Difficilmente troveremo negli annali del passato un’estate così densa di vittorie, così continua nei risultati e così ostinatamente senza fine. Altrettanto difficilmente ritroveremo in futuro un’altra estate come questa, pur sperando di sbagliarci. Sicuramente non la dimenticheremo mai, come non dimenticheremo nessuna delle date più entusiasmanti – non le uniche – di quando si sono realizzate, spesso quasi contemporaneamente, le imprese più belle, più esaltanti, più inattese. Vale la pena rimetterle in fila, segnandone i giorni sui calendari dei prossimi anni, almeno fino al 2024, quando la torcia olimpica si riaccenderá a Parigi.
Domenica 11 luglio 2021
Italia due volte in finale a Londra.
Nel calcio sfidiamo l’Inghilterra a Wembley. Nel tennis, Berrettini sfida Djokovic a Wimbledon. ”Tra «Wimbly» e Wembley, si snoderà un incredibile filo rosso, bianco e verde che potrebbe tessere la trama di una giornata indimenticabile”, scrive il giorno prima Riccardo Crivelli sulla Gazzetta dello Sport. Lo è stata eccome, anche se Matteo Berrettini non ha superato Novak Djokovic. Delle due finali giocate sui due più iconici prati di Londra, la prima parte alla grande (Berrettini strappa il primo set al n.1 del mondo) e finisce male, la seconda comincia nel peggiore dei modi, col gol a freddo di Shaw, e termina nella maniera più incredibile ed esaltante, con la seconda vittoria di fila ai rigori (dopo la semifinale con la Spagna). Noi, che abbiamo cominciato a detestare i tiri dal dischetto da quella dolorosissima prima volta, quell’Italia-Argentina a Napoli nel ’90 che trasforma le Notti Magiche in un incubo. Noi, che quattro anni dopo nella fornace americana di Pasadena dobbiamo strozzare in gola il grido “Campioni del Mondo”. Noi, che al Mondiale successivo di Francia ‘98 siamo eliminati dai padroni di casa sempre dagli undici metri. Sempre noi, che dopo la rivincita sui cugini d’oltralpe nell’indimenticabile finale di Berlino del 2006 veniamo estromessi dall’Europeo 2008 dalla Spagna. Sempre ai rigori. Ora ne vinciamo due serie in due partite di fila, in semifinale rivincita con le furie rosse, in finale rivincita con… ah no. Con gli inglesi in realtà la rivincita la cercano loro, dopo Euro 2012, quando il cucchiaio di Andrea Pirlo al primo rigore azzurro li manda ai matti. Quale occasione migliore della finale di Wembley? Sono molto sicuri di sé tifosi e giornalisti albionici, pronti a fare titoli provocatori di gusto molto basso. Il Daily Star raffigura una pizza all’ananas, spiegando: “Abbiamo sentito che gli italiani odiano l’ananas sulla loro pizza, pensano che sia spregevole. Li fa impazzire e solo vederne una in foto probabilmente li metterà fuori gioco…”. Per metterci pressione potevano fare meglio, molto meglio. It’s coming home, but at the end, it came to… Rome!
BERRETTINI IN FINALE A WIMBLEDON
All’inizio del torneo, mentre speriamo che la reale possibilità di Matteo Berrettini di arrivare in finale diventi realtà, qualcuno ammonisce: “Se succede, c’è la possibilità che un’impresa così grande passi in secondo piano: se l’Italia di Mancini arriva in finale, che si gioca lo stesso giorno di quella di Wimbledon”. Sappiamo come è andata. Possiamo dire che nonostante la Nazionale di calcio il n.1 azzurro del nostro tennis abbia avuto uno spazio consono sui giornali, forse non nei cuori di molti tifosi inebriati da Chiesa e compagni, ma un tifoso in particolare gli sa reputare il giusto merito. Il Presidente della Repubblica Mattarella celebra al Quirinale sia i Campioni d’Europa del pallone sia il primo tennista italiano in finale a Wimbledon, la cui prima edizione risale al 1877. Anche tra lo staff della Nazionale c’è chi riconosce l’impresa del tennista romano, che ha il piacere di sfilare trionfante per Roma sul pullman degli Azzurri. “Mi sentivo un infiltrato”, dice poi Matteo, e quasi ci piacerebbe – per quanto discutibile – ricordarglielo tra un anno, come motivazione ulteriore per fargli saltare l’ultimo, monumentale ostacolo che si chiama Novak Djokovic. Difficilissimo, non impossibile, Medvedev docet.
