Le parole di Giovanni Malagò al Congresso del CIO di Mumbai sono apparse come un colpo di vento gelido. La decisione del Governo di non realizzare lo Sliding Center di Cortina d’Ampezzo e trasferire le competizioni all’estero ha lasciato attonito chiunque ami gli “sport del budello”, ma non gli atleti che si sono rimboccati immediatamente le mani e hanno iniziato a prepararsi per la nuova avventura a cinque cerchi.
Chi non ha paura delle difficoltà e trova sempre una strada per uscire è Robert Mircea, frenatore della Nazionale Italiana di bob a 2 e a 4. Nativo della Romania, l’atleta dei Carabinieri si è trasferito a Corbetta (Milano) nel 2009 con la famiglia e ha toccato per la prima volta il ghiaccio molto tardi, dopo aver conquistato per due volte il titolo italiano di sollevamento pesi.
L’impossibilità di ottenere in tempi brevi la cittadinanza l’ha spinto a provare questa disciplina che a cavallo fra gli Anni ’50 e ’60 ha reso celebre la perla dell’Ampezzano e il suo eroe, Eugenio Monti, vincitore di due medaglie d’oro ai Giochi di Grenoble 1968.
Alto 1,89 per 104 chilogrammi, il ventiquattrenne nativo di Costanza è pronto a prendere l’eredità del “Rosso Volante” guidando la Nazionale verso le Olimpiadi 2026, consapevole di non potersi lanciare all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo.
Robert, eravate già conoscenza da settimane di questa scelta oppure è stata una sorpresa per voi atleti?
Noi, come atleti di casa, speriamo fino all’ultimo che le competizioni si possano svolgere in Italia. Dalle opinioni dei vari compagni che ho avuto modo di sentire disputare un’Olimpiade in casa sarebbe molto diverso che disputarla all’estero. Abbiamo ancora quella piccola speranza che un giorno si possa gareggiare nel nostro paese.
A tal proposito, si parla sempre più insistentemente di tornare a Cesana Torinese, dove si sono svolti i Giochi di Torino 2006. Ci credete in questa possibilità?
Certamente. Speriamo che, visto che Cortina non si può più fare nulla, ci possa almeno esser una svolta in proposito e che venga designata una sede che ci consenta di gareggiare in casa. Se dovessimo scendere in pista in un altro paese, non avremmo modo di percepire la stessa sensazione che si ha disputando una prova in casa propria.
Si è parlato anche di costruire un impianto ad hoc per le Olimpiadi, come avverrà per il pattinaggio velocità, e smontarlo una volta utilizzato. Pensa che ciò sia fattibile?
Personalmente cerco di non pensarci troppo. Mi concentro su quello che devo fare per il proseguo della stagione e lungo il percorso che ci condurrà verso i Giochi. Sinceramente non so più cosa pensare, non voglio più avere illusioni e quello che arriverà, lo dobbiamo prendere per come viene.
Nonostante non siate uno sport così conosciuto, numerosi appassionati si sono schierati al vostro fianco. Avete percepito il loro calore?
Ci sono state molte persone che ci hanno compresi e ci hanno fatto capire che gareggiare tecnicamente in casa, senza però aver la possibilità concretamente di farlo sul proprio territorio, sia una grande delusione. Noi come atleti siamo molto felici per chi ci sta accanto, soprattutto ex atleti che ci capiscono perché, banalmente coloro che hanno gareggiato a Cesana, sanno cosa stiamo provando. Noi cerchiamo di dare il nostro contributo e arrivar più in alto possibile.
Facendo un salto indietro, lei ha iniziato la carriera nel sollevamento pesi conquistando il titolo italiano nella categoria 96 chilogrammi sia nel 2020 che nel 2021. Perché è passato al bob che è una disciplina diametralmente opposta?
Ho iniziato a praticare questo sport perché ho avuto delle occasioni di provare concretamente sul ghiaccio a Cesana, anche perché sino a quel momento non sapevo nemmeno bene di che sport si trattasse. Chi mi ha chiamato era a conoscenza della mia situazione che mi vedeva ancora privo di cittadinanza italiana, una situazione che mi avrebbe consentito di disputare soltanto gare a livello tricolore con la mia società e mi avrebbe impedito di svolgere tutta l’attività internazionale, persino partecipare a un ritiro con la Nazionale.
Perché allora puntare sul bob? Quali sono le regole in quel settore?
