Nonostante i successi ottenuti a livello olimpico, paralimpico, europeo e mondiale, in Italia l’Educazione Fisica e Sportiva scolastica è ancora indietro rispetto a molti Paesi europei e mondiali. Programmi e voti poco chiari, monte-ore facoltativo alla Scuola Primaria e insufficiente alla Scuola Secondaria di 1° e di 2° grado. Il nostro Paese è il fanalino di coda dell’Unione Europea per l’Educazione Fisica e Sportiva e l’avviamento allo sport.
La sentenza arriva dal Rapporto Eurydice (rete europea per l’informazione sull’istruzione): “Educazione fisica e sport a scuola in Europa”.
Sebbene i dati siano fermi a qualche anno fa (precisamente al 2013), la situazione nel 2021 non è poi così cambiata, anzi è peggiorata, basta guardarsi attorno.
In Italia
I molti Paesi europei l’Educazione Fisica e Sportiva è tra le priorità nei programmi scolastici, in Italia è abbandonata a sé stessa. L’Educazione Fisica e Sportiva, per il nostro sistema scolastico, è quasi un oggetto misterioso, soprattutto ai livelli inferiori (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria su tutte), eppure nel nostro Paese si fa poco o nulla per potenziare la presenza dell’Educazione Fisica a scuola, molti sono stati i tentativi, molti progetti, ma all’atto pratico siamo ancora al palo. Per non parlare delle attività per i bambini/e disabili, dove siamo ancora indietro ……. ma molto indietro rispetto a molti Paesi europei.
In Francia nella Scuola Primaria si superano le cento ore di Educazione Fisica l’anno, in Italia non si sa, dipende dalla Scuola, dal Dirigente Scolastico, dalla voglia di pensare che serva o non serva ……..
Un dettaglio basterebbe a certificare il livello di arretratezza dell’Italia sul tema. La nostra è una delle pochissime nazioni dell’Unione Europea che, pur avendo indicato l’Educazione Fisica come materia obbligatoria, nella Scuola Primaria è consentita la completa flessibilità di orario. Ciò significa che gli Insegnanti hanno facoltà di far svolgere attività fisiche ai bambini quando e come meglio credono, peccato che questo si traduca molto spesso in una corsetta o in qualche esercizio a corpo libero, se non addirittura in una partitella a calcio o pallavolo, come se fossimo all’Oratorio, con tutto il rispetto per l’Oratorio.
Alla fine della Scuola Primaria mancano all’appello centinaia di ore di Educazione Fisica e Sportiva
Solo per fare un paragone: in Francia l’orario medio minimo annuo di Educazione Fisica raccomandato per la Scuola Primaria si attesta attorno alle 100 ore (occupando circa il 10% della didattica): insomma una materia che assume pari dignità rispetto a tutte le altre.
Facendo un rapido calcolo, i bambini/e italiani arrivano alla fine delle Scuola Primaria, avendo accumulato un ritardo decisivo rispetto, ad esempio, ai bambini/e francesi (più di 100 ore), tedeschi (dove le ore ogni anno sono più di 80) e danesi (dove l’Educazione Fisica occupa 70 ore di lezione all’anno).
Alla Scuola Secondaria
Alla Scuola Secondaria di 1° e di 2° grado la situazione è ancora più complessa. In Italia le ore obbligatorie di Educazione Fisica (pardon di Scienze Motorie!) sono in media 66 all’anno, permettendoci di superare nazioni come la Spagna (ferma a quota 24), ma rimanendo comunque inesorabilmente dietro ai Paesi più virtuosi (Francia, Austria, Polonia Germania, etc.) dove anche i ragazzi più grandi svolgono circa 100 ore di sport per ogni anno scolastico.
In Italia nessuna linea-guida sui tipi di sport da praticare
Il problema non è solo di quantità, è anche di metodo, in Italia non ci sono delle linee-guida precise che un Insegnante deve seguire. L’ora di Educazione Fisica spesso assomiglia più a una scampagnata che a un momento di sforzo ed esercizio, in altri Paesi europei, invece, ci sono delle attività indicate come obbligatorie da far svolgere a scuola. A farla da padrone la “ginnastica a corpo libero”, gli sport individuali e quelli di squadra (generalmente con la palla).
In Italia il voto in Scienze Motorie (perché non si utilizza il termine Educazione Fisica?) non ha alcun riscontro oggettivo
Relativamente alla questione “voto”, da noi non è obbligatoria la cosiddetta “valutazione sommativa”, frutto del giudizio del docente e dei risultati di test fisici o esami teorici. Molti Insegnanti danno il voto a proprio piacimento, senza un riscontro oggettivo di quanto riportato nella pagella. Tutt’altra storia nella maggior parte delle altre nazioni europee, dove gli sport sono valutati singolarmente e in alcuni casi alla pagella si allega un report sulle abilità fisico-sportive dei ragazzi.
Conclusioni …… amare
E si sente dire dai nostri Governanti (C.O.N.I., M.I.U.R. e Sottosegretaria allo Sport) che i risultati ottenuti dall’Italia nello sport sono il risultato del nostro sistema Sportivo e della nostra cultura motoria e sportiva impartita.
Ma per piacere! Voltiamo pagina.
Prof. Maurizio Mondoni