Il campione italiano più amato nel mondo ha vissuto 40 minuti di terrore, ostaggio in casa propria di cinque banditi che non hanno esitato a picchiarlo per arraffare denaro e gioielli. E’ accaduto nella bellissima villa dove il “Divin Codino” abita da 15 anni ad Altavilla Vicentina, sui colli della bassa provincia di Vicenza. La banda è andata sul sicuro, ha colpito mentre Roberto stava guardando la sua nazionale, Italia-Spagna, assieme alla moglie Andreina e ai figli Valentina, Mattia e Leonardo. Erano armati e l’ex campione ha cercato di fermarli, si è preso un colpo in fronte con il calcio di una pistola. L’ex juventino e i 4 familiari sono stati chiusi in una stanza, non è chiaro quanto sia stato il bottino.
Quando la banda ha abbandonato la casa, Baggio ha sfondato con un calcio la porta della stanzetta e ha chiamato i carabinieri. Si è fatto medicare all’ospedale di Arzignano, con punti di sutura alla fronte, poi ha parlato a lungo con i militari.
La villa è immersa in un grande spazio verde confinante con un bosco, sui colli di Valmarana. Poche volte telecamere, fotografi e curiosi hanno varcato il cancello, peraltro Roberto ha l’abitudine di ascoltare chi suona alla porta, comprese famiglie che vengono apposta per trovare magari conforto o condividere la fede buddista.
A casa ha quadri e sculture. Gira in Fiat Panda per la sua proprietà fino in centro ad Altavilla. In mattinata ha cercato tracce e ricostruito l’itinerario compiuto dalla banda per arrivare fino all’abitazione. Attraverso il suo manager, Vittorio Petrone, Baggio manda questo messaggio ai tifosi: “Grazie per il grande affetto ricevuto. In simili circostanze, può accadere di tutto, e per fortuna la violenza subita ha generato solo alcuni punti di sutura alla mia persona, lividi e molto spavento. Ora rimane da superare la paura.
“Ora – dice Petrone -, potenzieremo ulteriormente i sistemi di rilevazione diurna in tutto il perimetro. Solo quando vieni colpito ti rendi conto di quali ferite lascia un episodio di violenza e di sopraffazione subìto nella tua casa, assieme alla tua famiglia. Roberto mi ha ancora una volta stupito per la lucidità e la forza d’animo espresse immediatamente a ridosso dell’aggressione subita”.
Il copione criminale colpisce spesso le residenze delle stelle del calcio, bande specializzate o rapinatori occasionali sanno di fare buon bottino con questi obiettivi e il numero di casi è in costante crescita, come da ricostruzione dell’agenzia Ansa.
L’anno scorso toccò a Donnarumma, culmine di una serie di episodi che ha avuto come vittime i campioni del Paris Saint Germain, l’ex Angel Di Maria e Marquinhos, mentre i proprietari non c’erano. Gigio era in casa con la compagna, fu sequestrato e venne anche lievemente ferito, per un bottino di circa 500mila euro.
Parigi ha riservato brutte avventure anche a Mauro Icardi, Eric Maxim Choupo-Moting per due volte, all’ex milanista Thiago Silva e all’ex juventino Dani Alves. Marco Verratti venne invece rapinato a Ibiza, nella villa di Ronaldo – il brasiliano, non Cristiano – che il pescarese al Psg aveva affittato per le vacanze.
Nell’agosto 2022 l’attaccante del Barcellona Aubameyang fu minacciato con la moglie da rapinatori armati e costretto ad aprire la cassaforte di casa.
Tanti anche i precedenti in Italia. Claudio Marchisio nel 2019 fu minacciato da quattro malfattori, assieme alla moglie, dalla villa di Vinovo trafugarono gioielli e orologi.
Nell’ottobre 2022, nel varesotto, la compagna di Theo Hernandez fu sorpresa in casa da sola con il figlio di sei mesi, mentre il milanista era fuori.
A Napoli, gli agguati erano in strada, toccò ad Allan, Ounas, Hamsik, Milik e Insigne.
Faccia a faccia con i rapinatori, invece, a casa, con moglie e figlie, si trovarono Clarence Seedorf a Milano e a Roma Edin Dzeko nel 2016. Sempre a Roma, Radja Nainggolan e Chris Smalling, che nell’aprile 2021 fu costretto da uomini armati ad aprire la cassaforte. Il difensore britannico ha subito altri due furti nella stessa villa. Talvolta le indagini portano ad arresti, ma gran parte dei casi resta irrisolta. Per proteggere gli atleti, alcune società organizzano sorveglianze private intorno alle abitazioni.
Nel 2005 toccò al presidente del Sassuolo Carlo Rossi, allora in serie C2. Una banda fece razzia di gioielli, a Dinazzano, frazione di Casalgrande, nel Reggiano, dove i banditi presero di mira villa Ferrarini, residenza dell’agente di commercio, della moglie e della figlia, allora 25enne. Uomini costrinsero Rossi a seguirli in giro per la casa e ad aprire la cassaforte, rubarono orologi, gioielli e denaro. Chiusero tutti e tre in un ripostiglio e scapparono scavalcando la rete di recinzione. Una serata di paura che l’uomo di fiducia della famiglia Squinzi mai ha voluto rievocare, neanche ora che ha 74 anni. Perchè la paura resta dentro e si ha il timore che possa risuccedere. Soprattutto riaccendendo riflettori su certe residenze sulle quali nuove bande di criminali possono concentrare la propria attenzione. Cercando di andare sul sicuro, dove c’è sport o imprenditoria c’è ricchezza.