Rispetto alle previsioni, la grande favorita ha qualche problema: la fascia sinistra scoperta e Mbappé che non segna – Belgio e Portogallo si scontrano negli ottavi: ovviamente, solo una andrà avanti – La conseguenza è che salgono notevolmente le quotazioni di Italia e Spagna: molto più di due sorprese – Difficile credere a Inghilterra o Germania campioni d'Europa
Da venerdì 11 giugno, ovvero dal trionfale esordio azzurro contro la Turchia, sono passate due settimane. La fase a gironi di Euro 2021 si è conclusa senza eliminazioni eccellenti: per il rotto della cuffia è passata anche la Germania, nonostante le sofferenze patite di fronte all’Ungheria del torinese Marco Rossi, che avrebbe meritato di superare il turno, se non altro per il coraggio dimostrato.
In quattordici giorni qualcosa è cambiato, e sarebbe ridicolo non registrarlo. La Francia, per esempio, resta tuttora la grande favorita, ma in attesa che con gli scontri diretti mostri il suo vero volto, vanno notati due aspetti: Deschamps ha un problema sulla fascia sinistra, visto che i due esterni mancini Lucas Hernandes, fratello del milanista Theo, e Digne lamentano infortuni di non rapida soluzione. Dovrà arrangiarsi. Ma c’è un altri problema: Mbappé, il fiore all’occhiello dello squadrone transalpino, non ha ancora segnato. Ci è andato vicino più volte, qualche fuorigioco malandrino lo ha tradito, ma alla lunga la mancanza di gol potrebbe deprimerlo. Nell’insieme, nelle prime tre partite, la Francia non è sembrata irresistibile. Ha avuto fiammate notevoli, ma non ha esibito una manovra all’altezza delle sue possibilità. Se Pogba ha dato molto, non altrettanto si può dire di Rabiot e Tolisso, e persino Kanté si è risparmiato. Il centrocampo non ha avuto grande continuità, del trio d’attacco il migliore è stato Griezmann, astuto nelle rifiniture e prezioso nei ripiegamenti difensivi. Quanto all’attesissimo Benzema, ha segnato due gol al Portogallo, ma non è parso a proprio agio negli schemi offensivi: l’intesa con Griezmann e Mbappé deve migliorare. Insomma, la Francia è sempre la Francia, ma non sembra invulnerabile.
Nel mio podio, alle spalle dell’armata di Deschamps, avevo piazzato Belgio e Portogallo. Gli intrecci della competizione li mettono l’uno contro l’altro già agli ottavi, con l’ovvia conseguenza che soltanto una potrà continuare la corsa verso la finale dell’11 luglio. Nonostante Cristiano Ronaldo, i lusitani non hanno convinto: l’organizzazione della squadra è parsa carente, le amnesie della retroguardia hanno fatto il resto. Ma con l’eliminazione diretta, i gol del fuoriclasse della Juve possono essere determinanti. A sua volta, il Belgio, pur avendo sempre vinto, non ha rubato l’occhio. È evidente che il suo giocatore simbolo, il magnifico De Bruyne, non sia al meglio della condizione, così come Hazard, reduce da due penose stagioni nel Real Madrid. Certo, Lukaku sta bene e promette altre imprese dopo lo scudetto.
Ed eccoci all’Italia. Annunciata come possibile sorpresa, ha dato finora una dimostrazione di qualità ed efficienza. Nessuno ha giocato meglio, e non è colpa di Mancini se gli avversari erano la Turchia – nettamente la più deludente – la Svizzera e il Galles. L’Italia è cresciuta in fretta anche nella considerazione degli avversari e dei bookmakes: ora è la seconda favorita, non lontana dalla Francia. Con gli azzurri, è in ascesa anche la Spagna. A dispetto dei due rigori e delle montagna di occasioni fallite, Luis Enrique ha allestito una squadra fresca negli uomini e nel gioco. La generazione di Xavi e Iniesta, Torres e Ramos, non ha eguali. Ma è una Spagna aggressiva e molto dotata tecnicamente. Busquets, recuperato dal Covid, è il regista intorno al quale si muovono ragazzi svegli e determinati, l’altro superstite della nazionale euromondiale (2008, 2010 e 2012) è il laterale Jordi Alba. Italia e Spagna possono sbaragliare la concorrenza. Per gli iberici, se batteranno la Croazia negli ottavi, si prospetta la Francia nei quarti. Il test più difficile, almeno in teoria. Allo stesso modo, per gli azzurri, una volta superata l’Austria, si profila il Belgio, o in alternativa il Portogallo. Più avanti, in semifinale, la Francia o, appunto, la nuova Spagna.
Tra le favorite di due settimane fa non c’erano l’Inghilterra, né la Germania. Dopo le prime tre partite, confermo quel pronostico. Nessuna delle due mi sembra in grado di laurearsi campione d’Europa. L’Inghilterra ha giocatori di grandi potenzialità, ma un ct di caratura modesta come Southgate. In più, il centravanti Kane finora ha dato poco, così come Foden, l’asso del Manchester City. In molti sostengono che la prospettiva di giocare la finale a Wembley e di tornare a vincere una grande competizione internazionale a più di mezzo secolo dal titolo mondiale del 1966 stimolerà i “Tre Leoni” oltre ogni immaginazione. Io non credo che sarà così, anche perché il fattore campo ha perduto il valore che aveva in passato. Negli ottavi, di fronte agli inglesi ci saranno i tedeschi, per uno dei match che hanno fatto la storia del continente. La Germania è a fine ciclo, il ct Low lascerà dopo quindici anni (!) la squadra a Flick. Intanto, senza un grande centravanti, la fatica per arrivare al gol è immane. Ci sono ottimi giocatori, ma l’equilibrio è sempre precario. E le concessioni agli avversari un po’ troppe.
Un’ultima osservazione. Occhio all’Olanda. Come la Spagna, è cresciuta di partita in partita. E non va dimenticato che gli orange sono in credito con la sorte, hanno vinto meno di quanto avrebbero potuto e forse dovuto.