Ancora tu, tu mi sorprendi e lo sai. Novak Djokovic e Jannik Sinner non frequentano Lucio Battisti, ma sicuramente oggi giocheranno un’altra partita a scacchi nelle semifinali di coppa Davis a Malaga, terza puntata in 11 giorni al vertice del tennis per decidere la finalista di domani contro l’Australia. Una sfida che è cominciata il 14 aprile 2021 sulla terra di Montecarlo nel segno dell’ammirazione di Semola che imitava re Artù e che s’è evoluta insieme alla crescita impressionante dell’italiano. Il quale, dopo il mostruoso uno-due, singolare-doppio, di giovedì, contro l’Olanda, sembra favorito a confronto del Nole solido, ma non brillante, nervoso e stanco, apparso contro Norrie (c’entra anche qualche frizione familiare e l’antidoping a sorpresa?). Figurati se partisse da 1-0, dopo il derby fra i numeri 2 di Italia e Serbia, con tre candidati contro un avversario che può essere Kecmanovic come Djere. Conferma per Arnaldi che però non ha chiuso 3 match point con l’Olanda? Sonego che magari poi non potrebbe giocare anche il doppio che ha convinto con gli orange, oppure Musetti che non vince da un pezzo? Povero capitano!
TRE LEZIONI
“Ho voglia di giocare un’altra partita con Nole, è importante per la mia crescita”, dice convinto Jannik che, al primo test di due anni fa, corse invano per il campo e s’ubriacò di smorzate. “Sinner ha dimostrato di essere il futuro del nostro sport, ed è già il presente”, commentò Nole dopo la lezione tecno-tattica del 6-4 6-2. “Devo imparare tempi e modo di eseguire i colpi, e capire la situazione. Lui lo fa sempre prima”. I quarti di Wimbledon dell’anno scorso erano stati un test fisico e strategico col 5-7 2-6 6-3 6-2 6-2 e due partite in una, spezzate dal toilet-break, decise dal servizio e dalla gestione delle energie. La replica di quest’anno, sempre nel Tempio – la seconda semifinale Slam dell’italiano, la numero 46 del serbo -, s’è conclusa sempre per Novak. “In realtà sono stati tre set molto serrati, potevano essere tutti suoi”, sottolineava il Cannibale che ha salvato due set point e ha smascherato il dritto di Jannik. Il colpo che il Profeta ha trasformato.
LA STORIA DI TORINO
Dopo aver sfatato il tabù Medvedev, dopo 3 ko, al Masters di Torino Sinner ha finalmente battuto anche Djokovic con alta velocità di palleggio, grandi progressi al servizio e gestione dei punti importanti, meritandosi il 7-5 6-7 7-6 del round robin. Novak s’è vendicato 5 giorni dopo, col 6-3 6-3 della finale del 19 novembre, tenendo sempre lui l’iniziativa e sfruttando l’usura psico-fisica del 22enne al primo, grande, torneo da assoluto protagonista, peraltro in patria. Fissando il bilancio sul 4-1 pur con super-elogi all’avversario cui consegna il futuro bastone del comando, con Alcaraz e Rune.
FIEREZZA
Quando si parla di Sinner il lupo Djokovic s’addolcisce: “Sarà fantastico per tutti. Stiamo sviluppando una bella rivalità. Ho tantissimo rispetto per lui. Sta giocando il tennis della sua vita. Ho visto un po’ di singolo e di doppio che ha vinto con l’Olanda. Sorprendente. Si vedeva che era entusiasta di giocare per la sua nazione. So cosa mi aspetta. So che è pieno di fiducia. Sarà una partita difficile per tutti e due”. Sinner si sente un po’ l’allievo e replica la massima: “La pressione è un privilegio, non tutti ce l’hanno”. Benvenuti nell’era-Sinner. O Winner (vincente) come dicono i seguaci.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 25 novembre 2023)