OLIMPIADE DI TOKYO 2020 (anche se si disputa nel 2021, ma per esorcizzare la pandemia questo e altro)
Mai così tante medaglie, meglio di Roma ’60 (sia come numero di medaglie d’oro, 14 a Tokyo, 13 a Roma, sia come medaglie complessive, 40 contro 36, lo stesso numero di Los Angeles ‘32). La nostra miglior Olimpiade di sempre. Nonostante la grande e inattesa delusione della scherma (nessun oro come non succedeva da Mosca ‘80), nonostante la mononucleosi che ha ostacolato le gesta di Gregorio Paltrinieri (comunque superlativo, primo italiano a vincere una medaglia sia in vasca – argento negli 800 stile libero -sia in acque aperte – bronzo nella 10 km di fondo – in una stessa Olimpiade), nonostante il flop degli sport di squadra (Settebello e volley donne su tutti: che delusione Egonu e compagne, ma per loro basterà aspettare un paio di mesi…). Nonostante quello che siamo oggi noi italiani, come ha detto molto efficacemente Valentina Vezzali, attuale Sottosegretaria allo Sport: “È stato un anno straordinario in un paese di sportivi da divano”. Già, un bel paradosso: “Tutti pronti a tifare agli Europei, ma poi non si alzano. L’Italia è quintultima in Europa per numero di praticanti sportivi“.
Domenica 1 Agosto
Allo Stadio nazionale del Giappone, la gara di salto in alto comincia con un qatariota, Mutaz Essa Barshim, dagli occhiali da sole futuristici e dalla capacità di saltare che sembra un alieno. Ai primi salti lascia uno spazio enorme fra la sua snella figura e l’asticella. Il nostro Gianmarco Tamberi è lì, molto concentrato pur senza rinunciare alla sua originalità. Man mano che la gara procede l’alieno si fa sempre più umano, accusa la tensione, ma resta l’avversario numero uno. Alla fine, lui e Gimbo sono primi a pari merito, una situazione del tutto imprevista, ma splendida nel suo significato: dopo la sanguinosa rinuncia a Rio, Tamberi conquista la medaglia d’oro, impazzendo di gioia. Pochi istanti dopo Marcell Jacobs colora d’azzurro l’era della velocità dopo Usain Bolt: oro nei 100 metri piani, nuovo record italiano ed europeo col tempo di 9’’80. Marcell corre più forte di tutti, sospinto da anni di fatiche e determinazione per arrivare fin qui, dal tifo della moglie e dei tre figli, del padre texano che l’ha lasciato quando era piccolo ma che lui sa che lo sta guardando commosso. Sospinto anche dal tifo di Gimbo Tamberi, freschissima medaglia d’oro che lo guarda raggiante come a dire: ”Oggi noi italiani ne portiamo a casa due, di ori, lo so”. Jacobs ancora sullo slancio del suo fulminante sprint d’oro abbraccia Gimbo, quasi a ringraziarlo per l’ispirazione, per il felice presagio. Due gare diverse che fanno incrociare ed abbracciare i due vincitori, magie dell’atletica. Un conto però è vederlo in un appuntamento della Diamond League, un altro è alle Olimpiadi. Fu meraviglioso ad Atlanta ’96, quando ad abbracciarsi furono il bronzo dei 3000 siepi Alessandro Lambruschini e l’argento del salto in lungo Fiona May, figurarsi ora, un’unione tra due medaglie d’oro che raddoppiano il nostro bottino del metallo più pregiato, da due a quattro! Tra tanti bagliori, questo è il più fulgido e indimenticabile.
Giovedì 5 Agosto 2021
Un’altra giornata indimenticabile: non uno, non due, ma tre ori nello stesso giorno!
