Bloooog!
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La Serie A è pronta per cominciare la sua stagione più folle, via prima di Ferragosto, stop per il Mondiali senza l’Italia a novembre, poi a gennaio si riprende in un tour de force pazzesco. I calciatori, grandi campioni compresi, si fanno spremere per soldi. Sarà una stagione che aprirà la strada a delle sorprese? Forse, ma più probabilmente vincerà chi riuscirà a organizzarsi con rose molto ampie e competitive. E dunque chi ha più soldi, insomma i soliti noti…
Non ho alcuna ansia o attesa spasmodica per il prossimo campionato di cui è stato già varato il calendario, tra le solite fanfare. Mi irrita un campionato che comincia prima di Ferragosto (ad agosto l’italiano medio ha la testa altrove e non è psicologicamente pronto per il calcio vero) mi irrita un Mondiale piazzato nel cuore del campionato a tal punto da non strapparmi i capelli per il fatto che l’Italia non ci sia nemmeno stavolta (ma quando mai lo ritroveremo il clima e la passione di Spagna 82, Italia 90, Usa 94, Berlino 2006?), ho fastidio del ritmo forsennato delle giornate e delle partite una appresso all’altra per riuscire a farci stare tutto. E’ come avere il piede n.46 e volersi per forza infilare delle scarpe n. 43: mi fa venir dolore solo a pensarci. Non una stagione del calcio, ma una catena di montaggio.
La stagione 2022-2023 è la summa di tutte le ipocrisie del calcio e degli uomini che ne presiedono la gestione (Figc, Uefa, Fifa etc): uno sfruttamento intensivo e scellerato dei campioni, cui rimprovero di non essersi mai opposti seriamente al doversi infilare per forza in questo frullatore di gol e soldi, come invece poteva avvenire ai tempi di Maradona o Cantona, che certe cose non se le tenevano dentro e avevano ben altro orgoglio. Oggi c’è un prezzo per tutto, basta pagare e fare il prezzo.
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