Chi ha detto: “Vincere Indian Wells è stato fantastico, se vincessi anche a Miami sarebbe straordinario. Se continuo a fare la storia, significa che sto raggiungendo i miei obiettivi”? E chi ha detto: “Sei la più grande regina delle sceneggiate”? Fra le due frasi ci sono appena pochi giorni di distanza, sono entrambe legate alla campagna “Coast to coast” di marzo sul cemento nordamericano, fra Indian Wells e Miami, e sono tutt’è due griffate dal nome nuovo del tennis donne, la canadese di genitori immigrati romeni, Bianca Andzreescu.
La cosa interessante è che, se è assolutamente legittimo e comune, vedere una 18enne, neo campionessa in un grande torneo, super-motivata a scrivere un radioso futuro, è più difficile vederla confermare subito, coi fatti, i suoi propositi, ed è ancor più insolito che sia lei a far saltare i nervi alle avversarie più anziane e navigate. Perciò, la ragazzina di Toronto del 2000, sta facendo davvero scalpore per la fantasia del gioco, per la personalità, per la capacità di reazione e per la capacità di saper rovesciare le partite, e può autorevolmente lanciare la sfida ai vertici della classifica. E la frase sibillina, sancita da mezza, sfuggente, irosa stretta di mano sul net, pronunciata da Angelique Kerber a fine match, dopo il 6-4 4-6 6-1 nei sedicesimi di Miami, è un attestato importante, una coccarda, per la giovane leonessa appena salita al numero 24 del mondo.
Che peraltro lascia un segno indelebile nella storia dei confronti fra le due e di quella della canadese, dopo il successo di “Bandrescu” nella finale della settimana scorsa a Indian Wells. Sugellato dai complimenti del mitico Rod Laver: “Complimenti, sei una grande combattente, è nata una stella”. Le ruggini fra le Bianca ed Angelique sono cominciate proprio lì. Quando, al formidabile difensore tedesco, sembrava di avere ormai in pugno la giovane antagonista, così nuova sulla grande ribalta, contro grandi avversari e nei grandi match, e quindi più povera anche di maratone psico-fisiche. Invece, proprio quando la romena sembrava sul punto di soccombere, ha trovato lo sprint decisivo ed è scappata via, imprendibile, beffando la favorita sul traguardo. Anche stavolta, sei giorni dopo, a Miami, la Kerber – ricordiamolo: ha 31 anni, è stata numero 1 del mondo e si è aggiudicata tre Slam, battendo peraltro due volte in finale Serena Williams – pensava di aver acquisito un altro importante vantaggio sull’avversaria.
Il protrarsi delle partite precedenti, aveva fatto slittare il via della rivincita con la Andreescu addirittura alle undici e mezzo di sera. Ma, una volta in campo, si è fatta ancora coinvolgere nei consueti su e giù di punteggio della giovane rivale. Che, già nei primi scambi, sembrava limitata da un problema alla spalla destra e chiedeva l’intervento del fisioterapista. Ma poi, ha shakerato ancora il suo micidiale cocktail di slice bassi e pallonetti liftati, togliendo il ritmo alla tedesca, intascando il primo set e volando poi a un importante 6-4 4-1. Che non era definitivo, però, grazie alla rimonta della Kerber, che pareggiava con un altro 6-4. Epperò, al rientro dalla comune pausa negli spogliatoi, la tedesca è rimasta stritolata dal micidiale ritmo da fondo della romena-canadese – un misto fra la foga di Monica Seles e l’intelligenza e il tocco di Martina Hingis – cedendo per 6-1 in 36 minuti.
Possibile che una veterana come Kerber, dall’alto dei 923 match Wta, subisca la personalità (e magari anche le furbate) della rivale che si sta affacciando solo adesso sul Tour, e abbia l’esperienza di appena 163 partite? Evidentemente, le carte in mano a Bianca sono molto migliori di quanto vorrebbe far credere l’atteggiamento di Angelique. Per lei parlano le dieci vittorie consecutive, fra le quali spiccano, sul cemento del deserto californiano, il 6-0 6-1 rifilato a un’altra ex n. 1 del mondo e campionessa Slam come Garbine Muguruza e il successo su Elina Svitolina (n. 6 del mondo) e, quindi, in Florida, la rimonta nel derby-replay contro Begu da 4-6 1-5, annullando un match point sul 3-5. E questo nel primo turno, sulla scia della sbornia emotiva del successo di Indian Wells, con l’etichetta di prima wild card della storia del torneo ad aggiudicarsi il titolo, peraltro senza poter sfruttare del fresco salto in classifica e quindi rimanendo esclusa dalle teste di serie a Miami. Dove però può infilarsi nello spicchio di tabellone lasciato libero da Naomi Osaka.
*articolo ripreso da federtennis.it