Con i giganti maschile e femminile a Soelden, in Austria, comincia nel fine settimana la stagione dello sci alpino che culminerà a febbraio con i Mondiali di Are, in Svezia. Si comincia con un grosso punto interrogativo considerando le previsioni metereologiche che pronosticano nevicate e forte vento in quota (il ghiacciaio del Rettenbach si snoda a cavallo dei 3000 metri), condizioni che per sicurezza impedirebbero la disputa delle gare. Se succedesse, per la prima volta queste prove d’esordio non saranno annullate ma recuperate più avanti dove possibile.
Quelle sul ghiacciaio sono sempre gare particolari introdotte una ventina di anni fa per dare visibilità a strutture che permettono gli allenamenti estivi nel nostro continente, e, dopo tappe quasi fallimentari nella francese Tignes e la svizzera Saas Fee, ormai da molti anni l’inizio della Coppa del Mondo ha sede stabile a Soelden, località della valle dell’Oetz, laterale del Tirolo, dove diventano sempre una grande festa di pubblico. A tale altitudine dal punto di vista tecnico sono sempre sfide particolari, sia per la qualità della neve che per la rarefazione dell’aria che manda ben presto in apnea gli atleti moltiplicando la fatica. Per questo hanno sempre un valore relativo anche perché non tutti gli atleti arrivano nella miglior condizione, considerando che il picco della forma va trovato solo a fine gennaio/febbraio per i Mondiali.
D’altra parte la corsa alla vittoria nella classifica generale della Coppa del Mondo è sempre un affare per pochi e la sensazione è che Marcel Hirscher fra gli uomini e la statunitense Michaela Schiffrin la possano solo perdere. Hirscher sulla carta deve solo temere il norvegese Kristoffersen ed il francese Pinturault, La Schiffrin forse nessuno, considerando il “part time” tecnico della svizzera Gut e della statunitense Vonn.
Poteva essere la nostra Sofia Goggia la maggior contendente alla sfera di cristallo, ma la campionessa olimpica della discesa si è fratturata un malleolo e tornerà in Coppa solo a gennaio, se non insorgeranno altri problemi. Quella che parte è una stagione post olimpica, scadenza che segna come sempre molti ritiri dalle competizioni. Sta arrivando una nuova generazione e si spera che dal mazzo escano nuovi fuoriclasse. Ma nello sci a questi livello ci vuole tempo per crescere e diventare davvero competitivi, quindi armiamoci di pazienza.
L’Italia parte con il rammarico dell’infortunio della Goggia. Sarebbe stata per lei la stagione più difficile dopo il trionfo olimpico e nella coppa di discesa, quella della conferma. Quando potrà tornare in pista non avrà il rodaggio agonistico delle avversarie e la speranza è che possa trovare un minimo di competitività per i Mondiali. Ma non chiediamole nulla, tutto quanto arriverà sarà un regalo. C’è chi le ha dato del “pollo” ad infortunarsi a 10 giorni dall’inizio della stagione, ma questo da sempre è il periodo più rischioso, quando davvero si tira al massimo molte volte in condizioni di neve non perfette. La statistica lo insegna.
A Soelden ci affideremo a Federica Brignone e Marta Bassino. Pure la Brignone ha avuto qualche intoppo nella stagione ed ha dovuto rinunciare alla trasferta di allenamento in Sudamerica quindi sono da verificare le sue reali condizioni. A Marta Bassino si chiede di rivelare non solo a sprazzi quel talento che tutti le riconoscono, ma che fatica ormai da due anni a sbocciare in grandi risultati. Fra gli uomini pochissime speranze. La scorsa stagione ha mostrato che nelle prove tecniche siamo troppo lontani dai primi e con numeri partenza eccessivamente alti per sperare nel colpaccio. Dovremo aspettare le discese di fine novembre per tornare protagonisti sperando che i nostri tre moschettieri, Dominik Paris, Peter Fill e Cristof Innerhofer siano nelle condizioni fisiche per rinnovare la loro competitività.