Le cose facili a Sofia Goggia non sono mai piaciute, ma l’esito del suo esordio stagionale dopo la frattura del malleolo destro, patita il 19 ottobre ad una settimana dall’inizio della Coppa del Mondo,è stato a dir poco straordinario e dà un’ulteriore dimensione alla forza ed alla maturità di una campionessa che il mondo ci invidia. L’azzurra si è infatti piazzata seconda nel superG tedesco a Garmisch Partenkirchen, alle spalle del “maschietto” austriaco Schmidhofer, su quella neve che 70 anni fa era la prima scelta per le esibizioni sportive da Adolf Hitler.
Sofia non poteva trovare esordio più difficile, favorito dal cambio di programma degli organizzatori tedeschi alla luce delle previsioni metereologiche. Doveva esserci prima la discesa ed il giorno successivo il superG, ma l’inversione è stata considerata la soluzione migliore, almeno nelle previsioni, per la minor velocitàdella specialità. Ma per la Goggia decidere di tornare in questa prova senza attendere la discesa per cui aveva effettuato due proveè stato un azzardo ben calcolato. E’ vero che il superG è più lento, ma non hai le prove per tarare la mira, decidere dove passare, quando iniziare una curve, dove cercare velocità. Insomma, la velocità va inventata seduta stante, in ogni centesimo di secondo della picchiata.
E qui l’azzurra ha mostrato tutta la sua classe. Con pochissimi allenamenti nelle gambe si è buttata senza remore, dosando forza ed energie senza il minimo tentennamento. E non era facile dopo una copiosa nevicata, dove sai che la traccia dove passi viene pulita, ma anche che se esci di traiettoria a 100 all’ora entrare inneve fresca può costarti un brutto infortunio. Di norma al rientro dopo un incidente ci sono remore soprattutto inconscie. L’istinto di conservazione si acuisce e diventa velenoso per l’esito finale.
La Goggia invece di remore non ne ha avute, ha sciato con grande sicurezza e decisione pur non avendo il callo agonistico. Dove ha potuto ha cercato velocità e si è mostrata tecnicamente a posto anche grazie al grande lavoro svolto la scorsa estate in gigante. Una dimostrazione di maturità straordinaria e di coscienza dei propri mezzi. E’ vero che Sofia è sempre stata veloce, ma la capacità di esserlo la si costruisce mattone su mattone. Sono in poche infatti le atlete capaci di attaccare oltre i 120 km/h, lei è fra queste. Questo superG di Garmisch ha dimostrato anche la sua buona condizione atletica, segno che durante la sosta in cui non poteva calzare gli sci ha continuato ad allenarsi duramente in palestra per trovarsi pronta appena il dolore al malleolo sarebbe diventato sopportabile. Una settimana fa questo dolore c’era ancora ed è stato intelligente non aver cercato a tutti i costi l’esordio a Cortina, davanti al suo pubblico.
Un risultato che dà morale ed importantissimo prima dei Mondiali di Are che partiranno il 5 febbraio. Garmisch è l’ultimo appuntamento per gare veloci prima della rassegna iridata. Con così poco rodaggio agonistico quella al via in Svezia non sarà ancora la miglior Goggia, quella dell’Olimpiade di PyongChang, ma forse questa Sofia potrà bastare.