Non bastava che in questi mesi, una squadra fantasma (l’Entella) veleggiasse nello strano mondo di questo calcio dilettantistico (per i personaggi che l’hanno abitato e speriamo non lo abitino più) senza sapere se giocare in Lega Pro (una sola partita disputata) o in B, negatale dall’intemerata uscita dell’ex commissario della Fgci, Roberto Fabbricini il 13 agosto scorso che portò il campionato cadetto, d’imperio, a 19 squadre. Non bastava no.
Lo sconquasso, o la giustizia, lo ripropone il Tar del Lazio che ha accolto le istanze cautelari presentate dalla Pro Vercelli e dal Novara, sospendendo l’efficacia dei provvedimenti sul format della serie B che le società avevano impugnato. Che giustizia sia, dice il Tar e che il caos invada come una lava il campionato di B e anche quello di Lega Pro, perché se è vero che il nuovo presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, non impugnerà, come sembra, la sentenza, dovrà comunque mettere a posto le cose.
E non sarà facile, perché nel pieno ridicolo il campionato di serie B dovrà tornare a 22 squadre, quindi con tre ripescaggi, ma i ripescaggi dovranno essere riconsiderati e prenderanno all’amo le squadre che sin qui si sono proposte per un posto che desiderano guadagnarsi non sul campo, ma per vie completamente diverse. Anche qui ci aspettiamo battaglia, perché le scartoffie degli azzeccagarbugli sono sempre pullulanti di idee e contromosse per sprofondare il movimento nel caos.
I calendari dovranno essere riformati, in B con tre squadre in più, con il recupero delle giornate precedenti, turni infrasettimanali per dare regolarità a un cammino. E così accadrà in lega pro, dove l’Entella ha giocato una sola partita e se resterà dov’è dovrà rigiocarsele tutte, oppure se andrà in B comincerà a metà ottobre la sua stagione. Da squadra fantasma a stakanovista del calcio. E se aumenteranno le squadre tra i cadetti, diminuiranno quelle in Lega pro. E i punti conquistati che fine faranno, come si riparerà alle classifiche? La fantasia italica, sicuramente, troverà una via per complicarsi ulteriormente la vita e per dimostrare che il calcio, in fondo, è elemento plastico, cioè lo si può tirare da una parte e dall’altra secondo le convenienze del caso.
Il mondo del pallone sembra un mondo virtuale, dove ognuno può fare ciò che vuole, infischiandosene delle regole. Perché Fabbricini, commissario ad hoc per il calcio dovrebbe vergognarsi di ciò che ha fatto, dei danni che ha creato. Decidere d’imperio di portare il campionato a 19 squadre dopo che le norme lo proponevano a 22 è stato un gesto sconsiderato, una macchia indelebile nella storia della Federcalcio. Una macchia che dovrà essere smacchiata dal nuovo presidente della Federcalcio. Non sarà facile anche in questo caso eliminare le scorie, i sospetti, le cospirazioni.
Noi proponiamo un suggerimento semplice. Punto e a capo. Riforma del campionato di B a 20 squadre, stop ai ripescaggi (che sono una pratica da mercato delle vacche: chi non ha meritato sul campo è ingiusto che lo meriti tramite carta bollata), una giustizia sportiva e amministrativa che decida in fretta, come accade nei Paesi normali e non in quelli da barzelletta. Perché ciò che è successo, forse non è una barzelletta, perché troppo breve, ma una farsa in piena regola. Tuttavia i suoi interpreti non hanno nemmeno il coraggio di vergognarsi, speriamo di udire qualche mea culpa. Buon lavoro presidente.
Sergio Gavardi