Lea Pericoli è uno dei volti storici del tennis nostrano ed è detentrice di 27 titoli ai Campionati Assoluti d’Italia, unica nel Paese. In carriera, tra gli anni Cinquanta e Settanta, ha raggiunto ben 4 volte gli ottavi in singolare al Roland Garros, il torneo dello Slam dove ha centrato anche una semifinale in doppio e in doppio misto. Inoltre la milanese può vantare a Wimbledon tre ottavi di finale in singolare, un quarto in doppio e due quarti nel misto.
Nel corso dell’intervista abbiamo avuto modo di affrontare diversi temi interessanti. Partendo in primis dai ricordi della sua carriera, poi concentrandoci sul paragone tra il tennis attuale e quello passato, fino a commentare la stretta attualità.
Come nasce la sua passione per il tennis e quanto era difficile ai suoi tempi affermarsi ad alti livelli in questo sport?
Ho iniziato a giocare a tennis in un meraviglioso giardino ad Adiss Abeba, la capitale dell’Etiopia. Lì ero l’unica bambina a giocare e lo facevo sempre con persone più grandi di me. Giocare a tennis mi piaceva moltissimo, mi emozionavo tantissimo quando scendevo in campo anche per disputare partite di poco conto. Da lì iniziai a muovere i miei primi passi da tennista, poi mi spostai e andai a Nairobi in Kenya. Mi recai lì per studiare, perché non c’erano scuole italiane dopo la guerra. Frequentavo il Loreto Convent di Nairobi, in cui erano presenti molte bambine dei vari coloni inglesi. Qui venivano organizzati diversi piccoli tornei di tennis, così ebbi l’occasione di continuare a giocare. Ancora oggi ho delle coppe di alcuni tornei che vinsi a quell’epoca, che conservo con molto piacere perché mi evocano bellissimi ricordi.
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