Si dice che la vita non è un film, eppure la nuova Coppa Davis ha riservato un epilogo da Oscar. Trionfa la Spagna, in casa, opposta ai giovani cavallini rampati del Canada, battuti 2-0. Una sceneggiatura ricca di colpi di scena ed alti e bassi, quella della settimana madrilena, a partire dalle polemiche dei primi giorni legate all’affluenza del pubblico e agli orari delle partite, talvolta conclusesi dopo le 04:00. “Dobbiamo migliorare la questione degli orari, ma teniamo presente che ci sono molte squadre in gara in una sola settimana”, ha dichiarato Gerard Piqué. “Stiamo studiando alternative, ad esempio iniziare le partite prima oppure riposare meno tra una gara e l’altra. C’è la possibilità di organizzare un’unica competizione di due settimane. Ne parleremo nei prossimi mesi”.
FUTURO — Una organizzazione quindi più che propensa ai cambiamenti e alle rivalutazioni, già a partire dalla prossima edizione, anche se il formato si è rivelato piuttosto avvincente una volta entrato nel vivo, con 71 partite disputate in totale ed il doppio che ha quasi sempre fatto la differenza, insieme ai tie-break (52 in totale quelli disputati). “Con le nuove regole tutti hanno una possibilità di aggiudicarsi il torneo, i match sono tirati ed è bello che ci sia una Coppa del Mondo del tennis”, le parole di Rafa Nadal, eroe della manifestazione ed autore del punto decisivo nel secondo singolare, in cui è stato messo a dura prova dal pupillo della Next Gen Denis Shapovalov.
HAPPY ENDING — Se il punto decisivo è arrivato per mano del n.1 al mondo, quello più significativo è stato senza ombra di dubbio il primo, segnato da Roberto Bautista-Agut, vincitore morale di questa Davis. Tre giorni dopo la scomparsa del padre Joaquin, il numero 9 del mondo e secondo singolarista del team spagnolo ci ha tenuto a tornare a Madrid dai compagni di squadra per completare l’opera iniziata nelle fasi a gironi. 1 ora e 49 minuti di coraggio lo conducono alla vittoria su Felix Auger-Aliassime (7-6, 6-3), schierato in extremis da capitan Dancevic dopo una settimana trascorsa ai box per un problema alla caviglia. “Ho vinto tutte e 8 le partite ma la persona che è stata davvero vitale questa settimana è Roberto. Sarà un esempio per tutta la mia vita”, la commozione nelle parole di Rafa, da sempre legato a Bautista e alla sua famiglia.
OH CANADA! — Il Canada lascia Madrid con l’amaro in bocca di chi avrebbe potuto da un lato ripeterla e dall’altro migliorarla, la storia. Di fatto nel 2015 Aliassime e Shapovalov avevano sollevato l’insalatiera juniores proprio alla Caja Magica e nella prima finale Davis nella storia del Canada, a 4 anni dal suddetto evento, avrebbe potuto completarsi un cerchio perfetto per loro. Tuttavia, resta comunque una storia da raccontare per i maple kids, capaci di ingraziarsi perfino l’esigente pubblico madrileno con il loro estro. Di questa Davis resta quindi la certezza di un futuro roseo per Tennis Canada, ma c’è ancora tempo per diventare grandi.
Dalla nostra inviata a Madrid, Arianna Nardi