggior parte delle stazioni, vista l’età della Metro, non ha strutture adeguate per chi ha difficoltà a muoversi e per i disabili in carrozzina il viaggio è praticamente impossibile. Questo è un altro discorso, non relativo all’Olimpiade, ma ancora più importante perché va oltre la circostanza particolare.
Tornando ai giorni olimpici, il problema della Metro si estende anche a chi ha il Pass olimpico, come i giornalisti. L’organizzazione ci ha dato una tessera, gratuita, per utilizzare Metro e Rer senza alcun limite. Ma le stazioni chiuse sono chiuse per tutti, quindi la difficoltà per arrivare in certi punti è la stessa per accreditati e per semplici cittadini o turisti. Il Pass ha però un vantaggio particolare: se si prende un taxi, ai posti di blocco in cui nemmeno questo può passare, basta mostrare l’accredito e i poliziotti aprono i varchi per il taxi. E questo è come una manna per gli stessi tassisti. Vediamo perché.
Esperienza personale. Cerco di andare al Museo D’Orsay, la corrispondente stazione della Rer è chiusa, vengo rimbalzato in un altro posto che però è all’interno di una zona protetta e ci posso stare solo perché ho l’accredito. Ma ho bisogno di un taxi, Ne vedo uno, salgo, dico al tassista di andare al D’Orsay e lui mi dice che si trova lì perché si è perso all’interno dei divieti e non sa più dove andare, il navigatore non può aiutarlo perché i blocchi non sono registrati. Andiamo verso uno di questi posti di blocco e mostro il mio pass olimpico, la Polizia ci fa passare, il tassista mi ringrazia e finalmente posso arrivare al Museo! E così, per altri tragitti, come in piazza Bastille, completamente transennata e con i taxi che devono fare giri incredibili: faccio vedere il pass e si va, il tassista mi dice di farlo tenere a lui, apre il finestrino, con la sinistra tiene il pass fuori dell’auto, con la destra guida e i poliziotti nemmeno ci fermano.
In tutto questo, va detto che i poliziotti si mostrano cortesi, senza isterismi, e cercano di aiutarci. L’unico problema è che quasi nessuno di loro parla inglese (come la maggioranza dei francesi che si ostinano a non volerlo imparare o quantomeno a non volerlo parlare, facendo finta di non conoscerlo), di solito ce n’è uno solo che lo parla e ha doppio lavoro da sbrigare. Per andare su qualcosa di curioso, le strade di Parigi in questi giorni sono il festival delle sirene della Polizia, auto con lampeggianti blu che sfrecciano all’improvviso. L’altro giorno, l’apoteosi, su rue d’Italie in direzione Place d’Italie: una sfilata di venti auto della Polizia (non è uno scherzo, VENTI davvero) tutte con lampeggianti accesi e sirene a tutto volume. Uno spettacolo!
Le proteste arrivano poi dai commercianti delle zone vietate, che hanno un calo di affari calcolato dal 30 al 70 per cento rispetto a questo stesso periodo negli anni “normali”. Il paradosso è che molti ristoranti, quando questo piano di chiusure non era ancora chiaro, hanno mandato in ferie i dipendenti a giugno per averli adesso nel periodo “pieno”, ma si ritrovano con tutti i dipendenti in servizio e pochissimi clienti. Geniale! In compenso, c’è chi ha rimediato in altro modo, in particolare i proprietari di bar e simili: il costo di una Coca-cola è passato da 4 euro a 13 euro! E’ il capitalismo, bellezza, e tu non puoi farci niente. Beh, la citazione originale, del grande Humphrey Bogart, riguardava il giornalismo, ma la nuova edizione rende l’idea.
In più, fatto che non riguarda i giornalisti, ma i cittadini in generale, quindi con conseguenza più serie, c’è l’aumento dei prezzi della Metro, che ha fatto indignare i francesi, a cominciare dai lavoratori che usano questo mezzo di trasporto. Dal 20 luglio all’8 settembre, i biglietti singoli sono aumentati da 2,10 euro a 4 euro, i carnet da 10 da 16,90 a 32 euro. Per fortuna dei parigini, l’aumento dovrebbe essere applicato solo durante il periodo delle Olimpiadi, come annunciato dall’autorità regionale dei trasporti. Motivo? Copertura dei costi di gestione del trasporto urbano, sotto la pressione di milioni di turisti in più. Quindi, organizzano l’Olimpiade, si prevede l’arrivo di dieci milioni di persone (così hanno detto le autorità) con un uso più pesante dei mezzi pubblici e il costo di tutto questo viene coperto raddoppiando i prezzi dei biglietti per tutti i cittadini che a questo punto diventano i veri finanziatori dei Giochi!!! Siamo alle solite, quando un Paese dice che una manifestazione sportiva, a partire dalle Olimpiadi, sarà organizzata senza che questo pesi sulle tasche dei cittadini, che sarà una manifestazione “sostenibile”, che non ci saranno tasse in più, e bla-bla-bla, beh, possiamo stare sicuri che si sta preparando la grande fregatura. I cittadini di Parigi sono pronti a testimoniare.
Dal nostro inviato a Parigi, Gennaro Bozza