“Sunshine” è uno dei manifesti migliori del tennis donne. Con quel sorriso abbagliante e coinvolgente, che tanto aveva colpito Brad Gilbert da fargli coniare quel soprannome, Caroline Wozniacki è una delle wonder-women più umane e spontanee del Wta Tour che festeggia la stagione al Masters di Singapore con le migliori otto della classifica. Non è la più forte, perché è rimasta ancorata a un gioco troppo difensivo e non è così dedicata totalmente, e quindi così continua nel rendimento, come altre cacciatrici di gloria. Anche se, proprio perché si è concessa molte pause, è una delle più longeve sul Tour: professionista dal luglio 2005, ha chiuso il 2010 e il 2011 al numero 1 del mondo e oggi è numero 3. Del resto, è stata anche sfortunata perché, quand’è esplosa, ha incrociato avversarie più forti, a cominciare dall’amica Serena Williams.
Quando si accende, quand’è fortemente motivata come nell’ultimo grande torneo dell’anno, dove peraltro difende il titolo – dodici mesi fa ha battuto in finale Venus Williams -, la danese di ceppo polacco è davvero un cliente difficile, per tutte. E torna a graffiare a livello più alto, come questa settimana, perché, battendo Petra Kvitova, supera la prima “top 10” da febbraio, riproponendosi prepotentemente al vertice, nove anni dopo l’esordio da 19enne al Masters 2009, quand’arrivò in semifinale. “Molte delle mie avversarie di allora non giocano più, o sono appena tornate sul Tour o si dedicano a figli e famiglia. E’ cambiato tanto, da allora, eccetto Serena che, dieci anni dopo, è ancora una grande protagonista”, racconta la veterana di sei edizioni del Masters in tre diverse città: Doha (2009 e 2010), Istanbul (2011), Singapore (2014, 2017 e ora). Che confida di vivere una nuova primavera, sfruttando il momento del tennis donne, e magari, sull’onda di un buon Masters, replicare il trionfo di gennaio agli Australian Open. Che, peraltro, è stato anche il suo primo negli Slam. Perché il Masters la rilassa, le infonde nuove energie: “Qui è diverso, è una specie di celebrazione della stagione, tutti sono eccitati di essere qui e anche di giocare l’ultimo torneo, dare il massimo e poi andare in vacanza. E’ anche un tennis diverso, perché dà il senso di come ci evolviamo continuamente come giocatrici e come gioco in generale, dimostrando che ogni anno diventa più dura. Ed è divertente tornare a questa gara e ragionare su quanto la mia carriera è durata tanto a lungo”.
Dopo aver vinto Melbourne, “Caro” si è concessa due altri acuti: sull’erba di Eastbourne e sul cemento di Pechino, dov’è tornata ad aggiudicarsi un torneo Premier Mandatory da Indian Wells 2011. “Sono estremamente contenta, vincere in Cina è stato un bel passo avanti, mi sento bene, sono eccitata, sono carica, sono arrivata motivatissima a questo Masters. Che è certamente una sfida dura, ma stimolante al massimo. E insieme sono assolutamente felice di poter stare qualche ora in completo relax con una collega che conosco da quando avevamo dieci anni come Angelique Kerber, e vedere quanti bei progressi abbiamo fatto tutte e due”.
Perché poi l’umanità di Sunshine, che traspare proprio da quel sorriso-manifesto, è la sua arma più impagabile. A prescindere dall’onnipresente papà Piotr, sempre arcigno, perché sempre in difesa della sua amatissima Caroline. Che, dopo aver perso il primo match di Singapore, ha vinto il secondo e deve ancora affrontare Pliskova nel gruppo bianco di qualificazione alle semifinali.
Vincenzo Martucci
(Tratto da federtennis.it)