Comincia Antonella Palmisano a Sapporo nella 20 km di marcia, specialità in cui il giorno prima abbiamo vinto l’oro maschile con Massimo Stano. Poco dopo, Luigi Busà supera l’azero Rafael Aghayev nel karate, specialità kumite 75 kg. Nel pomeriggio italiano, la tarda serata giapponese, allo Stadio nazionale del Giappone arriva la terza medaglia d’oro nella staffetta 4×100, prima volta sul gradino più alto del podio per l’Italia, davanti a Gran Bretagna (ancora loro!) e Canada. I nostri quattro eroi si chiamano, in ordine di partenza, Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu (detto Fausto), Filippo Tortu, vincitori col tempo di 37’50, un centesimo meno del Regno Unito. Giusto tre giorni fa la notizia della conferma della positività di CJ Ujah, membro del quartetto britannico, con conseguente espulsione della squadra, argento al Canada e bronzo alla Cina.
Domenica 15 Agosto
A Montreal, C. Giorgi b. [4] K. Pliskova 6-3 7-5, il primo WTA 1000 di Camila
L’incompiuta per eccellenza del tennis italiano, la ragazza dal tennis esplosivo senza il famigerato piano B, incapace di individuare i colpi nei quali tirare a tutta è un rischio inutile. Camila Giorgi sembrava destinata a finire la carriera con questa immagine, ma lei ha sempre saputo che non sarebbe stato così: “Sapevo che prima o poi un grande titolo sarebbe arrivato”, dice dopo la vittoria al WTA 1000 di Montreal. Prima di lei, solo Flavia Pennetta aveva vinto un titolo di questo livello (Slam a parte), nel 2014 a Indian Wells.
Domenica 22 Agosto
Rugby, Inghilterra-Italia U18 17-27, battiamo gli inglesi anche lì!
“Oh ragazzi, dovremmo sfidare gli inglesi a rugby adesso, quest’estate li superiamo anche con la palla ovale!”. Questa la brillante frase che circola, già da pochi minuti dopo la vittoria nella 4×100, sui social e su un’immagine Whatsapp, di quelle che sono la versione contemporanea delle catene di sant’Antonio: su dieci una ti fa divertire, una ti fa sorridere e le altre otto sono totali perdite di tempo. Questa sulla sfida agli inglesi a rugby è quella che ti fa sorridere, perché ok la goduria nell’averli fregati per la seconda volta, dopo Wembley Tokyo, però vincere con loro anche col pallone ovale è fantascienza, specie visto il crollo della nostra Nazionale negli ultimi anni. “Eh ma quest’estate…”, “Eh, vabbè…”, viene da rispondere… e invece succede davvero! A Street, cittadina del Somerset (sì Street, come Strada, del resto se in Inghilterra trovate la città di Rugby, dove il rugby è nato, trovare la città di Street è il minimo), sul campo della Millfield School, l’Under 18 batte i pari età inglesi per 27-17, con 4 mete di Quattrini, Tani, Gesi e Bernardiniello. Come dite? Era solo l’Under 18? Andate a dirlo agli sconfitti, non ne possono più degli italiani…
PARALIMPIADE DI TOKYO 2020 (sempre disputata quest’anno)
Ci si lamenta spesso che i campioni e le campionesse delle Paralimpiadi hanno la soddisfazione della ribalta il giorno che sono sul podio olimpico, ma già dal giorno dopo i riflettori si rispengono subito. Niente di più vero, niente di più ingiusto, visti gli immani sacrifici ma anche le immani soddisfazioni che gli azzurri ci regalano anche nelle altre massime competizioni internazionali, come Mondiali ed Europei. Questa volta, però, i riflettori su Tokyo sono stati accesi alla massima intensità possibile, per tutti i 13 giorni della Paralimpiade. Non poteva essere altrimenti, visto il risultato stratosferico, al di là di ogni più rosea aspettativa, della squadra azzurra. 69 medaglie (ses-san-ta-no-ve!!), di cui 14 d’oro, 29 d’argento e 26 di bronzo. Nono posto nel medagliere, lasciandoci alle spalle il Giappone paese ospitante, la Francia, la Germania, la Spagna. Con il picco assoluto che ci ha fatto andare in visibilio.
