Cominciano a Doha, in Qatar, dopodomani e si concluderanno il 6 ottobre. Il Khalifa International Stadium nel quale si svolgeranno è tra gli impianti che nel 2022 ospiteranno i Mondiali di calcio. Per la prima volta l’atletica è senza la star giamaicana, l’uomo immagine da cui è stata cannibalizzata.
Da allora l’atletica è rimasta all’ombra, aspettando e desiderando.
Riath Al-Samarrai, Daily Mail, 24 settembre
Perché a settembre. Per lo stesso motivo che ha spinto la FIFA a spostare i Mondiali di calcio 2022 tra novembre e dicembre. Sono previste temperature a ridosso dei 40 gradi. Si gareggerà solo di sera e all’interno dello stadio è presente un impianto di aria condizionata. Una delle gare di decathlon si corre alla mezzanotte locale. Marcia e maratona di notte.
I più vicino a Usain dopo Usain
Noah Lyles. È l’ultimo soffio di vento nella velocità. Ha 22 anni e nel 2019 ha corso i 100 metri in 9”86 (il record di Bolt è 9”58) e i 200 in 19”50 (Bolt 19”19).
È estroverso come Usain, dice che inciderà presto un album rap e ha dato una lunga intervista al Daily Mail senza mai chiamare per nome Bolt.
“È sempre la stessa storia, non è così? Perché devo essere il prossimo Lui? La gente non ha niente di meglio da fare che chiedermi ogni volta la stessa cosa. Io sono il Noah Lyles di oggi”’.
“Ricordo che stavo facendo due chiacchiere con il mio coach a proposito di traguardi e aspirazioni, a un certo punto gli ho domandato quanti anni aveva quel ragazzo del record del mondo sui 100 metri a Pechino. Lui mi ha guardato e ha risposto 22 o 23. Allora mi sono fatto due calcoli a mente e ho detto: entro il 2020 avrò 23 anni e voglio battere il record del mondo”.
Lyles racconta di aver incontrato Bolt una volta sola, nel 2017. Nella sala d’attesa del dottor Hans-Wilhelm Müller-Wohlfart a Monaco di Baviera, che il Daily Mail definisce controverso. Lyles era lì per un problema a un gluteo. “Il medico disse che doveva trattare Bolt e quando uscii dalla stanza lui era fuori che aspettava di entrare dopo di me. Il mio miglior risultato all’epoca era stato un quarto posto ai Trials olimpici, non mi conosceva. Allora mi presentai con un cosa tipo: ehi, amico, tu fai cose incredibili”.
Cose fatte da Bolt nelle ultime ore. Una foto con la maglia da calcio del Marsiglia. Una foto per l’Unicef. Una intervista al sito FIFA per dire che correrebbe una staffetta con Ronaldo, Mbappé e Bale.
Cinque gare molto attese
~ 400 ostacoli Uomini (30 settembre, ore 21.40 italiane). Karsten Warholm, Abderrahman Samba e Rai Benjamin corrono per battere uno dei record del mondo più vecchi (Kevin Young 1992: 46”78).
~ 200 metri Uomini (1 ottobre, ore 21.40 italiane). La finale di Noah Lyles.
~ 200 metri Donne (2 ottobre, ore 21.35 italiane). Senza Shaunae Miller-Uibo, duello per l’oro tra Dina Asher-Smith ed Elaine Thompson.
~ Eptathlon (2 e 3 ottobre). Nuova sfida tra le rivali Katarina Johnson-Thompson e la belga Nafissatou Thiam, da molti considerata la più straordinaria atleta contemporanea di ogni sport.
~ 1.500 metri Donne (5 ottobre, 19.55 italiane). La gara di Laura Muir benché reduce da un infortunio.
Il gene della resistenza alla velocità
Tra le specie animali, l’uomo non resiste molto a lungo quando si tratta di correre veloce. Usain Bolt ha corso i 100 metri in 9 e 58, ma cavalli o antilopi possono sostenere velocità da 55 a 70 km/h per diversi minuti, il che è umanamente impossibile. Tutto ciò potrebbe derivare da una mutazione genetica. Più precisamente, dalla perdita di un gene (CMAH) avvenuta due o tre milioni di anni fa, secondo uno studio pubblicato dalla British Royal Society. Una perdita tutto sommato salutare, poiché ha permesso di migliorare la capacità dei muscoli di utilizzare l’ossigeno, secondo quanto sperimentato sui topi.
Le Figaro, 17 settembre
Le speranze italiane
Sono 66 gli italiani iscritti: all’ultima edizione di Londra due anni fa erano 39. Tamberi e Tortu sono le punte. “Onestamente mai come ora abbiamo avuto tanti atleti in grado di entrare in finale. Per le medaglie devono venire fuori mille situazioni, ma il nostro obiettivo è quello di essere presenti il più possibile e per i giovani sarà una grande esperienza di crescita», ha detto il presidente della Fidal, Alfio Giomi.
Il direttore tecnico
Si chiama Antonio La Torre ed è all’esordio mondiale da direttore tecnico della Nazionale. Nel 1999 era l’allenatore del marciatore Ivano Brugnetti che vinse l’oro.
«Se gli Europei di Berlino fossero oggi, il raccolto sarebbe ricco, vicino al vertice del medagliere. I Mondiali appartengono a un’altra dimensione. E così ho coniato il più breve degli incitamenti per quelli che stanno per andare a Doha: confermatevi».
Altre aspirazioni?
«Portare quattro staffette in finale. La 4×400 donne vicina al podio, la nuovissima 4×400 mista, chissà. Potrei chiedere l’aiuto di Re, se indossa il costume di Superman».
Intervista di Giorgio Cimbrico, Il Secolo XIX, 23 settembre
Eseosa Fausto Desalu. «A Doha voglio provare ad entrare in finale. Ci saranno velocisti del calibro di Coleman, Lyles, Guliyev, de Grasse, tutti in grado di correre, e di molto, sotto i 20”. Ma io voglio dire la mia, perché posso dire la mia. Ora sta a me mettere testa e cuore».
Ayomide Folorunso. «Dopo l’oro alle Universiadi l’obiettivo è fare il personale. Sono consapevole che al Mondiale è tutta un’altra cosa. Quando riesci a migliorare te stesso, è già un successo. L’atletica è uno sport dove la vittoria più grande è battere sé stessi più che gli avversari».
Interviste a Sergio Arcobelli, il Giornale, 24 settembre
Yeman Crippa
Gareggerà sia nei 5.000 sia nei 10.000. «Per me sarà il primo Mondiale e sono pronto a viverlo al meglio, pur nell’incertezza del debutto. Di certo non sarà facile, ma ci tengo a fare del mio meglio e provare a conquistare due piazzamenti nella top ten».
Intervista di Luca Perenzoni, L’Adige, 24 settembre
Il vero dopo Bolt? Nella maratona
Qualcosa di mediaticamente eclatante può arrivare dalla maratona e dal 35enne kenyano Eliud Kipchoge. Ma non ai Mondiali. Kipchoge li ha già vinti (oro sui 5.000 nel 2003) e stavolta li eviterà perché il 12 ottobre, meteo permettendo, o in alternativa entro il 20 ottobre, a Vienna proverà a correre la maratona sotto il muro delle due ore. Il progetto si chiama INEOS 1:59 Challenge ed è finanziato dal miliardario Jim Ratcliffe. Nella maratona è il campione olimpico in carica. La sua migliore prestazione è 2 ore, 1 minuto e 39 secondi.
Fonte loslalom.it
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