Se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, dietro un grande atleta c’è spessissimo un grande allenatore. Naomi Osaka ha vinto anche con altri coach ma, con Wim Fissette, ha fatto il salto di qualità psico-fisico che le ha consentito non solo di aggiudicarsi il terzo Slam, l’anno scorso agli US Open, e il quarto, adesso agli Australian Open, ma anche di convincere tutti sull’incoronazione ad erede di Serena Williams.
Il tecnico belga non è stato un gran tennista ma è stato uno dei primi ad introdurre le statistiche e l’analisi approfondita di tutti gli aspetti di un giocatore e del gioco. Ad appena 40 anni, sbandiera nel bigliettino da visita i tre successi Slam di Kim Clijsters, quello di Angelique Kerber e le finali di Sabine Lisicki e Simona Halep, oltre ad aver aiutato l’ascesa al vertice di Victoria Azarenka, i successi di Johanna Konta e di Petra Kvitova. Poi è arrivata Osaka, “col suo sangue freddo, un’arma che nessuna avversaria può replicare”.
Fissette è davvero impressionato da questa caratteristica della 23enne di Osaka allevata negli Usa.
“Mi sorprende ogni giorno di più per come gestisce le situazioni più dure, con tutto l’extra-stress connesso, è spettacolare – sottolinea – Come il modo col quale ha affrontato il match con Serena a Melbourne e quello col quale ha gestito i momenti più difficili, riuscendo a servire alla grande quando ne ha avuto bisogno. E’ davvero fantastica in questa caratteristica assolutamente naturale, che non si può allenare. Dopo aver imparato, negli anni, da altre giocatrici, imparo molto da lei anche riguardo la prospettiva sempre interessante che ha della partita”.
Tecnicamente, Naomi è diventata molto più solida in tutti i colpi: “Rispetto al passato, è molto più continua ma soprattutto più aggressiva, cambia più spesso e meglio direzione alla palla”.
Il lavoro più profondo è stato fatto sulla risposta: “Tendeva a cercare il vincente e a regalare punti, invece, rimandare tante palle indietro, com’è successo contro Serena a Melbourne, mette sotto pressione l’avversario che ha sempre la sensazione di dover fare un colpo in più per vincere il punto”.
Si migliora con la ripetizione del movimento, in allenamento, finché non viene meccanizzato per poterlo replicare al meglio in partita sotto stress, e si lavora sul fisico. Facendo i movimenti giusti ed acquisendo resistenza ed elasticità. Tutto questo aumenta la fiducia in se stessi, che già è grande di suo. “Se penso ai miei antenati e alle loro battaglie, sono imbattibile“, ha scritto in un tweet.
“Quella fiducia primordiale è proprio lì e la porta a non esitare. Così, quando serve per il match, sa che lo chiuderà, quando vede il traguardo, accelera e gioca il suo miglior tennis. E’ una qualità enorme e fa la differenza”, ribadisce il coach, che è anche il suo primo ammiratore.
Quanto ci impiega Osaka a risettare? Attimi. Quanto ci impiega ad imparare? Attimi. “Non spreco energie, piuttosto penso alla soluzione, mi trasformo in un robot ed eseguo gli ordini”.
Coach Fissette ha il pallino del computer? Bene, anche in questo Osaka ha trovato il modo per sorprendere l’allenatore: “Conto i punti che vinco alla battuta, mi ricordo quanti ne ho fatti se batto sul dritto o sul rovescio e, nei momenti importanti, batto sul lato devo ho avuto risultati migliori”.
E Fissette rimane a bocca aperta? “Io le sciorino i dati che ho collezionato in anni di analisi con altre giocatrici e lei mi risponde che già di suo diventa un robot e mette in pratica quegli stessi dati che ha memorizzato. Un fenomeno”.
Il fisico di Osaka, poi, è da wonder-woman. Commenta sempre il suo allenatore, impressionato: “E’ di un altro livello rispetto al 90% delle avversarie. Non subisce il peso delle palle più pesanti ma quando è lei a picchiare forte il punto è finito. E’ esplosiva di colpi e di gambe. Si allena, ma è un’atleta forte di natura”.
La terra promessa resta il gioco a rete, anzi, proprio l’avanzamento maggiore verso la rete: “Migliora anche lì, passo dietro passo, gradualmente sta diventando una giocatrice sempre più completa. Stiamo lavorando sul rovescio slice e su altri, il percorso non è ancora finito”.
Fissette è fiducioso. L’esperienza gli dice che il lavoro certosino su tutti i particolari dei clienti offre frutti sicuri: “Non ho una specifica filosofia di allenamento, cerco di soddisfare le particolari esigenze del giocatore del momento in quel momento”. Poi, dopo due anni di vittorie, divorzia.
Articolo ripreso da Supertennis.tv