Non è facile essere Tsitsipas. Bello e impossibile, il dio del tennis greco è anche intelligente e pieno di interessi, con mille opzioni anche nell’arte della racchetta dove recita da unico vero erede di Roger Federer, almeno come completezza di bagaglio tecnico, a cominciare dal rovescio a una mano per continuare per servizio multi uso, volée anche in tuffo e micidiali drop shot.
Il suo problema comincia proprio da un potenziale davvero notevole, magari persino eccessivo da cui attingere al momento e nel modo giusto, al punto che lui stesso afferma: “Qualche volta devo soprattutto essere in buoni rapporti con me stesso”. E non ha problemi ad ammettere: “Non sto fingendo che tutti mi amino, né voglio essere amato da tutti. Ognuno è libero di scegliersi il giocatore preferito”.
BISTICCIO MEDVEDEV
Gli avversari accettano con difficoltà la sua personalità e le sue prese di posizioni, per di più con l’aggiunta di papà Apostolos che parla troppo in tribuna ed è già costato al figlio migliaia di dollari per coaching.
Così, nei pochi anni che Stefano sta frequentando la passerella dell’ATP Tour si è già fatto diversi contro-tifosi, per non dir peggio. Tsitsipas l’altero, col pizzetto della D’Artagnan e lo sguardo e il fisico che conquistano donne a go-go, a Miami 2018 ha cominciato con il russo/russo Daniil Medvedev litigandoci proprio in campo, con tanto di imprecazioni alle sue origini, lui che è di mamma russa.
I due top ten avevano preso a bisticciare come dei bambini per un toilet-break allungato di Daniil cui Stefanos, titolare della contestatissima furbata strategica, aveva replicato con un “emergency break”, fino al quasi corpo a corpo sedato a malapena dall’arbitro dopo la fredda stretta di mano a rete. “Meglio che tu chiuda quella ca**..o di bocca! Stefanos, vuoi guardarmi e parlare? Te ne vai in bagno per 5 minuti, poi non chiedi scusa per un net. Pensi di essere un bravo ragazzo? Guardami, Guardami! Non mi vuoi guardare?“.
Medvedev aveva perso la testa in modo troppo evidente per non immaginare una decisa co-partecipazione/provocazione da parte di Tsitsipas: “Ha iniziato lui! Mi ha detto russo di me**..a, tu pensi che questo sia normale? Gli rispondo perché è un bambino piccolo, che non sa lottare. Fosse stato zitto, non avrei avuto nessun problema con lui. Ma se mi dice cose, e vuole litigare, beh che lo faccia. E dopo non mi guarda nemmeno…”. La questione sembrava finita lì, ma a gennaio di quest’anno, nel pieno della battaglia agli Australian Open, Medvedev ha contestato apertamente l’ennesima fuga al bagno dell’avversario.
FREDDEZZA CON ZVEREV
Del resto, anche con Zverev le cose non sono andate sempre bene per Tsitsipas. Fors’anche per colpa del russo/tedesco che all’inizio della rivalità aveva avuto l’ardire di affermare che entrambe avevano giocato di “m***..a” e che quindi Stefanos non poteva essere troppo contento della vittoria.
Poi avevano sancito un armistizio fino all’ennesima protesta di Sasha: “Stefanos può giocare molto bene se solo ogni volta che va in bagno non andasse sulla luna”. Con tanto di richieste di indagine all’ATP su che cosa faccia esattamente l’avversario in quei minuti in cui s’allontana dal campo: non si farà dare suggerimenti dal padre? Con tanto di replica del greco: “Tutte queste accuse sono completamente false, mi muovono tante accuse senza motivo. Ho fatto la pausa bagno come un normale tennista: l’unica cosa che ho fatto è stata togliermi i vestiti bagnati e mettermeli asciutti. A quanto pare, è un grosso problema”.
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VICENDA ALCARAZ
Anche Krajinovic ha avuto qualche dissidio con Tsitsipas, che magari suscita qualche invidia da parte dei colleghi, coalizzati contro di lui, come candidato insieme a Zverev all’eredità dei Federer-Nadal-Djokovic e con la sua attitudine in campo – sempre torvo, mai particolarmente generoso con gli avversarti -, non agevola i rapporti di buon vicinato.
Venerdì a Barcellona Tsitsipas ha aggiunto Carlos Alcaraz al clan dei detrattori: lo spagnolo s’è garantito il 3-0 nei testa a testa col greco, più anziano di ben 5 anni (classe 1998 contro 2003) ma s’è chiaramente stizzito, insieme al pubblico, perché sul set point iniziale una pallata del greco lo ha quasi colpito al volto: sembrava voluta e l’allievo di Juan Carlos Ferrero ha atteso a lungo le scuse dell’avversario che sono arrivate solo più tardi.
Poi fra i due c’è stata l’ennesima ripicca toilet-break, con Alcaraz è uscito dal campo alla fine del secondo set perso da 4-1, Tsitsipas ha fatto lo stesso a metà terzo set, quando non poteva, perciò è stato punito dall’arbitro per la pausa non consentita e per la violazione del tempo di ripresa del gioco dopo una vivace discussione col giudice di sedia.
Il commento del”nuovo Rafa”? “Non conosco alla lettera il regolamento ma ho capito che ha preso warning perché non era possibile. Se penso che lo ha fatto apposta? Penso di sì, voleva fare come me a fine secondo set: io sono uscito per rinfrescarmi le idee ripartire lui voleva proprio fermare il mio ritmo e bloccarmi, fortunatamente non ci è riuscito”.
Appuntamento alle prossime puntate dello “Tsitsipas controverso”. Dopo l’Orlando furioso ci sta una nuova grande opera cavalleresca.
Vincenzo Martucci (Tratto da supertennis.tv)