In questo caso la cittadinanza non è un requisito richiesto per prendere parte a prove di Coppa del Mondo o Coppa Europa. Basta esser iscritti alla federazione d’appartenenza. Ovviamente non puoi prendere parte alle Olimpiadi ma, valutando il progetto, ho deciso di puntare su ciò.
Quali differenze ci sono fra lo spingere un bob e sollevare i pesi in gara?
La cosa principale che ho dovuto imparare a gestire è stato il fatto che nel bob non si gareggia da soli, ma ho dei compagni su cui posso contare. Ovviamente i movimenti sono molto diversi, ma ciò che accomuna i due sport è sicuramente l’esplosività.
L’esperienza raccolta in precedenza quanto l’ha aiutata nel passaggio al bob?
Moltissimo, soprattutto per via dell’esplosività che ho sviluppato e che contribuisce parecchio nella spinta del bob. Dopotutto dobbiamo muovere un mezzo di 160 chilogrammi se si parla di bob a 2 e di 210 in quello a 4. Il mio obiettivo ora è portare la corsa al livello della forza che sprigiono.
Com’è stato il suo primo impatto con il ghiaccio?
Alla prima discesa non capisci nulla finché non arrivi in fondo. Piano piano però ha iniziato a incuriosirmi e a piacermi come sport, motivo per cui mi sono trovato bene con l’attuale equipaggio. Siamo cresciuti molto nonostante sia il più giovane e non abbia la loro esperienza, per cui cerco di fare ciò che mi indicano. Guardando però anche i risultati dello scorso anno, siamo migliorati decisamente quindi in futuro potremo dire la nostra.
Ha avuto paura durante la tua prima discesa?
No, perché ero concentrato sulla spinta e non ho pensato sinceramente al dopo.
Se il ruolo del pilota è abbastanza intuibile, in cosa consiste quello del frenatore?
Il nostro compito principale è spingere i primi cinque secondi e poi salire dentro affinché il bob non scodi troppi e si rovini così la discesa al pilota. Siamo poi noi a incaricati a frenare dopo l’arrivo e, viaggiando attorno ai 120/130 chilometri orari, è necessario metterci un bel po’ di forza per fermarci.
Come vi coordinate con il pilota, sia nel bob a 2 che nel bob a 4?
Premesso che con il passare delle discese si inizia a conoscere le piste e quindi più o meno si comprende qual è il punto in cui fermarsi. Però quando si è agli inizi nel bob a 2 il pilota si gira verso di te e ti picchietta sul casco segnalandoti così che il traguardo è stato tagliato. Nel bob a 4 è tutto più difficile perché oltre a chi guida, ci sono due persone che sono inserite nel mezzo, come nel mio caso, e una quarta che deve quindi esser avvertita per frenare. Serve quindi molta attenzione e una ancora maggiore conoscenza del tracciato per evitare problemi.
Nella fase di preparazione a secco è presente anche la componente di pesistica?
Sì, anche se i nostri allenamenti consistono nel cercare di combinare corsa e pesi in modo da esser forti, ma al tempo stesso veloci nella spinta. Di conseguenza, oltre al sollevare pesi, ci cimentiamo in sprint, balzi e traino.
Nel corso della stagione seguite delle particolari diete per performare al meglio?
Sì, anche se non è così rigida come potrebbe esser per altri sport. Nonostante ciò, dobbiamo sempre star attenti a ciò che mangiamo.
Quali tappe affronterete nel corso della prossima Coppa del Mondo?
Puntiamo a farle a tutte, anche perché nel bob a 4 siamo riusciti ad esser particolarmente costanti nelle ultime gare e centrare anche due sesti posti in Coppa del Mondo. Quest’estate ci siamo resi conto proprio quanto sia fondamentale mantenere questo equilibrio in gara e quindi, anche ogni minimo dettaglio cerchiamo di curarlo, dallo scaricare il bob al cambiare i pattini. Noi dovremmo iniziare la stagione con una tappa in Cina dove andremo la prossima settimana.
In conclusione, cosa si aspetta dai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026?
Sinceramente non lo so, perché in questo sport non si è mai certi di quanto possa accadere. Il nostro obiettivo è qualificarci e ottenere un bel risultato. Chiaramente pesa anche il fatto che dovrebbero svolgersi in Italia e giocare in casa. Nelle ultime Olimpiadi l’obiettivo principale era partecipare per entrare a far parte di un gruppo sportivo militare, questi probabilmente saranno i Giochi più importanti di tutta la nostra carriera e per questo cercherò di dare tutto il possibile.