Ave Juric! Lele e Lina te salutant. Sono giorni di tenebre e di fiamme nella Suburra romana. Tre gol della Roma tutti insieme sono quasi un’indigestione. Che arriva dopo aver già mal digerito tutti i polpettoni usciti dalle cucine di Trigoria, e che hanno reso il caso De Rossi più pesante e imbarazzante di quello Sangiuliano-Boccia. È proprio vero che Roma è una grande Suburra, appunto, che moltiplica vizi e debolezze umane.
Detto che il licenziamento dell’allenatore rientrava sicuramente nell’azzardo e nella strafottenza americana verso il tifo e la nostra concezione tutta latina dello sport e in particolare del pallone, è anche vero che la settimana precedente a Roma-Udinese 3-0 è stata un’orgia di luoghi comuni e populismo, paganesimo e idolatria. Il cronista di Sky ha aperto la cronaca di Roma-Udinese affermando che la storia della Roma era stata “oltraggiata”. Manco Dan Friedkin fosse Brenno e De Rossi Cincinnato.
Detto questo il pasticciaccio è stato brutto e le dimissioni di Lina Souloukou sono lì a testimoniarlo. E se davvero sono state date per via delle minacce e della costrizione a girare sotto scorta, siamo davanti al degrado e alla distorsione violenta di questo fenomeno di criminalità comune innestato sul tronco del tifo identitario.
Poi capita che col maldigerito Ivan Juric la Roma azzecchi finalmente una giornata, arrivino i gol, persino il controverso Dybala combini qualcosa di buono e insomma in novanta minuti la Roma riesca a fare quello che non ha fatto in quattro partite.
E allora la ragione sta dalla parte degli americani che hanno cacciato malamente De Rossi? No, però se continua così Capitan Futuro e Sora Lina saranno inevitabilmente scordati e alla fine il torto e la ragione lo faranno i risultati. Nel calcio, e soprattutto a Suburra, questa è la legge.
*Articolo e foto ripresi da Bloooog, il bar sport di Fabrizio Bocca