Troppo Safiullin per Lorenzo Musetti in semifinale a Chengdu. Il russo, attuale n. 55 del mondo, ha dominato l’azzurro in un’ora e mezza di gioco con lo score di 6-3 6-4. Estremamente solido e aggressivo con il suo tennis essenziale, Roman ha imposto a Lorenzo scambi pesanti e profondi, sempre in spinta e con i piedi dentro il campo. Ma, soprattutto, come nei match precedenti, ha espresso un tennis senza sbavature: deciso e imperturbabile, Safiullin piazza la bellezza di 30 vincenti (20 per Musetti) a fronte di un unico gratuito (6 per il carrarino), prevalendo con un totale di 66 punti a 48. Decisivi i due break russi (uno nel primo e l’altro nel secondo parziale), ai quali l’azzurro non è riuscito a reagire con sufficiente aggressività e potenza, nonostante le tante soluzioni pregevoli.
Dopo essersi regalato gli scalpi di Nakashima, Evans (n. 4 del seeding) e Thompson (per ritiro), ora Safiullin elimina anche la testa di serie n. 2 del tabellone (18 ATP) e, a 26 anni, raggiunge così la sua prima finale ATP in carriera, senza concedere neanche un set. Sfiderà Sasha Zverev. Un po’ di amaro in bocca per Musetti, che ha disputato la sua ultima finale al torneo di Napoli l’anno scorso (dove ha conquistato il suo secondo titolo). Finora, nel 2023, Lorenzo ha raggiunto due semifinali, a Barcellona e Bastad, perse rispettivamente contro Tsitsipas e Ruud.
Anche se il carrarino è stato capace di incantare il pubblico con variazioni deliziose, ultimamente ha fatto fatica a farlo esplodere nei momenti chiave del match. E allora, nonostante abbia piazzato smorzate sopraffine da fondo e volé alla Federer, non è riuscito ad “azzannare” l’avversario con i fondamentali. O meglio, sì, gli ha fatto male, ma non abbastanza, mancandogli ancora quell’esplosività che gli consentirebbe un ulteriore salto di qualità. Ma cosa non ha funzionato esattamente contro Safiullin?
SECONDA DI SERVIZIO TRADITRICE
Il servizio, per esempio. In particolare la seconda palla. Lorenzo, infatti, nonostante abbia ottenuto il punto con il 76% di prime palle, con la seconda ne ha racimolato soltanto il 39%. Pochissimo contro un giocatore che, invece, ha dominato il match anche grazie al servizio. Safiullin, infatti, ha intascato l’84% dei punti con la prima palla, il 65% con la seconda e ha messo a segno ben 9 ace, a fronte dei 4 doppi falli di Lorenzo. I suoi game al servizio scorrevano veloci e decisi mentre quelli di “Muso” erano molto più sofferti e combattuti. Al momento di servire la seconda, probabilmente l’azzurro sentiva la pressione del gioco aggressivo e velocissimo dell’avversario. Basti pensare che il russo non ha mai concesso palle break, vincendo sempre i propri turni di battuta a 30; con l’eccezione, però, dell’ottavo game del secondo set, in cui l’italiano, pur non andando oltre la parità, è riuscito a portarlo ai vantaggi cinque volte.
RISPOSTA TIMIDA
Lorenzo non ha mai avuto palle break. Troppo esitante in risposta, o comunque non abbastanza aggressivo, il tennista di Carrara non è mai riuscito a prendere le redini degli scambi. Sintomatico, come dicevamo, l’ottavo game del secondo set (sul 6-3 4-3 per il russo) in cui, per la prima volta, l’imperturbabile Safiullin sembrava forse cedere alla tensione e vacillare alla battuta. Musetti non è riuscito ad approfittarne mancandogli in effetti una controffensiva più velenosa e aggressiva. Un dato significativo è che, finora, nella stagione, considerate tutte le superfici, Lorenzo ha vinto il 28% dei game disputati in risposta (sul duro il 25%). Peccato, perché se riuscisse ad esprimere un tennis ancora più offensivo, e quindi a guadagnare campo, con la varietà del suo repertorio e la sua mano magica forse non avrebbe poi grandi difficoltà a chiudere i punti nei pressi della metà campo o della rete.
URGE IL KILLER INSTINCT
Non è stato facile per Musetti contrastare un avversario così potente, estremamente preciso e dai nervi saldi dall’inizio alla fine del match. Si è visto nettamente quando il russo caricava i fendenti sulla diagonale di dritto, sfondando la difesa di Lorenzo, ancora troppo leggera da fondo campo. Tuttavia, a Musetti sono mancate freddezza e maggiore convinzione in alcuni momenti topici della partita, in cui forse avrebbe potuto far girare l’incontro dalla sua parte. Per esempio, nel primo parziale, dopo essere stato abile ad annullare una palla break sul 3-2 per Safiullin, ha vacillato pericolosamente sul 4-3 40-30, privo di freddezza e convinzione, permettendo a Roman un break fatale. Lo scenario si ripete nel secondo set: l’azzurro è stato bravo nel salvarsi dal break sul 2-2 ma cede inesorabilmente sul 3-3 30-30. Servirebbero maggiore fiducia e quel killer instinct particolarmente prezioso quando il gioco si fa duro. Certo, facile a dirsi ma in campo è tutta un’altra storia. Dalla sua parte, Lorenzo ha la giovinezza e un potenziale raro. E allora, tempo al tempo…