Si è conclusa ieri una dura settimana di forte vento, pioggia e freddo nelle acque scozzesi del Clyde Bank in Scozia. Con il fantastico aiuto di Tommaso Chieffi, Flavio Grassi, Vittorio Zaoli, Matteo Ramian, Matteo Savelli e Giacomo Ciccio Maria Santinelli l’8 metri VISION del 1930 (la “sorellina” del 12 che si usava in coppa America fino al 1987), dopo il restauro del cantiere Navale SIBMA di Mario e Andrea Quaranta e con il guidone dello Yacht Club Imperia, ha concluso al primo posto la World Cup della 8mR Class nella categoria delle barche storiche aggiudicandosi i trofei Neptune, Sira, Generation e la prestigiosa e storica Coppa d’Italia dello Yacht Club Italiano.
Dopo la sua ultima impresa, Tommaso Chieffi, nume tutelare della vela italiana e mondiale, ha regalato a Sportsenators queste note sulla coppa America.
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Ho visto alcune delle regate appena svoltesi nello specchio acqueo antistante il Marina di Barcellona, e anche se e regate non contavano per il punteggio di selezione, l’impressione che ho avuto è che nessuno si è risparmiato od ha fatto melina, al contrario, come io avevo già ipotizzato, tutti erano molto concentrati ad ottenere il miglior risultato possibile, sia per gratificare il proprio pubblico di tifosi che gli sponsor che hanno investito i denari per permettere a queste 6 barche di gareggiare, con un anticipo di ben due anni, ovvero da quando la precedente edizione si era svolta nelle acque Neozelandesi di Auckland.
Alcune considerazioni possono essere tratte da queste regate, anche se totalmente preliminari ed incomplete.
Le barche hanno raggiunto un discreto stato di maturità, anche se la stazza è stata leggermente cambiata, adesso si corre con equipaggio ridotto da 11 a 8 e sono tornati i ciclisti al posto dei grinder, visto l’evidente vantaggio in termini di generazione di energia sfruttabile poi per regolare le vele
Con l’eccezione di Patriot e Britannia, le altre quattro barche, almeno ad una analisi superficiale, e non ho gli elementi per valutarle a fondo, sono tutte molto simili sia dal punto di vista degli scafi che delle ali, oramai quasi tutti hanno, con piccole variazioni adottato le filosofia progettale di Tnz, con le ali dritte e piccole, forse solo tnz è andato ancora più estremo, con foil ancora più piccoli.
Ineos Britannia sembra essere quella con l’infrastruttura più generosa, le murate molto squadrate, e sembra ad un primo sguardo più voluminosa delle altre tutte più scavate, Patriot d’altro canto sembra quella in cui la ricerca aerodinamica è stata più spinta, con uno scafo che ricorda la fusoliera di un aereo e delle coperture aerodinamiche per i grinder che sono state oggetto di inchiesta da perte del comitato di stazza perché forse irregolare.
I percorsi sono altresì molto corti e nonostante le differenze visive evidenti, (quelle dei sistemi, dell’elettronica e dello sfruttamento dell’energia non si possono vedere e potrebbero rappresentare un importante fattore di sviluppo) le regate spesso si giocano nelle prime fasi della regata in partenza, complice un percorso corto con Boundaries stretti e le evidenti coperture di vento che la barca che precede effettua su chi segue, rendendo per certi versi molto simile a quello cui siamo stati abituati nei vari circuiti di match race che si sono succeduti in giro per il mondo negli anni passati.
Da sottolineare che Britannia si è molto lamentato del software di navigazione fornito da Tnz che a detta loro è stato il principale responsabile delle penalità in cui sono incorsi per partenza anticipata e sfondamento dei Boundaries.
In alcune regate molto adrenaliniche abbiamo assistito a dei cambiamenti di fronte, come nella regata di Luna Rossa contro Alinghi, dove i secondi sono riusciti a tenere LR fuori dal box di partenza costringendoli a ripeterla salvo poi perdere il vantaggio acquisito quando in manovra con vento leggero sono caduti dai foil.
Quella che una volta era la virata sbagliata o il gennaker che andava su e giu male è stato sostituito in queste regate dalla caduta dai foil, episodio tutt’altro che raro soprattutto nelle condizioni di onda formata e vento leggero di Barcellona.
Stesso episodio anche se con modalità diverse nella regata sempre di Luna Rossa contro NZ dove i nostri hanno accumulato ben due penalità nelle fasi iniziali della gara, ma grazie ad un buon passo ed una buona strategia sono riusciti a colmare il distacco ed addirittura a superare i Defender, salvo poi rimediare un ultima penalità forse non vista nelle fasi finali della regata che le è stata fatale.
Conclusioni? Forse presto per trarle, non sappiamo se soprattutto Tnz abbia tenuto qualcosa in serbo per le fasi finali, quando si tireranno i conti, per il momento se questa fosse solo una congettura complottista da parte mia abbiamo visto che almeno due barche per ora si sono prese il lusso di battere i defender, due barche che erano già molto competitive nella passata edizione, lo sfidante Luna Rossa e la sfortunata Patriot, barche su cui io metterei i miei soldi per la finale della LVC.
Gli altri per il momento un po’ a corto di preparazione o di velocità, o una combinazione di entrambe ma sappiamo che manca ancora molto tempo alle finali di ottobre e molte cose possono ancora cambiare.