Emozioni Davis. Chi avrebbe scommesso un euro sul passaggio del turno di quest’oggi dell’Italia che si trovava sotto 1 a 0 dopo lo sciagurato primo singolare in cui, anche a causa di un dolore a una gamba Lorenzo Musetti è stato ‘costretto’ ad alzare bandiera bianca all’inizio del terzo set contro Miomir Kecmanovic. Ma soprattutto chi avrebbe scommesso il famoso euro dopo due ore e 19 minuti di gioco in cui si era arrivati al punto che il numero uno del mondo aveva avuto ben tre match point sul 5 4 al terzo contro il nostro numero uno d’acciaio Jannik Sinner.
Jannik non solo li ha annullati ma ha vinto anche la partita andando a compiere una delle imprese più belle degli azzurri nella storia della Coppa Davis. Per far capire la grandezza della vittoria in singolare di Jannik basta pensare che solamente in sette giocatori in precedenza avevano battuto Nole in Coppa Davis. Una di quelle imprese che restano nella storia. Nole erano 21 partite dal 2011 che non perdeva in Davis.
Una vittoria che riporta l’Italia in finale della massima competizione a squadre dopo ben 25 anni e per la nona volta nella storia.
L’apoteosi nello stupendo ed assolato sabato pomeriggio di Malaga è arrivato verso l’ora di cena quando la coppia di amici Jannik e Sonego invece di giocare alla play station hanno dato il loro massimo sul campo con gli spalti del palazzetto in maggioranza riempiti dai tifosi azzurri che hanno gioito e cantato a fine partita a squarcia gola.
Abbiamo una squadra e che squadra trascinata da un campione come Jannik che oggi ha dato una delle delusioni più grandi a Djokovic che mesi fa aveva annunciato di volere portare a casa la Coppa Davis per la seconda volta dopo la prima storica vittoria a Belgrado nel 2010 contro la Francia. Abbiamo un doppio solido con una giocatore che da fondo campo tira delle ‘mine’ assurde sulle quali gli avversari a volte non fanno in tempo neanche a mettere la racchetta.
Abbiamo un capitano che in poche ore è passato dall’essere etichettato sui social come un inesperto per avere fatto giocare il primo singolare a Musetti ad un ‘fenomeno fortunato’ che riporta la nostra nazionale in finale, ovviamente la verità sta nel mezzo ed i grandi meriti li ha il nostro Jannik Sinner che sta giocando come meglio non si potrebbe.
Domani sarà una giornata storica, come detto si torna in finale di Coppa Davis dopo 25 anni ma questa volta siamo favoriti contro l’Australia di De Minaur e Popyrin e di Capitan Hewitt e finalmente potremmo arrivare a vincere la seconda Coppa Davis dopo quella storica di Panatta e Bertolucci del 1976 in Cile ma non dobbiamo fare l’errore di sottovalutare gli avversari che negli scontri diretti ci vedono sotto per 8 a 4 con tre sconfitte proprio nelle finali.
L’ultima finale dell’Italia in Coppa Davis è datata dicembre 1998. Gli azzurri al Forum di Assago persero 4-1 contro la Svezia, in una finale segnata dal durissimo match d’apertura tra Andrea Gaudenzi e Magnus Norman. L’azzurro aveva recuperato da poco dopo un intervento alla spalla destra e andò in campo imbottito di antidolorifici. I tendini della spalla iniziarono a far sempre più male in campo, ma Gaudenzi lottò per cinque ore prima di alzare bandiera bianca al quinto set.
Le parole di Nole che riconosce i meriti all’Italia
Solo qualche minuto dopo l’ultimo punto si presenta in sala interviste Nole con il capitano e Kecmanovic e con molta sportività riconosce che Jannik oggi è stato superlativo: “Congratulazioni all’Italia e ad Jannik per come ha giocato in modo incredibile. Io mi prendo le mie responsabilità per non aver sfruttato le opportunità che ho avuto soprattutto nei tre match point che non sono riuscito a chiudere. Jannik ha tenuto un livello assurdo nei tre set con me e nel doppio ed ha dimostrato tutto il suo valore. Sarà difficile da digerire, era una settimana importantissima per me e durante la stagione i miei pensieri erano sempre rivolti a questa squadra”.
Da Malaga, Daniele Flavi (AGL)
Foto della nostra inviata Marta Magni