Sabato 4 Settembre
Finale dei 100 metri femminile T63, l’apoteosi azzurra
Tre azzurre al via, speranze a mille, ma fino a questo punto mai! Un podio tutto azzurro: Ambra Sabatini oro, Martina Caironi argento, Monica Graziana Contrafatto bronzo. Che meraviglia, le nostre tre ragazze in posa stile “Charlie’s Angels”, avvolte dai tricolori. “Siamo i più veloci del mondo. Siamo i padroni del tempo”, scrive Darwin Pastorin sull’Huffington Post. Dopo l’oro di Marcell Jacobs, dopo l’oro nella staffetta 4×100, dopo oro, argento e bronzo nella 100m T63 paralimpica, qualcuno può forse dire che ha esagerato?
Finale Europeo di volley femminile
A Belgrado, Italia-Serbia 3-1 (24-26, 25-22, 25-19, 25-11)
Rivincita sulle serbe che ci avevano negato il Mondiale 2019 in finale ed eliminato asfaltandoci a Tokyo. Come col calcio a Wembley, che goduria vincere a casa degli avversari! C’è chi dice: “Azzurre imperdonabili, difendevano a muro col triplo della cattiveria che avevano a Tokyo”. Invece è proprio la capacità di rialzarsi dopo una caduta rovinosa l’essenza dello sport e delle Olimpiadi. Al primo appuntamento importante, le ragazze ferite di coach Mazzanti hanno saputo convergere la voglia di rivalsa sul campo, in una cavalcata culminata con la più entusiasmante delle rivincite. Chapeau.
Domenica 19 settembre
Eurovolley maschile
A Katowice, Italia-Slovenia 3-2 (22-25, 25-20, 20-25, 25-20, 15-11)
Mamma mia Fefè de Giorgi, che inizio! Il nuovo ciclo dell’Italvolley maschile parte col botto. La nazionale più giovane dell’Europeo (24 anni di media) raggiunge il successo subito, trascinata dall’MVP Giannelli, dalla solidità di Lavia, dalla sicurezza da veterano del diciannovenne Michielotto, dalla capacità di far girare il tie-break di Romanò, che nel nostro campionato gioca in A2! Quanto è stucchevole chiedersi dove arriveremo, ma quanto è inevitabile…
Mondiali ciclismo su pista
A Bruges, Filippo Ganna campione del mondo nella cronometro individuale
“Molti miei colleghi dopo l’Olimpiade sono andati in vacanza. Io mi sono fermato una settimana e poi ho ripreso a pedalare”. Pippo centra l’oro iridato su strada un mese e mezzo dopo l’oro olimpico su pista, nell’inseguimento a squadre (insieme a Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan), con tanto di nuovo record del mondo in 3’42”032.
Moto GP, Gran Premio di San Marino
A Misano Adriatico, trionfa Pecco Bagnaia su Ducati
In una Misano vestita a festa per salutare Valentino Rossi che ha annunciato il ritiro a fine stagione, un pilota italiano vince su una moto italiana. È l’apoteosi, rappresentata al meglio dall’abbraccio tra il vincitore e il Dottore.
Tennis, WTA di Portorose (Slovenia)
Portorose, J. Paolini b. [3] A. Riske 7-6(4) 6-2, il primo WTA di Jasmine
Jasmine Paolini vince il primo torneo WTA sulla costa slovena. “Felicità allo stato puro”, commenta la piccola venticinquenne di Castelnuovo di Garfagnana, papà toscano e mamma polacco-ghanese. Col suo metro e 60, in molti hanno dei dubbi sulle sue possibilità. Lei, allieva di Renzo Furlan, non li ha amai avuti. Del resto, sono gli stessi dubbi che accompagnavano anche Sara Errani, finalista al Roland Garros 2012…
Domenica 19 Settembre ci ha portato in dote altri quattro grandi successi. Finisce qui, con l’ennesimo botto, l’indimenticabile estate 2021 dello sport italiano? Noi non ci scommetteremmo un centesimo!
Ruggero Canevazzi