L’applicazione dell’intelligenza artificiale (AI) allo sport è ormai una realtà diffusa a tutti i livelli, dal professionismo fino alle attività più amatoriali. Una rivoluzione che sta interessando il modo in cui gli atleti si allenano, migliorando le loro performance, ma anche molti altri aspetti legati, per esempio, allo scouting e alla gestione dei match. L’AI non è, insomma, più confinata al campo della ricerca o della tecnologia pura, ma si configura come uno strumento essenziale per allenatori, preparatori atletici e persino per gli atleti stessi. Grazie ai dati forniti da sensori e dispositivi indossabili, l’AI sta infatti ottimizzando l’allenamento fisico e mentale degli atleti, rendendoli più forti, concentrati e resistenti agli infortuni. Ma vediamo meglio come.
Wearable device: l’intelligenza indossabile
Alla base di questa evoluzione tecnologica ci sono, in molti casi, i wearable device, ossia i dispositivi indossabili come smartwatch, smartband e fitness tracker, che monitorano costantemente i parametri fisici degli atleti. I sensori presenti sugli stessi registrano, per esempio, dati fondamentali: dal battito cardiaco al consumo di calorie, passando per il monitoraggio del sonno e dei livelli di stress. Sincronizzati con smartphone e computer tramite connessioni Bluetooth o Wi-Fi, questi strumenti sono diventati così un alleato imprescindibile per chi vuole ottimizzare le proprie sessioni di allenamento.
In particolare, gli smartwatch e i fitness tracker sono utilizzati per raccogliere dati precisi sui movimenti, la frequenza cardiaca e i livelli di ossigenazione, fornendo in tempo reale suggerimenti su come migliorare la prestazione o evitare sovraccarichi. Discorso simile per auricolari intelligenti (hearable) e gli smartring si aggiungono a questa categoria, offrendo soluzioni di autenticazione NFC e un monitoraggio discreto ma efficace delle performance sportive.
Machine learning e AI: allenamenti su misura
L’aspetto più interessante dell’applicazione dell’AI allo sport riguarda però il machine learning, una branca dell’intelligenza artificiale che permette agli algoritmi di “imparare” dai dati raccolti e migliorare costantemente le previsioni. Questo approccio si è infatti dimostrato particolarmente efficace nella creazione di programmi di allenamento personalizzati, permettendo di predisporre piani di training su misura delle specifiche esigenze di ciascun atleta, anche ai massimi livelli. Analizzando le performance passate di un atleta, l’AI è in grado di identificare i punti deboli e suggerire esercizi mirati per potenziare forza, resistenza o agilità.
Nel mondo del rugby, per esempio, l’impresa Kitman Labs utilizza algoritmi per prevenire gli infortuni. Ciò è possibile grazie ai sensori indossati dagli atleti che monitorano ogni movimento e, sulla base dei dati raccolti, riescono a prevedere il rischio di lesioni prima che si verifichino. Questo approccio permette non solo di preservare la salute degli atleti, ma anche di prolungare la loro carriera sportiva.
L’importanza dell’AI nel talent scouting
Un’altra applicazione rivoluzionaria dell’AI nello sport è legata al talent scouting. L’analisi avanzata dei dati sta infatti cambiando il modo in cui i club sportivi individuano e valutano nuovi talenti, offrendo analisi più dettagliate e oggettive. Negli Stati Uniti, sport come il basket e il baseball utilizzano da anni tali sistemi per analizzare enormi quantità di statistiche e identificare i giocatori con il maggior potenziale, ma oggi l’intelligenza artificiale si è diffusa a macchia d’olio.
Anche in Italia, il Sassuolo Calcio è stato pioniere in questo campo. Il club ha collaborato infatti con la startup italiana Wallabies, specializzata nello sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale per monitorare e valutare le performance dei calciatori, introducendo sistemi in grado di analizzare ogni partita attraverso migliaia di variabili, che hanno permesso agli scout di individuare i giocatori più promettenti con una precisione mai vista prima.
Gamification e miglioramento delle performance
L’AI ha infine portato alla nascita della gamification nello sport, un sistema che sfrutta le dinamiche di gioco per stimolare la competizione e il miglioramento delle prestazioni. Sempre attraverso l’utilizzo di algoritmi, gli atleti possono confrontarsi virtualmente con i loro idoli, simulando scenari di gara e verificando quanto manca per raggiungere il livello dei professionisti.
D’altronde, a proposito di “gioco”, questa tecnologia si è rivelata già efficace nel mondo del gaming online e in particolari ambiti come il poker. In piattaforme come PokerStars, per esempio, gli algoritmi di AI vengono utilizzati per analizzare il comportamento dei giocatori e migliorare il gameplay, proprio per offrire un’esperienza sempre più personalizzata e sfidante, anche in occasione di eventi di rilevanza internazionale ai quali tutti possono provare ad accedere sfruttando i gettoni dei cosiddetti Power Path, che permettono di giocare sui palcoscenici più prestigiosi.
La metodologia della gamification, peraltro, non si limita all intrattenimento, ma può essere anche uno strumento motivazionale estremamente potente, tanto da trovare applicazione in ambiti completamente differenti da quelli ludici come la gestione delle risorse umane e il management, grazie alla sua capacità di stimolare competizione e progresso continuo, premiando i traguardi raggiunti.
Un supporto insostituibile al servizio dell’attività umana
Se è vero che l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui viviamo lo sport, nonostante l’efficacia degli algoritmi e delle tecnologie avanzate, l’elemento umano resta centrale: un coach, un allenatore o un preparatore atletico restano infatti essenziali per l’approccio empatico e intuitivo che solo l’esperienza può offrire. L’AI, però, rappresenta un supporto insostituibile per massimizzare il potenziale di ogni atleta e non solo, permettendo loro di raggiungere nuovi traguardi.
In questa nuova era, insomma, la combinazione di scienza e sport promette di ridefinire i limiti di ciò che gli atleti possono raggiungere, spingendo le performance verso livelli sempre più elevati.